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mar 18th, 2015

 

Attacco al museo del Bardo di Tunisi: 24 i morti, fra i quali 4 italiani.

di Ghazy Eddaly

 

Potrebbe esservi l’Isis dietro all’attentato di Tunisi, dove terroristi travestiti da militari hanno attaccato verso mezzogiorno il celeberrimo museo del Bardo, attiguo al Parlamento. La rivendicazione è arrivata in serata, ma al momento non vi sono conferme ufficiali. Una prima stima dei morti riporta di 24 vittime, per lo più turisti, mentre i feriti sono una cinquantina. Le notizie indicano che fra i turisti uccisi vi sono quattro italiani, come pure cittadini di diversi paesi europei: la cosa è stata confermata dal primo ministro Habib Essid. L’uccisione dei tre italiani ha trovato conferma in un resoconto della Farnesina, che ha parlato anche di sei feriti dello stesso paese.

Nel museo e dinnanzi all’edificio erano presenti anche visitatori italiani, molti dei quali appartenenti ad una comitiva giunta con la nave da crociera Costa Fascinosa ed arrivati al museo in autobus bersagliati da colpi di fuoco.

Verso le ore 14.00 le teste di cuoio tunisine hanno compiuto il blitz che ha portato all’uccisione dei due terroristi, ma nel conflitto a fuoco è morto anche un agente. In pochi minuti sono stati liberati gli ostaggi, circa 130. Il premier Essid ha riferito che erano cinque i terroristi che componevano il commando e che “due e sono stati uccisi” e uno arrestato.

Lo spagnolo El Mundo ha riportato che tre turisti sarebbero rimasti uccisi durante l’irruzione delle forze speciali; fonti di Notizie Geopolitiche hanno riferito che sul terreno sono rimaste anche due donne tunisine del personale delle pulizie e uno degli autisti degli autobus.

Obiettivo dell’attacco doveva essere con tutta probabilità il vicino Parlamento, dove era in discussione la legge antiterrorismo: testimoni hanno riferito di aver udito spari, forse provenienti dal Bardo, mentre gli agenti di sicurezza hanno immediatamente sigillato l’edificio costringendo nell’aula i deputati e i giornalisti. In occasione di una prima conferenza stampa il premier Essid ha comunicato di aver preso “provvedimenti urgenti” e “misure preventive per tutelare la stagione turistica”, in quanto va “difeso il settore”. Anche il presidente Beji Caid Essebsi ha affermato che “La Tunisia farà di tutto per impedire nuovi attacchi”.

Fino ad oggi il terrorismo jihadista era concentrato nelle zone del monte Chaambi, governatorato di Kasserine, al confine con l’Algeria, dove sono frequenti le scaramucce con l’esercito: lo scorso 15 febbraio i jihadisti hanno ucciso quattro guardie di frontiera, ma fra i molti atti terroristici vi sono quelli del 2 settembre dello scorso anno, quando a Ezzouhour-Kasserine è stata attentata la vita al deputato Mohamed Ali Nasri, del partito Nidaa Tounes, e del 28 maggio, quando è stata attaccata la casa dell’allora ministro dell’Interno Lotfi Ben Jeddou, sempre a Kesserine. Altre zone ad alto rischio e già luogo di tensioni sono quella di Kairouan e quella di Ben Guardane. In quest’ultima, al confine con la Libia, pochi gironi fa stata sequestrata un’ingente partita di armi proveniente dal conflitto libico.

Nella capitale tunisina si sono raccolte centinaia di persone in manifestazioni spontanee contro il terrorismo.

 

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