Originale: Counterpunch http://znetitaly.altervista.org 23 ottobre 2015
Segregati e impoveriti: i neri poveri d’America di Jesse Jackson Traduzione di Maria Chiara Starace
Il Senatore Bernie Sanders, candidato democratico alla presidenza, ha sconvolto la gente quando ha osservato che il 51% degli afro-americani di età compresa tra i 17 e i 20 anni che avevano preso la licenza di scuola superiore o che non l’avevano terminata, sono disoccupati. Il sito PolitiFact.com ha confermato questa affermazione definendola “per lo più vera” e facendo capire che le cifre potrebbero essere anche peggiori di quelle indicate da Sanders. Questo livello di disoccupazione è una condanna a morte per una generazione, dato che rappresenta per troppi la morte della speranza, del potenziale e perfino, in un’epoca di carcerazione di massa, della libertà. La cifra è scioccante, ma non si può negare la realtà. Anche se nelle nostra società abbiamo fatto molti progressi riguardo alla razza, c’è ancora una netta differenza tra la povertà nera e quella bianca. Come riferisce Emily Badger, del Washington Post, “la povertà che sperimentano gli afro-americani poveri è spesso diversa dalla povertà dei bianchi poveri.” E’ molto più probabile che una famiglia nera povera viva in un quartiere impoverito. La povertà concentrata, come scrive la Badger, “si estende fuori della porta di casa delle famiglie e occupa tutto il quartiere che c’è attorno, toccando le strade, la scuole, i supermercati.” Un nuovo rapporto sulla “Architettura della Segregazione” – Architecture of Segregation” – di Paul Jargowsky per la New Century Foundation elenca le nette differenze che esistono nelle grandi città in tutto il paese. Nell’area metropolitana di Chicago, per esempio, più di uno su tre afro-americani poveri vive in quelle che si chiamano piccole suddivisioni statistiche ad alta povertà (cioè quartieri dove il tasso di povertà è al di sopra del 40%), il che vuol dire 10 volte di più del tasso dei bianchi poveri. E questa situazione è peggiorata, non migliorata, in città in tutto il paese nel corso di questo secolo. Segregati e impoveriti. Conosciamo gli effetti. I bambini piccoli soffrono di malnutrizione, crescono circondati da vernice al piombo. I bambini circolano nelle strade povere e squallide per andare in scuole povere. Non hanno i doposcuola e i programmi estivi. Le famiglie si disgregano. Entrano droga e armi e il lavoro finisce. Non ci sono trasporti abbordabili per andare ai posti di lavoro. Le case vengono abbandonate. Gli ospedali chiudono. Supermercati decenti non si trovano da nessuna parte. Come dice Jargowsky, questo non è realmente un caso. E’ il prodotto di discriminazione sistematica, di leggi urbanistiche che proteggono le zone ricche dai poveri, di case popolari concentrate in pochi quartieri. L’isolamento nei quartieri poveri è un’imposizione, non una scelta. Questa situazione potrebbe essere diversa. A Londra, per esempio, ogni regione deve avere qualche progetto di edilizia popolare per i poveri e per chi fa parte della classe operaia. Immaginate che si chieda a ogni sobborgo di fornire una quantità proporzionata di alloggi per i poveri e per i lavoratori con salari bassi. Improvvisamente i poveri avrebbero accesso a scuole migliori, a un sistema sanitario migliore, a strade più sicure, a più esempi da seguire e a supermercati più igienici (e meno cari). Per tutto questo ci vuole un piano, un piano che incontrerà grande resistenza. Molti sobborghi ricchi di Chicago, osserva la Badger, hanno ignorato le scadenze fissate dallo stato per produrre piani per case popolari. Gli afro-americani poveri sono rinchiusi in quartieri poveri e troppo spesso proprio istituti di custodia cautelare e in carceri. Questa è un’imposizione, non un destino, una scelta di una politica che è moralmente indifendibile e socialmente esplosiva.
Jesse Jackson è il fondatore della coalizione Rainbow/PUSH Vedi: https://it.wikipedia.org/wiki/Jesse_Jackson Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo www.znetitaly.org Fonte: http://zcomm.org/znetarticle/separated-and-impoverished-americas-black-poor |