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10 gennaio 2015

Parigi, Europa: l’epilogo
di Tancredi Sforzin

Liquidata la redazione di un giornale, insieme a poliziotti, cittadini e agli stessi terroristi islamici, ciò che nasce a Parigi è l’opinione pubblica europea. La stessa che darà il consenso alla prossima guerra, quella che gli USA non potranno più condurre. Ieri sera è calato il sipario su Parigi, sull’Europa e sulla nostra stessa libertà individuale. Della nostra sicurezza, da oggi, se ne occuperà Bruxelles. L’unica possibilità, è accettare un percorso di disintossicazione, recuperare il senso del tempo e ricominciare a leggere.

Leggete, Madonna di Dio! Leggete, cazzo! Dovremmo sempre tener conto di un Philip Roth quando ci insegna che la letteratura si immerge nel particolare, mentre la politica si occupa del generale. Dovremmo sempre ricordarci di Ernst Jünger quando ci balocchiamo con la velleità di essere dei ribelli, affidarci ai letterati anziché ad analisti, pensatori alla moda e uomini di partito. Chi scrive, lo fa con la calma che crede di meritare e offre al lettore la libertà di interpretarne gli elaborati. La compulsività dell’informazione, erogata dai ciarlatani in batteria, gli scienziati della comunicazione, non offre al consumatore di informazioni alcun margine per poter capire, rielaborare, assimilare. L’imbrattacarte digitale vi vomita addosso le sue ansie sociali, la sua fame e come tutti i banlieusard si veste da negro, gesticola, indossa catene d’oro finto, con il simbolo del dollaro. E urla, rappa, sbraita pieno di livore, il livore tipico di chi muove dal risentimento, per non poter indossare il borsalino giusto, quello con la scritta “press”.

Leggete, Madonna di Dio! Leggete libri! Perché lo scrittore arma la mano della vostra intelligenza e vi concede il tempo di aprire, chiudere, accantonare il suo libello, stracciarne le pagine per accartocciarci lo stracotto, o soffiarvici il naso. L’imbrattacarte digitale non ve lo permette, perché è digitalizzato, è smart, lui ha fretta, vuole piacere, confida in like e condivisioni, vi vuole sbalordire. Perché è un transgender dello spirito, una puttana che si trucca per voi, sperando in un 50 bocca, 100 amore. Anzi, solo il primo, così da ottimizzare i tempi, massimizzando i risultati.

Leggete, nom de Dieu! Leggete Houellebecq! E pazienza per la tempistica della pubblicazione di Submission, che dopo cinque anni di silenzio gli comporterà insperati guadagni! Beato lui! Pazienza pure per le sue pessime frequentazioni! Perdonategli l’amicizia di Bernard Henry Levy, così come sapete perdonare a Pietrangelo Buttafuoco l’amicizia di Giuliano Ferrara. Leggete Le Particelle Elementari, Estensione del Dominio della Lotta, La Possibilità di un’isola, La Carta e il Territorio. Conteggiate gli episodi di sesso orale, e raffrontateli con il numero di copule perfette i cui elementi essenziali siano ovviamente quelli prescritti dal Codice di Diritto Canonico del 1983: erectio, penetratio ed eiaculatio. Rimarrete inorriditi nel constatare che la realtà descritta dallo scrittore francese è quella della borghesia d’oltralpe, quella degli statalini di sinistra, pasciuta, impermeabile al sacro, bastevole a se stessa, che gode del proprio potere d’acquisto e si barcamena in un’esistenza edonistica e condotta senza uno scopo che trascenda la dimensione materiale. Una classe agiata e superba che guida una società deprivata del suo traditum. Perché il traditum non c’è, così come non c’è qualcuno a cui consegnarlo. Troverete insegnanti che non educano, padri che correggono a sedativi il latte nel biberon del figlio, altri padri che mollemente si consegneranno al sistema dell’eutanasia, per farsi da parte. E in Piattaforma, sì, troverete un villaggio vacanze frequentato da occidentali sudicioni dediti alle orge. Finirà raso al suolo da un attacco di terroristi islamici. Ci sono più chiavi di lettura, a voi l’interpretazione, con un po’ di fantasia.

Leggete, cazzo! Leggete De Sade! Ma non colatevi addosso la cera bollente e lasciate le mollette sullo stenditoio: leggetelo in chiave politica, perché è così che il Marchese voleva essere letto. E’ l’avvitamento della ragione illuminista quello descrive, la ragione che si avvita su se stessa e diventa violenza, dolore e contemporaneamente, piacere. La ragione si arma, braccio e mente, e marcia sulla Vandea cattolica per estirparne la fede in Dio e nel Re. Fu il primo sterminio scientifico della storia ed era la vecchia Francia che moriva, contadini e baroni ed i figli suoi. Leggete, leggete quello che vi pare ma non aprite più i giornali. Tanto il sipario sulla Francia è calato ieri sera e della vostra sicurezza, d’ora in poi, se ne occuperà Bruxelles. Leggete Golding, Huxley, Orwell, leggete Bradbury. Da qualche parte occorrerà pur iniziare, per disintossicarvi dall’overdose parigina. Perché vi è successo quello che succede ai bambini quando prendono la febbre: si alzano dal letto e scoprono di essere cresciuti di qualche centimetro. Non ve ne siete nemmeno resi conto che sotto il bombardamento a media unificati avete finito con il considerare Parigi alla stregua di Milano, Roma o Napoli. E mentre gridavate “siamo tutti francesi” e riempivate i vostri profili di #jesuischarlie, da brave scorregge mp3 e mangiatori di merda digitale, siete diventati grandi, siete diventati la pubblica opinione europea. Questo resta di voi, insieme ai cadaveri a terra. E chissà quanti altri ne rimarranno, alla prossima guerra che perderemo tutti insieme, con il vostro esanime consenso.

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