www.controinformazione.info/ Lug 02, 2016
L’Austria Seguirà lo stesso percorso di Londra di Luciano Lago
Con Hofer come presidente, se le autorità’ di Bruxelles decideranno di ammettere la Turchia nell’Unione Europea, o con nuove modifiche dei trattati comunitari tese a ridurre ulteriormente le competenze degli Stati membri, l’Austria potrebbe salutare Bruxelles e compagnia.
Lo ha dichiarato Norbert Hofer, leader del Freiheitliche Partei Österreichs, il partito austriaco della libertà, formazione ultranazionalista, che ha vinto il suo ricorso. E può così ricominciare la rincorsa alla presidenza austriaca, che nel ballottaggio gli era stata scippata grazie ai brogli delle schede inviate per posta.
«Qualora la Turchia dovesse entrare nell’Unione Europea, ciò non sarebbe gestibile da parte dell’Europa, e ci sarebbe una ragione fondata per domandare alla popolazione austriaca la sua volontà sulla permanenza o meno in un simile contesto. Il caso della Gran Bretagna ha dimostrato che l’Unione Europea, questa Unione Europea, è palesemente lontana dalle persone. Per questo sono convinto che ci sia bisogno di un rinnovamento dell’Ue in un’unione che si ricordi dei suoi valori fondanti, rivolta più verso i cittadini. Un cambiamento dei trattati europei in direzione di un ulteriore riduzione delle competenze degli Stati membri, in Austria, porterebbe automaticamente a un referendum».
In Italia vi erano state le dichiarazioni esattamente contrarie del ministro degli Esteri Gentiloni il quale aveva auspicato il rapido ingresso della Turchia nell’Unione Europea come una “soluzione per stabilizzare il paese ed apportare nuove risorse in Europa”. Si comprende facilmente che le posizioni dei prossimi governi dei paesi della UE saranno inconciliabili con quelle di paesi come l’Italia che manifestano la loro totale subalternita’ alle politiche dettate da Washington e da Bruxelles circa l’immigrazione in Europa, circa le sanzioni verso la Russia e le altre direttive di provenienza USA. Da notare che in Italia i cittadini non vengono mai consultati su tali questioni e i premier degli ultimi tre governi sono stati tutti nominati dall’alto.
Crescono i consensi per i partiti o movimenti definiti “populisti” e nazionalisti come in Austria, in Francia e in Olanda. La stessa Slovacchia si prepara a lanciare un referendum per la permanenza nella UE ed è’ facile prevedere che lo stesso faranno l’Ungheria e la Repubblica Ceka. L’Unione, per causa dei suoi errori e delle sue contraddizioni, si avvia verso una sua progressiva ma inesorabile disgregazione. |