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23 marzo 2016

 

Storia di un call center, di un tassista e di una bomba mai arrivata

di Paolo Gallori

 

Le vittime sarebbero state molte di più se il conducente che ha trasportato i jihadisti in aeroporto non li avesse riconosciuti nelle immagini della videosorveglianza, guidando la polizia al covo dove li aveva caricati. Il commando aveva chiesto un minivan, per un errore dell'operatore telefonico era arrivato il suo taxi. Costringendo i kamikaze a lasciare a "casa" una bomba ad altissimo potenziale

 

E' stata la memoria visiva di un tassista a guidare le forze speciali della polizia belga al covo del quartiere di Schaerbeek dove il commando jihadista ha messo a punto gli attacchi kamikaze all'aeroporto di Zaventem e alla metropolitana di Bruxelles.

 

Soprattutto, quel tassista è stato fondamentale per evitare che il bilancio in vite umane degli attentati fosse ancora più pesante. Perché in quel rifugio, oltre a una bandiera del Jihad, la guerra santa, ormai identificata come il vessillo dello Stato Islamico, sono stati recuperati, ha spiegato il procuratore federale Frederic Van Leeuw, "150 litri di acetone, 30 litri di acqua ossigenata, una valigia piena di chiodi e viti e altro materiale destinato al confezionamento di ordigni esplosivi" e ben "15 chili di esplosivo Tatp" già pronto per l'uso e  dall'altissimo potenziale assassino.

 

Tatp, o perossido di acetone, la "dinamite" dei kamikaze. Si ottiene miscelando, appunto, acqua ossigenata e acetone e aggiungendo poi una piccola quantità di acido solforico o acido cloridrico come catalizzatore. Un'altra strage, dunque, è stata certamente evitata.

 

Perché quella bomba è rimasta a "casa"? Il destino di tante inconsapevoli persone è cambiato grazie al fraintendimento tra i terroristi e il call center della compagnia di taxi. Per portarsi sui luoghi prescelti per attuare il loro piano di morte, i jihadisti avevano chiesto che al loro indirizzo fosse inviato a recuperarli un veicolo capiente, almeno un minivan. Si è invece presentato il tassista con la sua auto di servizio e un bagagliaio dalla ridotta capacità. Impossibile caricare tutto il materiale esplosivo.

 

Secondo l'emittente radio belga Vrt, i tre sospetti fotografati all'aeroporto di Zaventem aspettavano con cinque valigie. Loro ci hanno provato a convincere il tassista a far entrare tutto il carico nella sua auto, ma lui è stato irremovibile. Nel bagagliaio sono finite solo tre valigie, il tassista ha trasportato il commando in aeroporto e assieme ai due bagagli di troppo è rimasto a Schaerbeek, probabilmente, anche l'ordigno ad alto potenziale.. Ma proprio quella discussione, quel tentativo fallito di persuasione, deve aver fissato i volti dei corrieri di morte dello Stato Islamico nella memoria di un professionista del trasporto pubblico, abituato a veder passare ogni giorno nel suo abitacolo centinaia di facce senza nome il cui ricordo è dissolto già alla corsa successiva.

 

Qualche ora dopo, quando i media hanno mostrato il fermo immagine dei presunti attentatori ripresi dalle telecamere di sorveglianza dello scalo, il tassista li ha riconosciuti. Certamente ha rivisto il largo viso di Brahim El Bakraoui, poi identificato come il kamikaze di Zaventem, in uno dei due uomini che nel fotogramma spingono con una mano guantata di nero il carrello dove è poggiata la valigia contenente la carica esplosiva, mentre suo fratello Khalid di lì a un'ora si sarebbe fatto saltare alla stazione della metro di Maelbeek. Il tassista allora ha contattato la polizia e indirizzato gli agenti verso il covo di Schaerbeek.

 

Riavvolgendo il nastro della vicenda, tanti "se" si frappongono provvidenzialmente tra quanto è accaduto e la piega, se possibile ancor più tragica, che la vita avrebbe potuto prendere a Bruxelles il 22 marzo 2016. Se l'operatore del call center non avesse compreso male le richieste dei jihadisti, se il tassista non fosse stato così intransigente e avesse invece forzato i limiti della sua auto pur di accontentare i suoi clienti, se l'interruttore della sua memoria non fosse poi scattato, non sarebbe andata come è andata. Presumibilmente, qualcuno sarebbe tornato in quel nascondiglio a recuperare il tutto. E di certo chiodi e Tatp non sarebbero rimasti inutilizzati.

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