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La battaglia tra ISIS e le Milizie Ribelli in Siria Un importante confronto è scoppiato tra lo Stato islamico in Iraq e Siria (ISIS) e le altre milizie ribelli della Siria, guidate da due coalizioni di recente organizzate, chiamate Jaysh al Mujahidiin e il Fronte dei siriani rivoluzionari. Ma molte altre milizie hanno dichiarato guerra ad ISIS, insistendo sul fatto che devono abbandonare il tentativo di stabilire uno Stato e che i suoi combattenti devono integrarsi con le altre milizie della Siria o lasciare del tutto il paese. Scontri tra milizie dell'Esercito Libero e ISIS si sono diffuse nella campagna di Aleppo e Idlib. Hassan Aboud del Fronte islamico e capo del suo ufficio politico ha accusato ISIS di rivolgere questa guerra su se stessa. Hassan Aboud ha spiegato in un'intervista con aljazeera: Tutto questo combattimento tra le forze ribelli, può solo indebolire la rivoluzione e aiutare il regime. Noi, nel Fronte islamico, non abbiamo preso la decisione di combattere ISIS, ma chi l'ha fatto aveva le sue ragioni a causa del modo in cui ISIS tratta gli altri gruppi. ISIS nega la realtà, rifiutandosi di riconoscere che si tratta semplicemente di un altro gruppo. Si rifiuta di riconoscere i tribunali indipendenti, ma ha attaccato molti altri gruppi, ha rubato le loro armi, occupato il loro quartier generale, e arbitrariamente arrestato numerosi attivisti, giornalisti e ribelli. Ha torturato i prigionieri. Queste trasgressioni accumulate, fanno sì che la gente sia stufa di ISIS. Alcune di queste persone hanno attaccato le posizioni di ISIS, ma ISIS è stato il primo ad attaccare in altri luoghi, attirando il conflitto su se stesso. Hassan Aboud ha cercato di moderare e limitare il confronto tra i gruppi ribelli. Diciamo ai nostri fratelli che questa non è una lotta contro gli islamisti perché islamisti sono su entrambi i lati. Chiediamo che i nostri fratelli muhajiriin siano trattati bene e non danneggiati. Diciamo ai nostri fratelli la muhajiriin e ISIS di temere Dio nel trattare con le persone che sono venuti a liberare. Non sono forse quelli che hanno liberato Maskana e Atarib e la campagna occidentale di Aleppo? Non vivere nell'illusione che tutte le persone contro di voi sono Sahwa (riferimento al movimento iracheno "risveglio" che è stato armato dal governo statunitense. Tribù sunnite che hanno sconfitto al Qaida in Iraq.) .... La lotta intestina non serve a nessuno; opprime gli altri ribelli serve a salvare il regime, così chiediamo ai gruppi sul terreno di mantenere la loro unità e non impantanarsi in lotte interne soprattutto prima di Ginevra II. Perché vediamo che la situazione siriana è stata ritratta come una guerra civile che non ha soluzione, se non politica. Questo è un ritratto che serve il regime e ci riporta alla situazione che esisteva prima che scoppiasse la rivoluzione siriana, ma oggi con le infrastrutture distrutte e una popolazione senza tetto ...... Si sta combattendo il regime. Così anche ISIS. Come cambieranno, le lotte interne, il futuro dei gruppi che combattono contro il regime? Vorremmo che questi fratelli di ISIS si uniscano ai loro fratelli nella rivoluzione siriana. Li vediamo come nient'altro che un altro gruppo. Essi vedono se stessi come uno Stato. Devono abbandonare questa illusione in cui credono come un dato di fatto, e li induce a trattare gli alleati come avversari. Nusra non differisce in ideologia e autorità da ISIS, Nusra è in grado di lavorare insieme con le altre milizie perché segue la regola che nessun obiettivo ha una priorità più alta di respingere il nemico. Quindi noi chiediamo ad ISIS di seguire l'esempio di Nusra. In questo modo, potremo salvare il sangue dei nostri combattenti e i proiettili delle nostre armi per le linee del fronte. Aboud chiarisce che egli vede ISIS come un potenziale partner. Egli è attento a spianare la strada per il suo ritorno all'ovile. Egli spiega che l'obiettivo di ISIS di uno stato islamico non è sostanzialmente diverso da quello del Fronte islamico o delle tante altre milizie che combattono in Siria. Ciò che lo rende diverso è di vedersi come l'erede unico dello Stato e ha iniziato la creazione di mini stati ovunque governa, mettendo da parte le altre milizie e rifiutando di riconoscere il comune sistema giudiziario della Sharia che le milizie del Fronte islamico e di al Nusra hanno costruito e amministrano insieme. Aboud sottolinea come al Nusra abbia accettato di collaborare e di rinviare le questioni di governance e di costruzione permanente dello Stato fino a dopo la sconfitta di Assad. Questo è un modo di mettere da parte ciò che possono essere le differenze ideologiche piuttosto sostanziali tra le milizie, nonostante il loro obiettivo comune di uno stato islamico sia forse più importante, esso differisce da qualsiasi gara finale sul potere esecutivo. L'emiro di ISIS, Abu Bakr al Baghdadi, spera di affermarsi come il Califfo e costringere gli altri a dargli fedeltà. Ha anche imposto punizioni della sharia piuttosto draconiane e proibito il fumo, la musica e altri piaceri semplici, che molti trovano intollerabile. Questo sottolinea i grandi problemi che rimangono per le milizie nel determinare quale forma e stile un eventuale stato islamico vorrà acquisire, per non parlare chi tra i leader delle milizie governerà. I Leader del Fronte islamico sono stati molto abili nel sanzionare le domande sulla governance. La risposta standard che danno a coloro che chiedono che tipo di governo intendono costruire, è che, quando sarà il momento, chiameranno un'assemblea degli Ulema per decidere la corretta forma di governo islamico. Dichiarazione di Jamaal Maarouf del Fronte dei siriani rivoluzionari. Nel seguire i comandamenti di Dio Onnipotente e le nostre responsabilità verso il lavoro rivoluzionario jihadista per rovesciare il regime oppressivo, noi, il Fronte dei rivoluzionari siriani, ci curiamo del sangue dei martiri e delle realizzazioni ribelli. La leadership del Fronte Rivoluzionario siriano ha convocato i suoi vari gruppi di miliziani nel tentativo di unire le forze rivoluzionarie e affrontare il regime criminale che si sforza di uccidere la nostra gente e le nostre famiglie su questa terra. Noi affretteremo la caduta del regime criminale e solleveremo il nostro popolo dall'oppressione. L'organizzazione nota come lo Stato islamico in Iraq e Siria, non ha smesso di distrarre i mujahidin ribelli coinvolgendoli in scontri marginali, il cui scopo è quello di indebolire i nostri poteri e strumentalizzando le icone della rivoluzione e gli attivisti e gli ufficiali, in un servizio a favore del regime. E dalle loro cattive azioni contro la rivoluzione: 1 Assalire la Sala Operativa dei ribelli nelle vicinanze della Brigata 93 in Ain Issa poco prima della conquista della brigata. Arrestando i leader della Sala Operativa e rubando armi e munizioni e 2 carri armati che appartenevano a noi. 2 Assalire la sede che apparteneva al nostro fronte nella zona di Haram, imprigionando 30 mujahedin e rubando le loro armi. 3 - Assalire il quartier generale della 13a divisione a Kafranabel e rubare le loro armi e munizioni. 4 - Assalire l'ufficio stampa in Kafranbel e arrestre i giornalisti. 5 - Attaccare i ribelli nella città di Maskana e rubare le loro armi e munizioni, uccidendo un certo numero di loro. 6 - Arrestare il mujahid Dr. Abu Rayan e torturarlo a morte e consegnando il suo corpo deformato alla sua famiglia. 7 - Arrestare gli ufficiali, brigadier generale capo del consiglio militare ad Hama, Ahmad Birri, e l'ufficiale Ahmad Saoud, capo della divisione 13a. 8 - Assalire la sede della Haya Al Sharia e la stazione della polizia rivoluzionaria Sarmada e arrestarne un certo numero di membri. 9 - Insediare posti di blocco lungo la strada che porta al confine turco nelle zone liberate, attaccando ribelli e civili e confiscando le loro armi e automobili 10 - Rifiutando di utilizzare la Sharia di Allah per decidere nei conflitti con le altre fazioni. 11 - E per ultimo, l'assedio di un certo numero di villaggi nella campagna occidentale di Aleppo e il 46o Reggimento che include la nona divisione e Liwaa Saq Qureish entrambi appartenenti al nostro fronte, nel tentativo di razziarli. Queste sono solo alcune delle tante violazioni che ISIS ha commesso contro la rivoluzione e le forze ribelli. Noi del Fronte rivoluzionario siriano consideriamo questi atti come un attacco contro di noi e contro gli obiettivi della rivoluzione siriana. Così noi : 1 Chiediamo ai membri siriani di Daash di consegnare le armi alla più vicina sede di comando del Fronte ribelle siriano, e di dichiararsi innocenti di Daash. 2 - Chiediamo ai nostri fratelli Muhajirin che vengono ingannati, di partecipare al Fronte ribelle siriano o a qualsiasi altro gruppo appartenente all'Esercito Siriano Libero. Essi devono portare le loro armi o consegnarle a noi e lasciare il paese entro 24 ore. Noi del Fronte rivoluzionario siriano siamo fermi e colpiremo con pugno di ferro chiunque blocchi la rivoluzione siriana. Vittoriosi con l'aiuto di Allah.
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The Battle between ISIS and Syria’s Rebel Militias
A major confrontation has broken out between the Islamic State in Iraq and Syria (ISIS) and Syria’s other rebel militias. It is being led by two newly organized coalitions, called Jaysh al Mujahidiin and the Front of Syrian Revolutionaries. But many other militias have also declared war on ISIS, insisting that it must abandon its attempt to establish a state and that its fighters must either integrate into Syria’s other militias or quit the country altogether. Fighting between Free Syria Army militias and ISIS has been widespread in the countryside of Aleppo and Idlib. Hassan Aboud of the Islamic Front and head of its political bureau blamed ISIS for bringing this war on itself. Hassan Aboud explained in an interview with aljazerra: All this fighting [between rebel forces] will only weaken the revolution and help the regime. We, in the Islamic Front, did not take the decision to fight ISIS, but whoever did it had his reasons because of the way ISIS treats other groups. ISIS denies reality, refusing to recognize that it is simply another group. It refuses to go to independent courts; it attacked many other groups, stole their weapons, occupied their headquarters, and arbitrarily apprehended numerous activists, journalists and rebels. It has been torturing its prisoners. These transgressions accumulated, and people got fed up with ISIS. Some of those people have attacked ISIS’s positions, but ISIS was first to attack in other places, bringing this on itself. Hassan Aboud has been trying to moderate and limit the confrontation between rebel groups. During his al-Jazeera interview, he added We tell our brothers on the inside that this is not a fight against Islamists because Islamisms are on both sides. We ask that our muhajiriin brothers be treated well and not harmed. We tell our brethren the muhajiriin and ISIS to fear God when dealing with the people you came to liberate. Aren’t they the ones that liberated Maskana and Atarib and the western countryside of Aleppo? Don’t live in the illusion that all people against you are sahwa (reference to the Iraqi “Awakening” movement that was armed by the US government. Sunni tribes that defeated al-Qaida in Iraq.) ….The infighting serves no one; oppressing fellow rebels serves no one save the regime, thus we call on the groups on the ground to keep their unity and not to get bogged down in internal infighting especially before Geneva II. Because we see that the Syrian situation is being portrayed as a civil war that has no solution but a political one. This is a portrayal that serves the regime and takes us back to the situation that existed before the Syrian revolution broke out, but with a destroyed infrastructure and a population made homeless…… You are fighting the regime. So is ISIS. How will in-fighting effect the future of groups fighting the regime? We would like these [ISIS] brothers to join their brethren in the Syrian revolution. We see them as nothing but another group. They see themselves as a State. They need to drop this illusion that they have come to believe as an established fact. It causes them to treat allies as opponents. Nusra doesn’t differ in ideology and authority from ISIS, but they have been able to work hand in glove with the other militias because they have followed the rule that no objective has a higher priority then pushing back the enemy. So we call on ISIS to follow Nusra’s lead. In this way, we will save the blood of our fighters and bullets of our guns for the front lines. Aboud makes clear that he views ISIS as a potential partner. He is careful to pave the way for its return to the fold. He explains that ISIS’s goal of an Islamic state is not substantially different than that of the Islamic Front or the many other militias fighting in Syria. Where it does differ is that it sees itself as the unique heir to the state and has begun setting up mini-states wherever it rules, pushing aside fellow militias and refusing to submit to the common Sharia court system that the Islamic Front militias and Nusra have constructed and administer together. He points out how Nusra has agreed to cooperate and defer questions of permanent state-building and ultimate governance until after Assad is defeated. This is a way of putting aside what may be fairly substantial ideological differences between militias despite their common goal of an Islamic state and perhaps more importantly, it defers any contest over ultimate executive power. The Emir of ISIS, Abu Bakr al Baghdadi, hopes to assert himself as the Caliph and force the others to give him bay`a or allegiance. He has also imposed rather draconian sharia punishments and forbidden smoking, music, and other simple pleasures that many find intolerable. This underlines the great problems that remain for the militias in determining what form and style an eventual Islamic state will take, not to mention who among the militia leaders will ultimately rule. Islamic Front leaders have been very skilful about finessing questions on governance. The standard answer they give to those who ask what kind of government they intend is that they will call on an assembly of Ulema to decide on the correct form of Islamic government when the time comes. Statement of Front of Syrian Revolutionaries by Jamaal Maarouf In following the commands of God Almighty and our responsibilities toward the revolutionary jihadi work to overthrow the oppressive regime, we, the Front of Syrian Revolutionaries, care for the blood of the martyrs and rebel accomplishments. The leadership of the Syrian Revolutionary Front has convened its various militia groups in an effort to unite the revolutionary forces and face the criminal regime that strives to kill our people and families across this land. We will hasten the fall of the criminal regime and lift the oppression off of our people. The organization known as al Dawlat al-Islamiya fi-l-Iraq w-al-Sham hasn’t stopped distracting the rebel mujahidin in side battles and clashes, the purpose of which is to drain our powers and to target the icons of the revolution and the activists and the officers, in a direct service to the regime. And from their bad deeds against the revolution: 1- Raiding the rebels operation room in the vicinity of Brigade 93 in Ain Issa a short time before the storming of the brigade. And arresting the leaders of the operation and stealing the weapons and ammunition and 2 tanks that belonged to us. 2- Raiding headquarters that belonged to our front in the Haram area and imprisoning 30 mujahedin and stealing their weapons 3- Raiding the headquarters of division 13 in Kafr Nabl and stealing their weapons and ammunition 4- Raiding the media office in Kafranbel and arrested the journalists. 5- Attacking the rebels in Maskana city and stealing their weapons and ammunition and killing a number of them. 6- Arresting the middle man, the mujahid Dr. Abu Rayan and torturing him to death and handing his deformed body to his family. 7- Arresting the officers, brigadier general head of military council in Hama Ahmad Birri, and officer Ahmad Saoud leader of the 13th Division. 8- Raiding the headquarter of the Haya al Sharia and the revolutionary police station in Sarmada and arrested a number of members 9- Setting up checkpoints along the road leading to the Turkish border in the liberated areas, that attack the rebels and civilians and confiscated their weapons and cars 10- Refusing to use Allah Sharia to decide in conflicts with the other factions 11- And last, the seige of a number of villages in Aleppo western countryside and the liberated 46th Regiment which includes the 9th division and Liwaa Saq Qureish both of which belong to our front, in an attempt to raid it. These are only a few of the many violations that ISIS has committed against the revolution and the rebels. We in the Syrian Revolutionary Front consider these acts to be an attack against us and the aims of the Syrian revolution. Thus we: 1- Ask the Syrian members of Daash to hand over their weapons to the nearest Syria Rebel Front headquarter and to declare themselves innocent of Daash. 2- We ask our Muhajirin brothers who are being fooled to join the Syria Rebel Front or any other group belonging to the Free Syrian Army. They should bring their weapons or hand them over to us and leave the country within 24 hours. We in the Syrian Revolutionary Front stand firm and will strike with a hand of steal anybody that blocks the movement of the Syrian Revolution. (victories with Allah’s help)
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