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13 gen, 2014

Così l’America ha fatto rinascere Al Qaeda

La guerra di Bush ha portato i terroristi in un Paese che ne era immune. E la situazione in Afghanistan e Pakistan potrebbe segnare una nuova ascesa dei qaedisti...

Con la speranza di portare la democrazia in Iraq, gli Stati Uniti si sono ritrovati con il cavallo di Troia del terrorismo. La situazione, nel suo dramma, appare paradossale: la guerra americana ha portato Al Qaeda in un Paese dove l’organizzazione di Osama Bin Laden non era mai stata presente.

I guerriglieri islamisti, infatti, hanno sfruttato il caos generato del conflitto, alimentando le divisioni tra sciiti e sunniti e portando l’Iraq in una spirale di guerra civile. Il 2013 è stato un anno tragicamente esemplare: il numero di vittime per le violenze è aumentato vertiginosamente e negli ultimi giorni Fallujah e Ramadi, situate nella provincia di al-Anbar, sono finite sotto il controllo di Al Qaeda. L’esercito di Baghdad sarà perciò costretto ad una dura offensiva, che provocherà altri morti e accrescerà la tensione.

Le conseguenze sono imprevedibili. Ma è ormai certo un dato: i miliziani legati alla rete terroristica sono penetrati nel Paese, prendendo il controllo di ampie parti del territorio.

Gli Stati Uniti, con le politiche di George W. Bush, hanno fatto un terribile autogol: l’obiettivo (teorico) di esportare la democrazia ha fatto attecchire i qaedisti in un Paese che era rimasto immune dalle derive islamistiche.

In un articolo di Bruce Riedel, il Daily Beast ha annotato altri pericoli che si annidano in Afghanistan e Pakistan, dove già Al Qaeda era forte e dove gli attacchi occidentali, compresa l’uccisione di Bin Laden, hanno solo sortito un effetto palliativo contro la minaccia del terrorismo.

Washington deve trovare un accordo con il governo di Kabul per continuare l’opera di contrasto ai mujaheddin talebani. Senza un’intesa con Karzai, infatti, l’America non potrà nemmeno condurre le operazioni con i droni, che rappresentano lo strumento-base della guerra al terrorismo. Inoltre, il supporto logistico del governo locale è fondamentale per compiere blitz come quello fatto ad Abbottabad, in cui venne ucciso Bin Laden.

In Pakistan la situazione è altrettanto preoccupante: il primo ministro, Nawaz Sharif, non si è contraddistinto per la lotta al terrorismo. Un dato è evidente: durante la campagna elettorale i comizi dei candidati del suo partito si sono svolti in un clima tranquillo. Mentre gli esponenti delle liste avversarie hanno subito attacchi da parte dei miliziani islamisti. Gli Stati Uniti devono trovare una soluzione intelligente, altrimenti la guerra contro Al Qaeda diventerà sempre più complicata.

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