http://znetitaly.altervista.org

1°settembre 2015

 

Sakina, una ragazzina afgana, seppellisce una pistola giocattolo dicendo…

di Dr Hakim

Traduzione di Maria Chiara Starace

 

Sakina, una bambina di strada afgana di 10 anni, aveva questo da dire: “Non mi piace stare in un mondo di guerra. Mi piace stare in un mondo di pace.”

Il 27 agosto 2015, Sakina e Inam, con amici di strada afgani e i Volontari Afgani per la Pace, hanno fatto un finto funerale per le armi e hanno festeggiato la creazione di uno spazio verde a Kabul.

Vestiti con dei lunghi cappotti  neri, hanno rotto e seppellito le pistole giocattolo in un piccolo spazio dove, negli scorsi due anni, hanno piantato degli alberi.

Inam, un ragazzino di 10 anni con gli occhi luminosi, ha capito il forte desiderio del gruppo di costruire un mondo senza guerra. “Ho conservato le pistole giocattolo fino a circa tre anni fa,” ha ammesso con un sorriso.

Lo stesso giorno, il Premio Nobel Oscar Arias Sanchez, ex presidente del Costa Rica, era in Messico per la Prima Conferenza degli stati  sul Trattato per il commercio delle armi.

Nella sua dichiarazione alla Conferenza, ha raccontato la storia di una donna indigena del Guatemala che lo aveva ringraziato per aver negoziato un accordo di 28 anni fa. Quella madre aveva detto: “Grazie, Signor Presidente, per mio figlio che sta combattendo sulle montagne e per il bambino che porto in grembo.”

Nessuna madre, guatemalteca o afgana, vuole che i suoi figli vengano uccisi in guerra.

Oscar Arias Sanchez ha scritto: “Non li ho mai incontrati, ma quei ragazzi del conflitto non sono mai lontani dai miei pensieri. Sono stati loro i veri autori del trattato di pace, la ragione per cui c’è stato.”

Sono fiducioso che anche i bambini dell’Afghanistan siano, nei suoi pensieri specialmente perché nel 2014 ha avuto un breve contatto personale con i Volontari Afgani per la Pace, avendo preso parte a un video messaggio  di solidarietà destinato ai Volontari che indossano le loro sciarpe azzurre con la scritta Border Free (liberi da confini) che simbolizzano la realtà che tutti ‘gli esseri umani vivono sotto lo stesso cielo azzurro.”

Ringrazio il Signor Oscar Arias Sanchez per ila sua importante opera  per il Trattato per il commercio delle armi, anche se penso che un trattato di questo tipo non sarà sufficiente.

I bambini afgani stanno morendo a causa dell’uso delle armi.

Per sopravvivere hanno bisogno di un divieto contro le armi. Le regole sull’ acquisto e la vendita delle armi fa continuare un commercio che li uccide.

Ho visto Inam e altri bambini che lavorano nelle strade di Kabul  dare   con decisione colpi di  martello alle loro pistole di plastica, rompendo i grilletti, sparpagliando i pezzi ormai inutili delle bocche  delle pistole e infrangendo simbolicamente la dipendenza di noi adulti dalle armi.

I bambini non dovrebbero pagare il prezzo dei nostri soliti affari, specialmente quelli degli Stati Uniti, il paese che  vende più di armi del mondo. Anche i bambini americani soffrono, dato che dal 1968 sono morti molti più americani in conseguenza della violenza provocata con le armi di quanti ne siano morti in tutte le guerre americane messe insieme. I venditori americani di armi uccidono la propria gente; esportando le loro armi all’avanguardia, facilitano l’uccisione di molte altre persone in tutto il mondo.

Dopo aver seppellito le pistole giocattolo, circondati da  sempreverdi e dai pioppi che avevano piantato, i giovani si sono levati i cappotti neri e si sono messi addosso  le loro sciarpe azzurro-cielo.

Un altro mondo stava apparendo mentre Sakina e Inam osservavano i loro amici che piantavano un altro  alberello di sempreverde.

Inam sapeva che non era stato facile creare questo spazio verde nella Kabul massicciamente fortificata.

Il municipio della città aveva detto che non poteva innaffiare gli alberi (anche se il giardino è soltanto a 200 m. di distanza dal loro ufficio). Il Dipartimento del Verde non è stato collaborativo. Infine, le guardie della Commissione Indipendente afgana peri Diritti Umani che ha la sede appena al di là del Giardino, si è offerta di aiutare, dopo che i Volontari li avevano provvisti di una pompa da giardino lunga 100 m.

Rohullah che coordina la squadra per l’ambiente al Centro Comunitario Non-violenza senza confini, ha espresso la sua frustrazione: “Una volta dovevamo affittare un servizio privato per la distribuzione dell’acqua per annaffiare gli alberelli in modo che non si sarebbero avvizziti.  Nessuno dei dipartimenti governativi ci ha potuto aiutare.

Sospirando, ha aggiunto ironicamente: “Non possiamo usare l’affluente del fiume Kabul che scorre proprio di fianco al Giardino, perché il filo d’acqua nera pieno di spazzatura è puzzolente e sudicio.”

Nel frattempo, nel resto del paese, secondo le cifre avute dal Progetto delle priorità Nazionali  – un gruppo di ricerca statunitense  indipendente, no profit che fa in modo di rendere trasparente e accessibile al pubblico il bilancio federale – la guerra afgana in corso costa ai contribuenti americani 4 milioni di dollari all’ora.

Sono i giovani e i bambini che oggi hanno un senso, come quando il Premio Nobel per la Pace,  Malala Yousafzai di recente ha detto che se tutto il mondo smettesse di spendere soldi per le forze armate soltanto per 8 giorni, potremmo fornire un’istruzione gratuite di qualità per ogni bambino del pianeta.

“Non mi piace lavorare per strada, ma la mia famiglia ha bisogno del pane. Di solito mi sento triste,” ha detto Inam, guardando da un’altra parte, “perché provo una specie di impotenza.”

Oscar Arias Sanchez ha detto alla Prima Conferenza del Trattato per il commercio delle Armi: “E oggi dobbiamo parlare a favore di questo trattato di importanza cruciale, e della sua attuazione rapida ed efficace. Se lo faremo, allora quando i bambini dei conflitti oggi ci cercheranno per avere un’assistenza e una guida, non distoglieremo più lo sguardo per la vergogna. Saremo in grado di dire loro, finalmente, che siamo qui per proteggerli. Noi stiamo all’erta. Qualcuno è finalmente pronto ad agire.”

Quella mattina ho sentito le voci di Sakina, Inam e dei giovani afgani risuonare per strada: “#Basta guerra!”

Non era una protesta. Era la decisione concreta  di creare uno spazio verde senza armi e un invito incoraggiante rivolto ad  altri a fare lo stesso dovunque.

Con i loro colori vivaci   e una chiara azione, ci stavano invitando tutti: “Seppellite le vostre armi. Create i vostri giardini.”

 


- Reply

attilio cotroneo 2 settembre 2015 alle 19:49

Alimentare il commercio delle armi e fare ipocritamente riferimento a costituzioni che ne vietano l’uso e che abborriscono la guerra, è un crimine. Creare conflitti per vendere armi é un crimine. Ammettere di offendere persone e luoghi con le armi è un crimine. Ammettere uso delle armi nel proprio paese in maniera folle e seminando paura è crimimale. È questo crimine non ha una legge che lo regolamenta o una punizione bastevole perché è un crimine di menzogna che alimenta menzogna è che vuole scientemente la distruzione umana.


Hakim (dottor Teck Young Wee) è un medico di Singapore che ha svolto la sua opera in campo umanitario e sociale in Afghanistn nello scorso decennio, facendo anche il mentore ai Volontari Afgani per la Pace, un gruppo inter-etnico di afgani che si dedica a creare alternative non violente alla guerra. E’ il dodicesimo assegnatario del Premio Internazionale Pfeffer per la Pace.

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: http://zcomm.org/znet/article/afghan-girl-sakima-buries-toy-gun-and-says

top