http://comune-info.net/ 14 settembre 2016
All’Unione militare europea diciamo No di Alex Zanotelli
Non abbiamo affatto bisogno di una Schengen della Difesa. Se la convivenza europea fa acqua da tutte le parti, non saranno certo le armi a favorirne la rinascita. Il fatturato militare nel continente è già stratosferico, solo l’Italia nel 2015 ha esportato per un valore di 8,247 miliardi, un boom del 186 per cento rispetto al 2014. Si tratta di armi vendute per esempio agli Emirati arabi e all’Arabia Saudita, che le usano per armare i gruppi della jihad e per la guerra contro lo Yemen; oppure alla Turchia e all’Egitto, dove vengono violati in modo scandaloso i diritti umani. La campagna propagandistica del governo italiano, dove si distinguono gli ex pacifisti Pinotti e Gentiloni, va fermata subito. Dobbiamo alzare la voce, a cominciare dalla marcia Perugia Assisi del 9 ottobre, contro la crescente militarizzazione e la produzione di armi che servono a creare sempre nuove guerre, dall’Ucraina alla Libia, dal Sud Sudan alla Somalia, dal Mali allo Yemen, dal Sudan alla Siria, dall’Iraq all’Afghanistan.
Trovo incredibile, come cittadino e ancora di più come cristiano, che la ministra della difesa Roberta Pinotti e il ministro degli esteri Paolo Gentiloni (ambedue provenienti da ambienti pacifisti) abbiamo avuto l’ardire di lanciare sul quotidiano francese Le Monde un appello all’Europa perché si crei al più presto una “Schengen della difesa”. E ciò proprio nel contesto della guerra contro il Gruppo Stato islamico (Is) in Libia. Dico subito il mio rifiuto per l’intervento dell’Italia, a fianco degli Usa (in barba alla Costituzione Italiana), senza avvisare il Parlamento e senza l’avallo dell’Onu. La ministra Pinotti ha ammesso che abbiamo una quarantina di uomini delle forze speciali all’opera sul suolo libico, per proteggere la nostra intelligence impegnata in azioni di supporto informatico alle milizie libiche.
In Libia ci sono soldati americani per guidare gli attacchi aerei Usa, ma soprattutto soldati inglesi che hanno il compito di guidare la guerra contro l’Is. Gli americani assicurano che sarà una guerra di «30 giorni», ma così affermavano anche per la guerra in Iraq e Afghanistan! E sono ancora lì dopo oltre dieci anni! Altrettanto succederà nel ginepraio libico.Ma quello che maggiormente mi preoccupa è che l’Italia si dimentica di quanto i libici ci odiano per i crimini da noi commessi durante l’occupazione coloniale! Abbiamo fucilato e impiccato in quel periodo centomila libici su una popolazione di ottocentomila. Necessariamente questa guerra contro la Libia, paese arabo-musulmano, verrà vista come una nuova “crociata” contro l’islam. La mia paura più grande è che questa guerra non farà altro che spingere centinaia di gruppi armati jihadisti dell’area saheliana ad unirsi all’Is per creare un califfato nel cuore dell’Africa con conseguenze tragiche per tanti paesi africani, ma anche per noi. Basta con le guerre, basta con le armi!
Dobbiamo far lavorare la diplomazia e l’Onu per spingere a formare un governo di unità nazionale le tre entità in cui si è spezzata la Libia: la Tripolitania con il governo Serraj, la Cirenaica con il generale Haftar e il Fezzan. Invece i nostri governanti perseguono la politica delle armi. È infatti Pinotti e Gentiloni scrivono nell’appello: «Si tratterebbe di dotare l’Ue di un’accresciuta autonomia di azione, rafforzando le capacità militari comuni, nonché l’industria militare europea della difesa». Con l’obiettivo di creare una sorta di Unione per la difesa europea, una “Schengen della difesa”. L’invito è fatto a un’Europa dove il fatturato militare è già molto alto! Solo l’Italia nel 2015 ha esportato per un valore di 8,247 miliardi, un boom del 186% rispetto al 2014! Armi vendute per esempio agli Emirati arabi e all’Arabia Saudita che le usano per armare i gruppi della jihad e per la guerra contro lo Yemen. Come alla Turchia e all’Egitto, dove vengono violati i diritti umani. Infatti i tecnici del dicastero della Pinotti, in stretta collaborazione con la Farnesina, hanno elaborato un Piano che il presidente del consiglio Renzi ha illustrato alla Merkel e a Hollande nel Vertice di Ventotene. Questo Piano per creare una Difesa veramente europea è stato poi discusso il 5 settembre con i ministri della Difesa di Germania e Francia. Federica Mogherini, alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza alla Ue, ha detto in una recente intervista: «Dopo Brexit non esistono più scuse, ora può nascere una difesa europea». E ciò prevede una più stretta collaborazione tra le industrie militari con agevolazioni fiscali e sovvenzioni e una struttura direttiva ad hoc». Con il conseguente stimolo che tutto questo darà alla militarizzazione dell’Ue che è già “incastrata” nella Nato dove vengono spesi quasi due miliardi di dollari al giorno!
Come missionario che ha toccato con mano la miseria in cui è costretta a vivere così tanta gente, e come prete, obbligato per mandato di Gesù di Nazaret alla nonviolenza attiva, non posso che dire “no” a questa crescente militarizzazione e produzione di armi che servono a creare sempre nuove guerre, dall’Ucraina alla Libia, dal Sud Sudan alla Somalia, dal Mali allo Yemen, dal Sudan alla Siria, dall’Iraq all’Afghanistan. E chiedo a tutti, credenti e non credenti, di alzare la voce gridando il proprio dissenso da questa politica sempre più armata che produce guerra ovunque. E chiedo a tutti i movimenti, comitati, forum di unire le forze per obbligare il nostro governo a obbedire alla nostra Costituzione che dice: L’Italia ripudia la guerra! Mi auguro che la Perugia-Assisi che si terrà il 9 ottobre prossimo, ci aiuti a rimettere tutti in movimento per dire basta a questa follia (così la chiama papa Francesco) del militarismo e della guerra. |