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1 novembre Liberi dalla paura e dalla militarizzazione
Ebola è diventato il campo di battaglia, uno dei tanti in cui si gioca una partita che è poco sanitaria e molto politica e di potere. Vicenza ancora una volta si trova coinvolta, senza volerlo, o meglio avendo subito la volontà di chi ha accettato le basi e le servitù militari con tutte le conseguenze annesse e connesse compresa anche questa di natura virale. Le forze che sono state favorevoli all’installazione della base americana al Dal Molin leghisti e fascisti compresi, ora si agitano contro la stessa ma non per farla chiudere bensì per utilizzarla contro chi non è portatore di alcuna colpa e di nessun virus ossia gli immigrati, da qualsiasi parte del mondo provengano. Il virus di ebola nella sua per ora scarsa diffusione è stato finora sempre portato da passeggeri di aerei, medici o infermieri e ora, sperando bene di no, magari da soldati della task force americana di ritorno dalla Liberia, non di certo da chi per settimane o mesi deve attraversare mari e deserti prima di poter arrivare qui da noi. In ogni caso esso è il prodotto di una deregulation devastante come quella finanziaria che avendo abbattuto ogni norma e precauzione, perfino di tipo morfologico e ambientale, come la distruzione e il saccheggio di interi territori africani, ha sottomesso il mondo a tempeste di ogni tipo: ambientali, climatiche, finanziarie e anche sanitarie per l’appunto ma tutte legate fra di loro come facce di una stessa medaglia. Si potrebbe dire come la faccia della medusa, quella del capitalismo finanziario che incenerisce ogni cosa che gli si para dinnanzi. Non vogliamo che Vicenza diventi l’arena di leghisti e fascisti che fanno a gara per speculare su ogni catastrofe per farla diventare xenofobia e razzismo; che incitano all’odio e alimentano la paura nei confronti dello straniero diverso. Vogliamo una città libera da basi e servitù militari e da ogni speculazione indegna. Lanciamo pertanto una mobilitazione alla rotatoria di Viale Ferrarin, a pochi passi dall’ingresso del Dal Molin, per sabato 1 Novembre alle ore 17.00 all’interno della giornata di mobilitazione internazionale in solidarietà ai combattenti curdi di Kobane. Crediamo infatti che opporsi alla guerra oggi vuol dire sostenere la lotta del Rojava, un’esperienza di autonomia dal basso e di alternativa sia al modello di capitalismo neoliberista sia alla barbarie fascista del califfato dell’ISIS. E’ fondamentale mobilitarsi a fianco delle guerrigliere e dei guerriglieri del YPG in quanto significa sostenere una battaglia contro la guerra che produce morte, terrore, sfruttamento delle risorse e degli uomini e distruzione di interi territori. Il Rojava dimostra la concreta possibilità di costruire un mondo diverso secondo gli stessi principi che noi stessi portiamo avanti nelle nostre lotte da molti anni. No Dal Molin Vicenza Libera dalle servitù militari C.S. Bocciodromo
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