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luglio 3rd, 2014

Il Kurdistan iracheno pronto alla secessione. E Istanbul, ci convivremo
di Enrico Oliari

Il presidente della regione autonoma del Kurdistan iracheno, Massud Barzani, ha chiesto al Parlamento regionale di indire il referendum per l’aurtodeterminazione e l’indipendenza dall’Iraq.
Intervenendo davanti all’Assemblea, Barzani ha fatto notare il fallimento della politica del premier iracheno Nouri al-Maliki, ed ha detto che “Abbiamo avvertito al-Maliki di quello che stava avvenendo già sei mesi fa ma non ha ascoltato e questi sono i risultati”.
Non solo Barzani aveva informato Baghdad dell’avanzata degli jihadisti dell’Isil, gruppo legato ad al-Qaeda, ma addirittura Fallujah è caduta già ai primi di gennaio. D’altronde l’acronimo “Isil”, gruppo attivo nel conflitto siriano nella lotta contro Bashar al-Assad ed oggi anche contro gli insorti, contro i curdi del nord e persino contro Jabat al-Nusra, altro gruppo qaedista, signofica “Stato islamico dell’Iraq e del Levante, un significato che lascia spazio a pochi fraintendimenti.
In occasione del conflitto siriano, come pure di quello in corso in Iraq, il Kurdistan iracheno ha saputo tenersi al di fuori delle dinamiche, presando invece soccorso e ospitalità ai molti profughi dell’uno e dell’altro paese, dando prova di solidarietà e contando spesso su scarse risorse da aprte della comunità internazionale.
I peshmerga, ovvero i militari curdi, hanno preso il controllo di Kirkuk il 13 gennaio dopo che la città è stata conquistata (seppur senza sparare colpo) dai miliziani dell’Isil.
“Abbiamo un sostegno internazionale sulla questione dell’autoderminazione dei curdi”, ha spiegato all’Assemblea Barzani, aggiungendo che “coloro che non ci appoggiano non sono nostri nemici”.
Sostenitori di Barzani e dell’autodeterminazione del Kurdistan si sono radunati attorno al Parlamento a sostegno dell’intervento secessionista del presidente.
Da tempo è in essere il tentativo del Kurdistan iracheno di vendere il proprio petrolio bypassando il governo centrale, cosa per cui è stato costruito l’oleodotto di Ceyhan, che porterà il greggio in Turchia e in Israele.
Difatti la Turchia ha cambiato la propria posizione in materia di Stato del Kurdistan: il portavoce dell’Akp del premier Erdogan, Huseyin Celik, ha dichiarato al Financial Times che “In passato un Kurdistan indipendente era una ragione di guerra per la Turchia, adesso nessuno può più sostenerlo. Noi non incoraggiamo l’indipendenza, ma, se dovesse accadere, ci convivremo”.
Il 30 maggio Barzani si è recato in visita in Italia dove ha incontrato il ministro degli Esteri Federica Mogherini: i due hanno discusso di conflitto siriano e hanno assicurato entrambi “il proprio impegno a rafforzare ulteriormente i rapporti economici bilaterali, già ottimi”.

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