Fonte: Megachip-Globalist

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4 luglio 2016

 

La nuova politica estera britannica

di Thierry Meyssan

Traduzione di Matzu Yagi

 

La stampa occidentale continua a ripetere così: nel lasciare l’Unione Europea, i britannici si sono isolati dal resto del mondo e dovranno affrontare terribili conseguenze economiche. Tuttavia, il calo della sterlina potrebbe risultare un vantaggio in seno al Commonwealth, una famiglia più vasta rispetto all’Unione e presente in sei continenti. Pragmatica com’è, la City potrebbe presto diventare il centro mondiale dello yuan e impiantare la valuta cinese all’interno stesso dell’Unione.

 

Gli Stati Uniti restano preoccupati circa la loro capacità di convincere l’Unione europea a partecipare attivamente alla NATO e circa la volontà del Regno Unito di continuare l’alleanza militare che hanno costruito sin dal 1941 per dominare il mondo. Infatti, contrariamente alle affermazioni dei leader europei, il Brexit non isola il Regno Unito, ma gli consente di tornare al Commonwealth e di stabilire contatti con la Cina e la Russia.

 

L’inquadramento degli europei nella NATO

Gli Stati Uniti e il Regno Unito avevano previsto di spingere i membri dell’UE ad annunciare l’aumento del loro budget militare al 2% del PIL in occasione del vertice dell’Alleanza a Varsavia (8 e 9 luglio). Inoltre, un piano di schieramento delle forze lungo il confine con la Russia doveva essere adottato, compresa la creazione di un’unità logistica congiunta della NATO e dell’UE, in grado di mettere in comune elicotteri, navi, droni e satelliti.

Il Regno Unito è stato fino ad ora il più grande contributore per l’Unione in materia di Difesa con quasi il 15% del bilancio della Difesa dell’UE. Inoltre, ha comandato l’operazione Atalante per la messa in sicurezza dei trasporti marittimi al largo del Corno d’Africa e aveva messo a disposizione delle navi nel Mediterraneo. Infine, era previsto che avrebbe fornito truppe per la costituzione del gruppo di combattimento dell’UE. Con il Brexit, tutti questi impegni diventano caduchi.

Per Washington, la questione consiste nel sapere se Londra accetterà o meno di aumentare la sua partecipazione diretta nella NATO –di cui è già la seconda contributrice - per compensare quello che faceva all’interno dell’UE, ma senza trarne particolare vantaggio. Anche se Michael Fallon, l’attuale ministro della Difesa britannico, ha promesso di non minare gli sforzi congiunti della NATO e dell’UE, non si vede il motivo per cui Londra sarebbe d’accordo nel piazzare ulteriori truppe sotto un comando straniero.

Pertanto e soprattutto per questo, Washington s’interroga sulla volontà di Londra di continuare l’alleanza militare che ha costruito con la Corona dal 1941. Naturalmente, non dobbiamo escludere che la Brexit sia una messa in scena dei britannici volta a rinegoziare a proprio vantaggio la loro "relazione speciale" con gli "americani". Tuttavia, è molto più probabile che Londra speri di espandere le sue relazioni con Pechino e Mosca, senza tuttavia lasciar perdere i vantaggi del suo accordo con Washington.

 

Le agenzie segrete anglosassoni

Durante la Seconda Guerra Mondiale e prima ancora della loro entrata in guerra, gli Stati Uniti hanno concluso un patto con il Regno Unito esplicitato dalla Carta Atlantica [1]. Si trattava per i due paesi di unirsi al fine di garantire la libera circolazione marittima ed espandere il libero scambio.

Questa alleanza si è concretizzata nell’accordo dei "Cinque Occhi", che attualmente è alla base della cooperazione tra 17 agenzie di intelligence di cinque diversi Stati (gli Stati Uniti e il Regno Unito, così come altri tre membri del Commonwealth: Australia, Canada e Nuova Zelanda).

I documenti rivelati da Edward Snowden dimostrano che la rete Echelon nella sua forma attuale è «un’agenzia di intelligence sovranazionale che non risponde alle leggi dei suoi propri Stati membri». Così, i "Cinque Occhi" hanno potuto sia spiare certe personalità, come il Segretario Generale delle Nazioni Unite o la cancelliera tedesca, sia condurre una sorveglianza di massa sui propri cittadini.

Allo stesso modo, nel 1948, gli Stati Uniti e il Regno Unito fondarono una seconda agenzia sovranazionale, l’Ufficio dei Progetti Speciali (Office of Special Projects) che controlla le reti stay-behind della NATO conosciute sotto il nome di Gladio.

Il professor Daniele Ganser ha dimostrato che questo Ufficio aveva organizzato numerosi colpi di Stato e operazioni terroristiche in Europa [2]. Se, in un primo momento, è stato osservato che la "strategia della tensione" mirava a impedire l’avvento al potere con mezzi democratici di governi comunisti in Europa, è emerso che essa puntava soprattutto ad alimentare la fobia del comunismo e a giustificare la protezione militare anglosassone. Nuovi documenti declassificati hanno dimostrato che questo dispositivo esiste al di fuori dell’Europa per il mondo arabo [3].

Infine, nel 1982, gli Stati Uniti, il Regno Unito e l’Australia crearono un’agenzia sovranazionale di cui le pseudo-ONG - la NED e le sue quattro filiali: ACILS, CIPE, NDI e IRI - formano la parte visibile [4]. Si è specializzata nell’organizzazione di colpi di Stato mascherati da "rivoluzioni".

Benché esista una letteratura imponente su questi tre programmi, non sappiamo nulla delle agenzie sovranazionali che li sovrintendono.

 

La "relazione speciale"

Gli Stati Uniti, che si sono proclamati indipendenti separandosi dalla Corona, si sono riconciliati con il Regno Unito solo alla fine del XIX secolo (la "Grande Riconciliazione"). I due Stati si allearono nella guerra contro gli spagnoli a Cuba, poi per lo sfruttamento dei loro commerci coloniali in Cina. Cioè quando Washington ha scoperto una vocazione imperialista. Nel 1902, un club transatlantico fu costituito per sugellare l’amicizia ritrovata, La Società di Pellegrini (The Pilgrims Society). È tradizionalmente presieduta dal monarca inglese.

La riconciliazione fu convalidata nel 1917 con il progetto comune di creazione di uno Stato ebraico in Palestina [5]. E gli Stati Uniti entrarono in guerra a fianco del Regno Unito. Da allora, i due paesi condividono vari mezzi militari, tra cui - da allora in poi - la bomba atomica. Tuttavia, durante la creazione del Commonwealth, Washington rifiutò di farne parte ritenendosi alla pari di Londra.

Nonostante alcuni scontri durante gli attacchi britannici contro l’Egitto (Canale di Suez) o contro l’Argentina (guerra delle "Falklands") o durante gli attacchi statunitensi contro Grenada, le due potenze si sono sempre strettamente sostenute.

La Corona ha assicurato il finanziamento dell’inizio della campagna elettorale di Barack Obama, nel 2008, facendo contribuire generosamente attraverso il trafficante d’armi iracheno-britannico Nadhmi Auchi. Durante il suo primo mandato, un gran numero di collaboratori diretti del nuovo presidente erano segretamente membri della Società dei Pellegrini, la cui sezione statunitense era allora presieduta da Timothy Geithner. Ma il presidente Obama se ne separò progressivamente dando l’impressione alla Corona di non essere stata ripagata. Le cose sono peggiorate con le sue dure parole contro David Cameron su The Atlantic [6], mentre la visita di Obama marito e moglie alla regina Elisabetta II per il suo compleanno non è bastata a riaggiustare i pezzi.

 

Il Commonwealth

Nel disimpegnarsi dall’Unione e nell’allontanarsi dagli Stati Uniti, il Regno Unito non si ritrova isolato da tutti, ma può di nuovo giocare il suo asso nella manica: il Commonwealth.

Abbiamo completamente dimenticato che nel 1936 Winston Churchill lanciò l’idea di integrare gli Stati attuali dell’Unione Europea all’interno del Commonwealth. La sua proposta finì per sbattere sui pericoli montanti e sulla guerra mondiale. Fu solo dopo la Vittoria che lo stesso Churchill lanciò l’idea degli "Stati Uniti d’Europa" [7] e convocò la Conferenza del Movimento europeo a L’Aia [8].

Il Commonwealth è una organizzazione di 53 Stati membri che ha una politica solo in materia di valori inglesi di base: uguaglianza razziale, Stato di diritto, diritti umani di fronte alla "Ragione di Stato" Tuttavia, propone ai suoi membri di sviluppare gli affari e lo sport. Inoltre, mette in comune degli esperti in tutti i settori.

La regina Elisabetta II, che è la Sovrana di 16 Stati membri, è il capo del Commonwealth (titolo elettivo non ereditario).

 

Che cosa vogliono i britannici?

Dal punto di vista di Londra, sono stati gli Stati Uniti ad aver rotto la "relazione speciale", cedendo alla dismisura (hybris) del mondo unipolare e conducendo in solitudine la loro politica estera e finanziaria. E questo lo hanno fatto in un momento in cui hanno cessato di essere la prima economia del mondo e la prima potenza militare convenzionale.

Da qui risulta che l’interesse del Regno Unito è quello di non mettere più "tutte le uova nello stesso paniere"; di mantenere gli strumenti comuni che possiede con Washington, mentre si appoggia sul Commonwealth e intreccia nuovi rapporti con Pechino e Mosca, direttamente o tramite la Shanghai Cooperation Organization (SCO).

In particolare, il giorno del Brexit, la SCO ha accettato due membri del Commonwealth, India e Pakistan, che non aveva ancora incluso fin qui [9].

Mentre ignoriamo tutto dei contatti che il Regno Unito ha già dovuto prendere con la Russia, si può già osservare il suo riavvicinamento con la Cina.

Lo scorso marzo, il London Stock Exchange, che gestisce le borse della City e di Milano, ha rivelato il suo progetto di fusione con la Deutsche Börse, che gestisce la Borsa di Francoforte, la camera di compensazione Clearstream e l’Eurex. Ci si aspettava che le due società decidessero l’operazione subito dopo il referendum sul Brexit. Questo annuncio è stato tanto più sorprendente in quanto le normative europee proibiscono formalmente questa operazione che equivarrebbe a creare una "posizione dominante". Essa presumeva pertanto che entrambe le aziende anticipassero l’uscita del Regno Unito dell’Unione europea.

Inoltre, il London Stock Exchange ha annunciato un accordo con il China Foreign Exchange Trade System (CFETS) e a giugno è diventata la prima borsa al mondo a quotare buoni del tesoro cinesi. Tutti gli elementi sono stati posti per fare della City il cavallo di Troia cinese nell’Unione europea a scapito della supremazia statunitense.

Thierry Meyssan

 

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