Russia Insider

28 aprile 2015

Sakeritalia.it

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02 Maggio 2015

 

L’attacco israeliano alla Siria puntava a Mosca

Traduzione di Valentino Fancello

 

Israele è sferzante, scegliendo la Russia come bersaglio, e puntando agli alleati dei russi per un confronto diretto con la Russia di Putin: ciò potrebbe rapidamente significare la fine di Netanyahu e del “cane da guardia degli Stati Uniti” nel Mediterraneo.

di Gordon Duff *

Il 2 Aprile 2015 Israele ha lanciato un attacco aereo contro la Siria. Cacciabombardieri hanno attaccato le zone a Nord di Damasco, nei pressi dell’aereoporto e delle unità militari che constrastano le forze di Al Nusra e dello Stato Islamico. Alcuni attacchi erano diretti a spezzare un’offensiva dell’esercito siriano contro le linee di rifornimento che corrono da Israele attraverso la Giordania, una via cruciale per l’Isis in quella regione.

 

Tuttavia, gli attacchi avevano un altro scopo. Israele sta ingaggiando un conflitto indiretto con la Russia, e lo fa già da tempo. Il golpe ucraino, apparentemente pianificato dalla NATO, trae origine da una congrega “stay behind” di estremisti Neocon, interna al Dipartimento di Stato Usa. L’artefice del golpe di Kiev, Victoria Nuland, è la moglie di John Kagan, da sempre legato all’intelligence israeliana.

Il momento scelto per questi attacchi è cruciale. Essi sono una chiara risposta alla consegna all’Iran del sistema di difesa aerea S-300, annunciata e a lungo promessa da parte della Russia. Se l’Iran non può essere bombardato, la Siria invece, altro alleato della Russia nella regione, può esserlo.

Questi attacchi sono inoltre coordinati coi bombardamenti sauditi in Yemen. L’Arabia Saudita, non avendo esperienza pratica di guerra aerea, sta usando lo Yemen per addestrare i propri piloti e testarne i sistemi. Fra i raid in Yemen, soltanto pochi mirano ad obbiettivi militari; si tratta di un semplice bombardamento di esercitazione, ma esercitazione per cosa?

La coalizione fasulla

La coalizione Usa-Canada contro l’ISIS è quasi uno scherzo: comprende sostenitori dell’ISIS come Arabia Saudita, Bahrain and Qatar. Il 95% della campagna aerea USA contro l’ISIS è più che fittizzia, essendo i sauditi alleati con Israele, mentre le linee di rifornimento dell’ISIS vengono direttamente da Paesi membri della coalizione come Giordania, Turchia, Israele ed Arabia Saudita.

E ancora, nelle ultime settimane si è mostrata essere quasi inesistente, arrivando ad una virtuale cessazione in seguito alla resa di Tikrit alle forze irachene. Subito dopo i raid Usa sono cessati, e l’ISIS ha riposizionato le proprie unità alla luce del giorno, contro obiettivi chiave iracheni, sia economici che strategici.

Guerra indiretta

E’ oltremodo chiaro che Israele sta appoggiando l’ISIS e Al Nusra contro la Siria, ed anche contro l’Iraq/Kurdistan. La campagna di bombardamenti è solo una parte di ciò, armamenti e combattenti jihadisti si sono riversati da Israele come un fiume. Inoltre, Israele ha fornito sofisticati equipaggiamenti di comunicazione, sorveglianza satellitare oltre che la pianificazione operativa. Non ci sono prove che gli esperti israeliani supportino l’ISIS, ma l’osservazione delle sue capacità operative sostiene fortemente questa ipotesi.

Ciò che emerge è che stiamo assitendo ad un tipico attacco di rivalsa del Likud. Israele, barcollante per la retromarcia nelle relazioni Usa, sofferente per una massiccia perdita di prestigio in tutto il mondo, mentre affronta le sanzioni delle Nazioni Unite, attacca puntando la Russia come bersaglio, mirando inoltre agli alleati dei russi per un confronto diretto con la Russia di Putin: ciò segnerebbe la fine di Netanyahu e del “cane da guardia degli Stati Uniti” nel Mediterraneo.

Netanyahu vede la Russia come politicamente vulnerabile a causa delle sanzioni causate dal golpe Ucraino pianificato da Israele. L’ipotesi che la “rivoluzione” ucraina sia un’operazione pianificata da Israele si sta ora mettendo a fuoco. I loro recenti annunci circa l’intenzione di fornire alla giunta di Kiev armamenti pesanti americani, non è la prima mossa aggressiva. L’abilità israeliana nel ricatto e nella corruzione, e i suoi “legami speciali” con l’abilmente nascosto ex regime nazista che sta dietro la Germania della Merkel e con elementi neo-nazisti in Polonia, hanno consentito loro di organizzare il golpe ucrino con un rischi di esposizione virtualmente pari a zero.

Israele ha giocato direttamente con virulenti sentimenti antirussi risalenti alla Seconda Guerra Mondiale, un gioco già utilizzato da altri ma imparato e messo in atto da Israele a ben altri livelli.

Libano ed Egitto

La destabilizzazione della Siria sarebbe un colpo potente contro la Russia, sebbene largamente simbolico. Il rovesciamento pianificato in Ucraina aveva l’intenzione di privare la Russia del suo porto militare sul Mar Nero.

Ritornare in Crimea, sostenere la Siria e rinnovare le relazioni con l’Egitto manterrà la presenza russa nel Mediterraneo, qualcosa che Israele ed Arabia Saudita non possono permettere.

Unita ad un Iran economicamente rafforzato, la prima credibile minaccia militare che per un nuovo governo americano di destra potrebbe presentarsi, è rappresentata da uno sconvolgimento dei piani a lungo termine per il medioriente.

Un fattore chiave del piano di destabilizzazione regionale implica la distruzione del Libano. Nel 2006 Israele ha invaso il Libano solo per essere mandata al diavolo da Hezbollah. Israele sta attualmente ingaggiando una guerra segreta in Libano. Uno dei suoi aspetti è politico. Diversi leader politici libanesi sono stati accusati di essere di agenti israeliani a libro paga, accuse che stanno utilizzando per soffocare lo squilibrato sistema giuridico libanese.

Inoltre, l’ambasciata saudita a Beirut ha reclutato e finanziato cellule terroriste per operare all’interno del Paese.

I bombardamenti israeliani in Siria hanno avuto luogo, con elicotteri e aerei a protezione delle vie di infiltrazione dell’ISIS, non nei pressi delle Alture del Golan nel Sud come dichiarato da Israele, ma appoggiando segretamente le mosse contro il Libano nelle aree a Nord della Bekaa, dove gli attacchi terroristici stanno diventando una minaccia giornaliera. Lo scudo aereo israeliano consente ai terroristi che attaccano il Libano di muoversi liberamente attraverso la Siria e di rifornirsi anche attraverso la Turchia.

Similmente la marina israeliana, incluse le forze sottomarine, sta continuativamente operando al largo delle coste libanesi a supporto delle squadre per operazioni speciali a terra.

La posizione di Obama

La settimana scorsa, il presidente Obama rilevava che la Russia poteva aver venduto i missili S-300 all’Iran in qualunque momento. Il suo tono indicava chiaramente due cose:

Gli Usa in nessun modo legano il diritto dell’Iran all’autodifesa alle sanzioni e

Ciò che si applica all’Iran si potrebbe certamente applicare alla Siria

La Siria dispone al momento di un numero limitato di sistemi di difesa aerea sofisticati, ma non abbastanza per proteggersi dai continui attacchi israeliani e dalle incursioni turche da Nord. Similmente, la Siria è limitata nella propria capacità di difendersi dagli attacchi aerei, mentre quasi una dozzina di forze aeree operano illegalmente nel proprio spazio aereo, sotto la protezione della “coalizione” Usa-Canada. Il supporto aereo Usa, così efficace dentro e nei pressi di Kobane, è ora diventato inesistente nel combattere contro l’ISIS, ma più che efficace nel rendere impossibile alla Siria di difendersi dai raid israeliani, attacchi in supporto dell’ISIS e di Al Nusra ma soprattutto rivolti realmente alla Russia e all’Iran.

* Gordon Duff è un veterano dei Marine della Guerra del Vietnam che ha lavorato sui veterani e sulle questioni relative ai prigionieri di guerra in prima persona per decenni, e fornito consulenze ai governi alle prese con questioni di sicurezza. E’ senior editor e presidente della redazione di Veterans Today, e soprattutto per il settimanale online New Eastern Outlook.

 

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