Originale: Roarmag.org
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6 gennaio 2015

Perché tacere, se sono nato gridando?
di Guillem Murcia
traduzione di Giuseppe Volpe

La Spagna è uno dei paesi europei che ha più sofferto sotto gli effetti della Grande Recessione. A ottobre 2014 il tasso di disoccupazione era al 24% per la popolazione in generale e a un enorme 53,8 % per i giovani sotto i venticinque anni. Timidi segni di riprese appaiono di tanto in tanto, solo per crollare alla fine in mezzo alla sensazione generale che la Spagna è uno dei paesi malati dell’Europa o, secondo l’acronimo offensivo, fa parte del PIGS [maiali – n.d.t.]: un paese periferico che annaspa in cerca d’aria e incapace di riprendersi dal crollo finanziario.

La reazione pubblica alla crisi, a parte una timida iniziativa keynesiana del governo di centrosinistra del PSOE nei suoi primi anni, si è adeguata al mantra neoliberista: riforme delle leggi sul lavoro per indebolire la negoziazione collettiva e limitare i diritti dei lavoratori, un’agenda di austerità e tagli ai servizi sociali. La spesa pubblica è disapprovata ed è pesantemente limitata da una riforma della costituzione del 2011, approvata sia dai socialisti sia dal Partito Popolare di destra, che ha imposto una camicia di forza al bilancio spagnolo, costringendolo a rispettare quello che sarebbe in seguito diventato il Fiscal Compact europeo. Questi sono solo alcuni degli ingredienti di una miscela che comprende un flusso costante di scandali di corruzione che coinvolgono l’élite spagnola, dai politici agli uomini d’affari di vertice, ai banchieri e persino alla famiglia reale.

Molti spagnoli sono comprensibilmente arrabbiati. Amnesty International ha riferito 45.000 dimostrazioni durante il 2012. Nel 2013 4.500 hanno avuto luogo nella sola Madrid. La maggior parte delle dimostrazioni è stata pacifica. Che fossero coinvolti sindacati e lavoratori a difesa dei loro diritti, attivisti del PAH nell’esercizio della disobbedienza civile per bloccare gli sfratti, catalani filo-indipendentisti a reclamare il loro diritto all’autodeterminazione o cittadini comuni che sollecitavano una chiamata a rispondere e una fine della corruzione, gli spagnoli hanno contrattaccato l’ingiustizia prevalentemente dando voce al loro scontento. Al governo del Partito Popolare, tuttavia, questo aumento delle agitazioni non piace.

Prima che si diffondessero le reti sociali e i più recenti gadget tecnologici, l’oligopolio mediatico garantiva che le proteste ritenute indesiderabili potessero essere fino a un certo punto controllate: quelli che le appoggiavano potevano essere etichettati da radicali, rivoltosi violenti o teppisti nichilisti. Incidenti isolati potevano essere presentati come la norma o come la reale intenzione dei manifestanti. Ma le nuove tecnologie hanno reso più difficile ciò, ed è oggi comune vedere persone che riprendono la polizia per controllarne le azioni. Video di azioni illegali diventano spesso virali pochi giorni dopo la manifestazione.

Entrambi i fattori, l’agitazione crescente e l’introduzione di nuove tecnologie, sono tra i motivi alla base della più recente iniziativa del governo spagnolo per limitare i diritti dei cittadini e intimidirli inducendoli alla sottomissione: la Legge sulla Sicurezza dei Cittadini o, come la chiamano quelli che si oppongono alla sua introduzione, la “Legge Bavaglio”.

Che cos’è la Legge Bavaglio?

I principali obiettivi della Legge Bavaglio sono due:

1. creare diverse “infrazioni amministrative” che comportano multe a quelli che le commettono. Diverse di queste nuove infrazioni amministrative erano normalmente faltas, o reati minori, in base alla legge penale spagnola.

2. creare un “registro delle infrazioni amministrative” dei cittadini che commettono tali infrazioni.

Il primo difetto fondamentale della Legge Bavaglio è legato a quelli che i giuristi chiamano “concetti legali indefiniti”. Si tratta di concetti legali che dipendono da valutazioni successive o altrimenti da misure non oggettive: quando una legge richiedere l’uso “ragionevole” della forza, vieta gli “affronti alla dignità nazionale” e così via, o fa uso di un concetto legale non definito. A volte è necessario usarli nelle leggi, e non tutto può essere quantificato e specificato al livello di dettaglio necessario nella vita quotidiana. Tuttavia questi concetti sono intesi per l’uso con considerevole cautela in leggi che limitano diritti e libertà dei cittadini, poiché attribuiscono una considerevole discrezionalità alle autorità. La Legge Bavaglio è piena di questi concetti quando descrive atti che sono considerati “infrazioni amministrative”.

Questa è una preoccupazione più grande quando si consideri che alcuni di questi concetti devono essere valutati dalle autorità in situazioni di tensione in cui giudizi calmi, razionali sono difficili. Ad esempio, un agente di polizia nel mezzo di una dimostrazione potrebbe non essere nella situazione migliore per valutare, prima di un arresto, se le parole pronunciate da un dimostrante costituiscano un “affronto alla dignità nazionale” e se siano semplicemente un’espressione della sua libertà di parola. L’introduzione di concetti legali non definiti nella legge crea le basi per appigli legali e abusi di potere contro i cittadini.

Il secondo difetto è legato alla creazione delle stesse nuove “infrazioni amministrative” che spesso comportano multe sproporzionate fino a 30.000 euro per chi eserciti diritti fondamentali quali quello di protesta (in questo caso, quando essa è attuata senza l’autorizzazione delle autorità pubbliche). Il governo afferma di star facendo questo in base a criteri stabiliti da esperti di legge penale. Ed è vero che molti giuristi di diritto penale consigliano che la loro disciplina sia usata come risposta finale a problemi sociali, aderendo così a quello che è chiamato il “principio di ultima istanza”, cioè che la legge penale dovrebbe essere sempre l’ultima risposta a un problema sociale. Anche se potremmo dissentire dall’efficacia della legge penale nelle società moderne, è ragionevole ammettere che seguire un principio simile è meglio di un governo autoritario che cerca di imporre una certa visione del comportamento sociale creando migliaia di reati nuovi.

Il problema è che il governo spagnolo ha distorto questo principio e lo sta seguendo in modo perverso. La Legge Bavaglio include numerose “infrazioni amministrative” perché, diversamente dai reati (che devono essere giudicati da un giudice in un processo) tali infrazioni possono essere contestate da un’autorità amministrativa, quale un agente di polizia. Ciò lascia i cittadini con minori garanzie legali per difendersi dall’accusa di averne commessa una. Chi si voglia dimostrare innocente di una “infrazione amministrativa” deve sottoporsi a un tribunale amministrativo. E questi, in base alle recenti riforme del sistema legale spagnolo, impongono tasse ai cittadini, non imposte dai tribunali penali.

Così queste nuove infrazioni amministrative diventano de facto “multe veloci”. O le si paga o si finisce in tribunale, sostenendo tasse per farlo, e rischiando di perdere l’intero processo, pagando così alla fine ancora altri soldi. L’effetto che il governo si aspetta la legge abbia sulla maggior parte delle persone è chiaro: che stiano a casa e non rischino di dover pagare ridicole quantità di denaro per partecipare a manifestazioni non autorizzate. Anche quando la protesta è autorizzata e rimane strettamente nei limiti della legge, come ho citato in precedenza, tali limiti sono così soggettivi che tanto dipende da concetti legali indefiniti che ci si potrebbe ugualmente trovare multati perché un equivalente spagnolo del giudice Dredd (“Io sono la legge”) valuterà la vostra “infrazione”, deciderà che siete colpevoli e vi condannerà, tutto con un unico atto. La morale della storia è: state a casa e tenete la bocca chiusa, cittadini.

Il terzo difetto della Legge Bavaglio è la creazione del Registro delle Infrazioni Amministrative che accoglierà tutte le infrazioni commesse da un cittadino in un archivio individuale. Il suo scopo, secondo la legge, consiste nel “notare le recidive e valutarle al fine di decidere autorizzazioni amministrative che influenzeranno la sicurezza dei cittadini”. Questo bizzarro registro, in qualche modo simile a una fedina penale “leggera”, è stato criticato da numerosi giuristi spagnoli che lo considerano una lista di “cittadini cattivi” e un passo verso tempi più bui.

Oltre la Legge Bavaglio

La Legge Bavaglio è un passo del processo di trasformazione di una democrazia liberale in una autoritaria con minori margini di dissenso e protesta. Paradossalmente si potrebbe pensare che sia un buon segno vedere il governo reagire in modo così sfacciato alle agitazioni nelle strade e vedere la sua perdita di credibilità. E’ una specie di reazione vecchio stile: il loro “guanto di velluto” non è all’altezza del compito e così devono ricorrere al “pugno di ferro”, come disse una volta un ben noto pensatore italiano.  Questo, per certi versi, è un segno di quale spinta stiano guadagnando le alternative al sistema attuale.

Ma questo non dovrebbe indurci a dimenticare che la Legge Bavaglio può avere effetti disastrosi sulle persone che finiscono nella sua trappola. Può rovinare vite con multe sproporzionate o con lo stigma sociale e la paura che può indurre nelle persone. Ed è in questi casi che sarà necessario il mutuo sostegno e le reti di solidarietà dovranno lavorare intensamente.

Tuttavia, anche se questi sono rischi reali che dobbiamo tenere presenti, è molto dubbio che la Legge Bavaglio estinguerà il clima di agitazione sociale in Spagna. Anche se le leggi sono estremamente importanti e hanno effetti reali sulla vita quotidiana della gente reale, il governo non può rovesciare semplicemente svolte politiche e sociali dall’oggi al domani attraverso l’imposizione di multe individuali. Complesse dinamiche sociali possono essere forti come una marea e troppo potenti per essere fermate da una singola legge. La domanda è: la marea sta volgendo in Spagna? Come notoriamente disse Galileo: “Eppur si muove” [in italiano nell’originale – n.d.t.].


Guillem Murcia è un politologo e giurista di Valencia, Spagna. E’ editore e collaboratore di Rotekeil.


Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/gag-law/

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