Asharq al-Awsat Alcune domande dopo l’arrivo dell’ISIS a Mosul Cosa ha permesso all'ISIS di diventare così potente?
Da principio, si potrebbe apprezzare il coraggio di Washington e Londra, sua alleata, nel riconoscere la loro responsabilità rispetto a quanto sta accadendo in Iraq e nella regione. Ma il solo riconoscere l’errore non è sufficiente. Stati Uniti e Gran Bretagna non possono lavarsi le mani delle conseguenze dell’assenza di piani realistici per la ricostruzione dell’Iraq del post-Saddam Hussein e per il mancato orientamento dello smantellamento degli organi di governo del regime, a cominciare dalla dissoluzione dell’esercito iracheno. In particolare, sono mancati progetti concreti basati sulla realtà irachena e regionale e che prendessero in considerazione l’esperienza della popolazione. Ciò ha portato alla disintegrazione del Paese e, oggi, ai fatti di Mosul e di Ninive, ora sotto il controllo di centinaia di combattenti dell’ISIS. Questa organizzazione continua ad imporre la sua presenza sul territorio iracheno e siriano ed è diventata uno dei maggiori pericoli della regione. Tale contesto suscita una domanda: con l’arrivo a Mosul, l’ISIS è diventato un pericolo impossibile da affrontare? Non sono un esperto di strategia e quindi non ho una risposta in merito, ma risulta evidente e chiaro che gli attori della regione devono far sì che impedire un’ulteriore espansione dell’ISIS abbia la precedenza su tutto il resto. Questo, a sua volta, mette in evidenza un altro quesito: cosa spinge i militanti dell’ISIS a continuare ad espandersi e cosa permette a gruppi di poche centinaia di mettere in fuga truppe regolari di migliaia di soldati? La risposta non appartiene ai “non addetti ai lavori” come nel mio caso, in quanto riguarda qualcosa che accade sotto la superficie e che esiste sin da quando si è iniziato a sentire parlare dell’ISIS sui principali media. Ricordo ancora la mia sorpresa nel vedere Abu Bakr al-Baghdadi sulla copertina della rivista Time e di essermi chiesto chi fosse. Fu il titolo a rispondermi: “L’ascesa della stella nera di Al-Qaeda: come Abu Bakr al-Baghdadi è diventato il più potente terrorista del mondo”. E infatti c’è da chiedersi: come ha fatto Al-Baghdadi a diventare così potente? Chi finanzia l’organizzazione, chi arma i combattenti e chi facilita gli spostamenti delle legioni? Ci sono stati parecchi punti interrogativi sul ruolo dell’Iran, da un lato, e su quello del regime siriano, dall’altro, o addirittura su entrambi, come fornitori di supporto logistico e finanziario dell’organizzazione. Senza dubbio, il tutto è molto grave. Se un’organizzazione come l’ISIS ha preso il controllo di parte della Siria e dell’Iraq è probabile che si espanderà ancora. Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha espresso preoccupazione per la situazione. Ma di certo, né la preoccupazione, né il riconoscere i propri errori in sé non possono cambiare la realtà, ma possono impedire che peggiori. Speriamo sia ancora possibile.
|