Originale: al-Araby http://znetitaly.altervista.org/ 23 aprile 2015
Distruggere i sogni non fermerà l’esodo dall’Africa di Vijay Prashad Traduzione di Maria Chiara Starace
Due sponde dell’Africa immergono i migranti in una profonda disperazione. Migliaia di persone provenienti dalla cintura centrale del continente si dirigono in Libia, si ammucchiano sulle barche dirette in Europa e non raggiungono mai la loro destinazione. Nel frattempo, il gruppo dello Stato Islamico rapisce i migranti etiopi e li uccide. I militanti dell’IS fanno il lavoro dei fascisti europei che preferirebbero vedere morti questi uomini e donne disperati piuttosto che vivi sulle loro spiagge. All’altra estremità dell’Africa, dichiarazioni incaute dei capi Zulu inviano uomini e donne ugualmente miserabili a sollevarsi contro i migranti. Il re degli Zulu, Goodwill Zwelithini, ha impersonato i partiti politici d’Europa contrari agli immigrati, quando ha fatto un appello agli stranieri a “preparare le loro cose e a tornarsene nei loro paesi. La violenza ha attraversato con forza distruttiva Durban e Johannesburg, spesso contro persone di paesi che avevano fornito rifugio ai combattenti per la libertà durante la lotta contro l’apartheid. La disoccupazione in aumento e l’instabilità politica hanno creato le condizioni tossiche per l’emigrazione di massa e con questo anche l’ascesa del sentimento anti-immigrazione. L’Unione Europea e l’Organizzazione Internazionale della Migrazione (IOM), seguono i sintomi del problema e si concentrano sui percorsi della migrazione. L’Unione Europea è ansiosa di distruggere le barche sulla costa libica in modo che non possano trasportare il loro carico umano. La IOM suggerisce che l’esperienza di anti-pirateria sulle costa della Somalia può essere trasferita alle acque della Libia. Non c’è focalizzazione sulle difficoltà dei migranti, né su quello da cui fuggono e su che cosa cercano. Questi migranti fuggono dal crollo strutturato delle loro economie e delle strutture politiche. La disoccupazione giovanile è un problema grave in tutta l’Africa. La pubblicazione African Economic Outlook dei recenti anni ha messo in guardia sui crescenti tassi di crescita senza la promessa di un impiego. Questa crescita è avvenuta a causa dell’aumento delle esportazioni dall’Africa di beni primari (come l’olio di palma e il petrolio usato come combustibile, oro e diamanti, caco e legno e anche cotone). La percentuale di guadagno per le economie africane è minima, grazie all’ordine ineguale del commercio globale. Oltre 10 anni fa, i presidenti del Mali e del Burkina Faso, Amadou Toumani Toure e Blaise Compaore, hanno scritto un articolo infuocato sul New York Times, intitolato semplicemente: “I vostri sussidi per l’agricoltura ci stanno strangolando”. Grazie ai privilegi del potere, agli Stati Uniti è stato permesso un regime di tariffe per il sussidio che protegge i suoi agricoltori e soffoca quelli africani. Per forza queste sono regioni propense ad al-Qaida, all’emigrazione, e alle mafie Le conseguenze sociali della politica commerciale e delle guerre hanno come conseguenza i tipi di caos che ora paralizzano tanta parte del Sud Globale. Nulla di tutto questo entrerà nelle discussioni di tragedie come quella delle morti al largo della Libia, della morte degli Etiopi in Libia o della violenza in Sudafrica. Ognuna di queste è trattata separatamente e ha necessità di qualche tipo di cura palliativa. I dibattiti sulle cause sono accantonati. Li toccano troppo da vicino. E’ molto più facile dare la colpa alla “cultura” per le tragedie del mondo –la corruzione e il conflitto tra sette sono le spiegazioni del giorno. E’ molto più difficile arrivare al cuore della questione: alle politiche che catturano e coltivano i sogni delle persone.
Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo www.znetitaly.org Fonte: http://zcomm.org/znetarticle/crushing-dreams-wll-not-stop-the-rush-from-africa |