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19 Ottobre 2015

 

Emergono le prove della complicità degli USA con i terroristi takfiri e crolla il prestigio di Washington nel M.O.

di Luciano Lago

 

Da alcuni giorni, constatiamo che sono quasi sparite dai giornali e dalla TV le informazioni relative ai due principali conflitti in Medio Oriente, ci riferiamo naturalmente al conflitto in Siria, che dura da quasi 5 anni, con il massiccio intervento militare russo, iniziato il 30 di Settembre ed a quello in Iraq, dove lo Stato islamico ed altri gruppi terroristi avevano preso il controllo di vaste aree dei territori di quei paesi.

Tralasciamo di parlare del conflitto o “dell’intifada dei coltelli” in Palestina, che richiederebbe una lunga trattazione a parte su quali ne siano le cause e gli effetti.

Circa il conflitto in Siria, si era registrato  un grosso clamore mediatico iniziale determinatosi nell’ occasione dell’intervento delle forze aeree russe in Siria ed il coro dei media occidentali aveva riportato fedelmente le ridicole accuse della propaganda USA fatte alla Russia per aver bombardato non soltanto le postazione -dell’ISIS (lo Stato Islamico) ma anche quelle degli “oppositori” di Assad, altrimenti denominati dalla propaganda USA come “ribelli moderati”.

Inoltre Mosca era stata accusata da Washington e da Londra di aver prodotto con i suoi bombardamenti diverse vittime civili. Da notare che l’accusa è stata fatta da quelle stesse centrali anglo americane che, soltanto in Iraq, con la loro campagna di guerra basata su menzogne (le armi di distruzione di massa) hanno prodotto circa un milione e 500.000 vittime civili, tralasciando quelle prodotte in Afghanistan, in Libia, in Somalia, in Sudan e le migliaia di vittime civili causate le operazioni attuate con i droni denza pilota, coordinate dal Pentagono ed attuate  in altri paesi. Questo però per i media atlantisti è un argomento che risulta preferibile non trattare ed in genere anzi gli opinionisti di questi giornali cercano di far dimenticare questi  come “effetti collaterali” delle guerre di Washington e della NATO, fatte comunque per ” portare la democrazia”.

Negli stessi giorni incui era partita la campagna di criminalizzazione della Russia di Putin, si è avuta la notizia del bombardamento dell’aviazione statunitense effettuato sull’Ospedale di Emergency in Afghanistan, con vittime fra medici, infermieri e pazienti arsi vivi nei loro letti e questo ha avuto l’effetto di far tacitare di colpo le accuse sulle vittime civili dei bombardamenti russi. Tutto ha un limite ed anche la propaganda più becera, alle volte, deve arrestarsi di fronte all’evidenza dei fatti.

Le tesi della propaganda USA, circa gli obiettivi dei bombardamenti russi, sono talmente insostenibili e al di fuori da ogni logica, che la stessa propaganda dei media occidentali oggi si è dovuta frenare di fronte alle rivelazioni, alle prove documentate ed alle stesse ammissioni di personaggi dell’establishment USA di quanto Washington sia stata coinvolta nella creazione dell’esercito mercenario dell’ISIS e degli altri gruppi che operano in Siria ed in Iraq come il Fronte al-Nusra. Neppure il penoso pretesto degli “oppositori moderati” ha retto per più di tre giorni di fronte all’evidenza che questi “opppositori moderati”, addestrati dalla CIA, per ammissione degli stessi generali del Pentagono, sono finiti a rimpinguare le fila dei miliziani takfiri di AL Nusra (ramo di al-Qaeda) e dell’ISIS portando in dotazione tutte le armi che erano statre loro consegnate.

Vedi: Tragicommedia obamiana. Storia dei 75 “ribelli moderati” addestrati dagli Usa in Siria

E’ emerso anche il caso dei veicoli Toyota acquistati tramite gli USA e l’Arabia Saudita  e dati in dotazione ai terorristi dell’ISIS, un caso esilarante che dimostra chi aveva interesse a fornire tutte le dotazioni necessarie ai terroristi islamici.

Vedi:   Il mistero delle auto Toyota dell’ISIS: forse c’entra qualche cosa l’Arabia Saudita

Questo spiega il silenzio dei media atlantisti ed il tentativo di “distrarre” l’opinione pubblica dal teatro delle operazioni che avrebbe un effetto negativo sulla credibilità degli USA e delle politiche occidentali.

C’è però molto di più di quello che sembra e le notizie più imbarazzanti per l’Amministrazione di Washington provengono oggi dall’Iraq.

Fonti uficiali irachene attestano che l’esercito iracheno, nel corso della riconquista delle posizioni e degli avamposti che erano sotto controllo dell’ISIS, a Faluya, nella provincia di Al Anbar, nella zona ovest dell’Iraq, avrebbero scoperto un arsenale di armi, di munizioni e di missili anticarro di fabbricazione USA, nuovi di zecca, che erano nella mani dei terroristi. In particolare è stato ritrovato un grosso stock di missili anticarro TOW-2, armi sofisticate di cui disponevano i terroristi takfiri e che hanno abbandonato nel corso della loro ritirata di fronte all’offensiva delle forze irachene. Erano armi che avrebbero dovuto essere utlizzate contro i carri armati e gli elicotteri delle forze irachene ma che i terroristi non hanno fatto in tempo ad estrarre dai loro imballi visto che recano ancora le diciture del US Army, con n. di matricola e data di fabbricazione. Il comando USA, richiesto di fornire spiegazioni, da parte del Pentagono ha dichiarato in una nota che queste armi erano scomparse dai loro depositi l’anno scorso. Nessuno però ha dato molto credito a questa dichiarazione. 

Vedi: Al Manar

Non è la prima volta che le forze irachene scoprono le armi americane consegnate ai terroristi ed in particolare si sono verificati degli episodi, denunciati in passato senza però seguito, di invio di armi per mezzo di aerei ed elicotteri paracadutate sulle postazioni dei terroristi con l’evidente intento di prolungare la guerra e ritardare l’offensiva delle forze lealiste del governo iracheno. L’ultimo episodio di fornitura ai terroristi, a mezzo di aviolancio di casse di armi e munizioni, è avvenuto nella zona di Beiyi, il 10 di Ottobre.

Nei mesi precedenti sono stati denunciati altri episodi simili, in particolare era avvenuto nella zona di Kirkuk, come denunciato dal comandante delle forze di mobilitazione popolare, Yafar al Yaberi, il quale aveva riferito che lui ed altri testmoni avevano potuto scorgere come aerei ed elicotteri della coalizione USA scaricassero sulle posizioni dei terroristi casse contenenti armi ed equipaggiamenti vari, testimonianza riferita anche all’agenzia Fars. Inoltre due aerei della coalizione sono stati visti pochi giorni prima paracadutare casse sulle posizioni dei terroristi anche nella zona di Al Jas, en Diyala, ha riferito al Yaberi.

Da notare che nei mesi scorsi questi episodi di rifornimento da parte degli aerei USA ai terroristi erano stati denunciati anche da parlamentari iracheni ma erano rimasti senza alcun seguito. Le autorità militari USA si sono rifiutate di fornire spiegazioni. Inoltre, all’inizio di quest’ano, due aerei britannici si sono schiantati in Iraq nella zona di Ambar mentre trasportavano armi destinate all’ISIS e sono stati fotografati da una commissione del Parlamento Iracheno diretta dal presidente del Comitato , Hakim al Zameli, con tanto di nota di protesta inviata a Londra.

Questi episodi spiegano perchè il governo iracheno abbia voltato le spalle agli USA e si sia rivolto direttamente alla Russia per ottenere un appoggio nella campagna antiterrorista contro l’ISIS, richiedendo un intervento delle forze aeree russe per colpire le posizioni dei terroristi. Inoltre il governo iracheno ha ralizzato a Baghdad un centro di coordinamento assieme alla Russia, all’Iran ed alla Siria per coordinare la lotta contro i terroristi.

La strategia USA che mira a favorire il caos nella regione ed ad utilizzare l’esercito dei gruppi di terroristi takfiri come pretesto per raggiungere i propri fini, che sono quelli di rovesciare i governi legittimi e arrivare ad una frammentazione dei paesi arabi (vedi: Il piano di balcanizzazione del Medio Oriente) è una strategia ormai svelata ed anche dichiarata da parte di esponenti dell’Amministrazione USA.

Un fatto che risulta evidente è il fallimento della campagna di bombardamenti della coalizione comandata dagli USA che, in un anno di tempo, non ha prodotto risultati ma anzi ha permesso allo Stato islamico di espandersi, quasi indisturbato, nei territori dell’Iraq e della Siria. Facile mettere a confronto con l’intervento delle forze aere russe che in due sttimane sono riuscite a smantellare circa il 40% delle strutture militari dell’ISIS e di Al Nusra.

Una politica, quella dell’Amministrazione Obama, che non manca di avere effetti negativi più generali sull’affidabilità degli Stati Uniti come potenza egemone che opera con forme di sobillazione e di appoggio occulto del peggiore terrorismo wahabita, alleata con i regimi più assolutisti ed oscurantisti della regione (Arabia Saudita, Qatar, Bahrain, ecc.) e che pretende di dare patenti di democraticità o di tirannia ai regimi arabi in funzione di quanto siano conformi o meni ai propri interessi.

Tutti gli osservatori sono oggi concordi nel rilevare che i paesi arabi ormai guardano alla Russia come potenza protagonista in Medio Oriente, si registra anche un riavvicinamento alla Siria di Assad da parte di paesi come l’Egitto, l’Iraq e la Giordania ed il prestigio degli USA risulta sceso ai più bassi livelli dai tempi della spedizione di Suez (1956) in poi.

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