http://megachip.globalist.it mercoledì 19 ottobre 2016
Alternativa alla crisi. Decisive le politiche pubbliche di Stefano Sylos Labini
La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere servono nuove logiche di intervento per sostenere l'economia reale
Scrisse Antonio Gramsci: "La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere". Questa citazione descrive bene ciò che sta succedendo nel periodo attuale: il capitalismo finanziario neoliberista è entrato in crisi da diversi anni e sta utilizzando l'intervento delle Banche Centrali per rimanere in piedi. Vi è consapevolezza sul fatto che i vecchi approcci sono ormai superati perché non riescono più a garantire crescita e benessere diffuso. L'intervento pubblico è paralizzato dal peso del debito mentre il sistema bancario si è inceppato e non sta finanziando in modo adeguato le famiglie e le imprese. Per questo servono nuove logiche di intervento per sostenere l'economia reale.
Un sistema di compensazione di credito reciproco come il Sardex rappresenta un passo in avanti molto significativo. Attraverso il Sardex l'economia reale crea la sua moneta per finanziare scambi e investimenti evitando l'intermediazione del sistema bancario. Il Sardex dunque è un nuovo sistema di intervento per fronteggiare nuovi problemi. Ma dobbiamo fare di più. E qui in Europa abbiamo anche il problema dell'euro che si fonda su delle regole che impediscono di promuovere la crescita dell'economia e non consentono di attuare politiche per ridurre la disoccupazione.
Si tratta di una situazione preoccupante se consideriamo gli imponenti fenomeni migratori che si stanno riversando sul Vecchio Continente. Si parla di piani di accoglienza e di re-distribuzione dei migranti, ma quello che serve è un grande Piano del Lavoro: questa gente se si ferma in Europa deve lavorare per avere un reddito. Ma in tal caso il Piano del Lavoro deve riguardare - e con diritto di precedenza - i disoccupati europei che sono circa 20 milioni di persone. Solo lo Stato può garantire quel contributo fondamentale all'impiego in lavori di pubblica utilità, servizi sociali, manutenzione del territorio e delle infrastrutture. Il settore privato può fare la sua parte ma da solo non sarà mai in grado di risolvere il problema della disoccupazione. Quindi lo Stato deve avere le risorse finanziarie nonché le capacità organizzative per offrire un impiego a tutti coloro che sono in grado di lavorare.
Se non riusciremo a mettere in campo delle nuove politiche economiche per assicurare una vita dignitosa alla popolazione europea corriamo il rischio di entrare in quella che Giorgio Ruffolo ha definito una "Nuova Età dei Torbidi": dopo la fase socialdemocratica dell'Età dell'Oro e la fase neoliberista dell'Età del Capitalismo Finanziario, oggi si sta profilando una nuova fase storica dominata dalla destra protezionista e nazionalista.
A Bretton Woods nel 1944 si era stabilito un sistema che prevedeva una forte limitazione dei trasferimenti di capitale da un paese all'altro dando piena libertà agli scambi commerciali. Questo sistema lasciava ai governi nazionali un largo spazio di autonomia nella gestione della politica monetaria e della politica economica. In tal modo si consolidò un compromesso tra capitalismo e democrazia che in Europa permise ai governi socialdemocratici di assicurare benessere diffuso e piena occupazione.
Alla fine degli anni '70 si scatenò la controffensiva capitalistica: Reagan e la Thatcher avviarono un processo di deregolamentazione e di liberalizzazione dei movimenti di capitale che determinò un completo rovesciamento dei rapporti di forza sia tra capitale e lavoro, sia tra capitalismo e democrazia creando una condizione di fortissimo vantaggio per le grandi imprese private nei confronti degli stati nazionali. Da quel momento la capacità di intervento dello Stato nell'economia andò incontro ad un drastico ridimensionamento, mentre i lavoratori iniziarono a subire i ricatti delle delocalizzazioni produttive. La liberazione dei capitali rappresentò dunque la mossa decisiva che influenzò l'evoluzione dell'economia mondiale e diede un impulso formidabile all'espansione del capitalismo finanziario.
Si è creato così un mercato finanziario integrato che ha consentito al capitale di tutto il mondo di entrare in collegamento e di dar luogo "all'internazionale dei capitalisti", un'élite globale che concentra in sé un potere immenso. L'appello di Karl Marx, "proletari di tutto il mondo unitevi", si è realizzato, ma al contrario. I mercati finanziari sono diventati un'istituzione strutturata e si esprimono come gli stati. È ben noto, infatti, che a Wall Street si tengono riunioni periodiche dei capi delle grandi banche e delle società finanziarie che stabiliscono i tassi di interesse e, attraverso le decisioni di investimento, possono sfiduciare i governi che attuano politiche economiche non gradite condizionando il destino di intere popolazioni. La democrazia è stata svuotata e la sovranità popolare umiliata.
Per concludere, oggi dobbiamo superare la globalizzazione gestita dal capitale finanziario, ma non sarà semplice costruire un nuovo modello di sviluppo perché il vasto schieramento che è contro l'austerità e il liberismo non ha una strategia unitaria ed è diviso in molte fazioni in contrasto tra loro. Una situazione particolarmente grave in Europa dove esiste il problema di una moneta unica che sta allargando i divari tra il blocco dell'euro-marco e i paesi della periferia. Ci troviamo in una trappola infernale perché uscire dalla moneta unica è complicato, continuare con queste politiche economiche ci porterà al disastro, sperare in una svolta progressista dell'Europa è un'ingenua illusione.
Per questi motivi, accanto a progetti regionali come il Sardex, abbiamo proposto di lanciare una moneta di natura fiscale complementare all'euro per riprendere l'iniziativa sul piano nazionale in tempi rapidi e senza chiedere nulla all'Europa.
* Le riflessioni di Stefano Sylos Labini sono proposte in vista della terza edizione del festival «Mitzas - sorgenti di cambiamento», una rassegna in programma a Cagliari dal 21 al 23 ottobre 2016, che quest'anno si tiene con il titolo «Parallele convergenti». |