Fonti: 

Veterans Today      

RT Actualidad

http://www.controinformazione.info

nov 25, 2015

 

Risulta impossibile che il nostro aereo abbia violato lo spazio aereo turco neppure per un secondo

Traduzione e nota di Luciano Lago

 

Il copilota dell’aereo russo Su-24, abbattuto dai caccia turchi il Martedì, fornisce la sua versione dei  fatti da cui risulta che mai  l’aereo russo aveva violato lo spazio aereo della Turchia. Inoltre il copilota, Konstantin Murakhtin, salvato da una operazione di riscatto delle forze speciali siriane, afferma di non aver ricevuto alcun segnale nè visuale nè via radio da parte dei turchi, contrariamente a quanto sostengono le autorità turche.

“Risulta impossibile che il nostro aereo abbia violato lo spazio aereo turco neppure per un secondo, ha riferito Konstantin intervistato dal canale TV russo Rossiya 1. “Noi stavamo volando ad una altezza di 6.000 metri con un tempo totalmente chiaro ed avevamo il controllo totale di tutta la nostra traettoria”.

 

Allo stesso modo di come Konstantin Murakhtin ha negato che l’aereo si trovasse nello spazio aereo turco, il copilota ha respinto decisamente la versione turca dei presunti ripetuti avvisi che le autorità turche avrebbero trasmesso all’aereo. “In realtà non c’è stato alcun avviso nè via radio nè visualmente per farci modificare la traettoria”. Bisogna capire la differenza di velocità tra un bombardiere tattico Su-24 ed un caccia F-16. “Se avessero voluto avvisarci avrebbero potuto sedersi sulla nostra ala”, ha dichiarato Murakhtin che adesso si trova in fase di recupero presso la base di Latiaka, nel nord della Siria.

“Come è accaduto, siamo stati colpiti nella parte posteriore del nostro aereo e non abbiamo avuto il tempo di effettuare una manovra evasiva”.

Non appena l’aereo è stato abbattuto ed è precipitato in territorio siriano, i due piloti sono riusciti a catapultarsi con il paracadute, uno dei due è stato però ucciso dal fuoco dei ribelli turcomanni mentre planava,  l’altro, il copilota, è riuscito a nascondersi fino a quando è stato riscattato dalle forze speciali russo siriane, nel corso dell’operazione  tuttavia è  rimasto ucciso un marinaio russo.

Nel frattempo si segnala che, dopo l’episodio dell’abbattimento dell’aereo russo, definito da Putin “una pugnalata alla schiena che avrà conseguenze tragiche”, Mosca ha preso la decisione strategica di rafforzare il contingente russo che sta effettuando le operazioni di antiterrorismo in Siria e di prendere nuove misure di protezione di tali forze.

Il Ministero russo ha comunicto che si stanno adottando un insieme di misure per evitare il verificarsi di incidenti similari a qullo dell’aereo abbattuto.

La base aerea russa di Jmeimim, in Siria,  avrà in dotazione il sistema antiaereo S-400.

Il Ministero russo ha proposto l’invio di questo avanzato sistema e la proposta è stata accettata dal presidente Putin.

Tale sistema misssilistico di lungo raggio è il più avanzato sistema in dotazione alla Russia e consente di centrare più bersagli in movimento alla velocità di 4.500 Mt. al secondo. Il sistema S-400 può tenere sotto tiro fino a 36 obiettivi aerei di qualsiasi tipo (aerei o misssili) e contrattaccarli lanciando fino a 72 missili.

Nel contempo sarà fortificata la presenza marittima con l’invio delll’incrociatore lanciamissili Moskwa, equipaggiato con sistemi lanciamissili tipo S-300. L’unità navale sarà schierata al largo della costa di Latiaka ed avrà la missione di abbattere qualsiasi obiettivo aereo che dovesse essere ritenuto un pericolo per le forze aeree russe.

“Avvisiamo che qualsiasi obiettivo che rappresenti un pericolo potenziale per le nostre forze verrà distrutto”, ha dichiarato il capo del Dipartimento dello Stato Maggiore russo, Serguéi Rudskói.

Inoltre è stato comunicato che, da questo momento, tutte le operazioni degli aerei da bombardamento russi saranno fatte con la scorta di caccia intercettori.

Nota: L’adozione di queste misure significa che in pratica sarà la Russia a decretare su tutto il territorio siriano la zona di interdizione al volo (“no fly zone”) che era nelle aspirazione della Turchia di Erdogan e nelle intenzioni degli Stati Uniti, per la protezione dei presunti “ribelli moderati” addestrati dalla CIA e riforniti dalla Turchia.  Dopo questo episodio la maschera  è defintivamente  caduta e si è visto che la Turchia, paese membro della NATO,  costituisce il retroterra ed il paese protettore dei gruppi terroristi che operano in Siria.

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