Ansa - 05 novembre 2014 - Sono oltre 500 i membri del clan tribale degli Albunimr che sono stati trucidati in Iraq dallo Stato islamico (Isis) negli ultimi dieci giorni, nel corso di un'offensiva nella provincia occidentale di Al Anbar. La denuncia viene da Ghazi al Gaoud, figlio del capo della tribù, Maim al Gaoud. Molti ragazzi tra i 14 e i 16 anni della città curda di Kobane in Siria hanno subito per mesi torture e abusi da parte dei jihadisti dell'Isis che li avevano fatti prigionieri a maggio. Lo riferisce Human Rights Watch. I dettagli sono stati forniti da 4 degli stessi minorenni, riparati in Turchia dopo il loro rilascio. Secondo i racconti dei giovani le guardie sottoponevano gli ostaggi a pestaggi, a volte li frustavano con cavi elettrici e li costringevano anche a vedere filmati di decapitazioni. |
http://iljournal.today Perché Isis massacra la tribù sunnita Albu Nimr I guerriglieri dell’autoproclamato Califfo hanno compiuto una strage contro i sunniti, di cui vogliono farsi portabandiera. Non solo sciiti, cristiani o persone appartenenti a minoranze come gli yazidi. I guerriglieri sunniti dell’Isis hanno compiuto un massacro in Iraq contro la tribù Albu Nimr, anch’essa sunnita, nella provincia di Anbar. La notizia risale a qualche giorno fa, ma nelle ultime ore si è compreso il motivo di questo comportamento. Lo sterminio è avvenuto principalmente per ragioni politiche: l’autoproclamato Califfo Ibrahim, meglio noto come Abu Bakr al Baghdadi, non può permettere ribellioni o addirittura che qualcuno voglia sottrargli la leadership dei sunniti, conquistata con migliaia di morti e brutali violenze. Maurizio Molinari spiega su ‘La Stampa‘ la strategia sanguinaria del capo dei jihadisti. Per comprendere il perché di tanta violenza contro una tribù sunnita ovvero un tassello del tessuto sociale a cui il Califfo Ibrahim si rivolge bisogna tener presente che Al-Bu Nimr è una tribù pro-Baghdad. Fra i 40 mila membri delle tribù dell’Anbar infatti circa 5000 sostengono ancora Baghdad e Isis vuole sottometterli al fine di scongiurare lo scenario di doversi battere su un fronte interno.
Le barbarie contro Albu Nimr Secondo le notizie provenienti da fonti affidabili, sono stati uccisi almeno 400 componenti della tribù sunnita Albu Nimr. Il bilancio, però, potrebbe essere anche più pesante. Le esecuzioni non hanno risparmiato donne e bambini: i corpi sono stati gettati nelle fosse comuni, come tragica consuetudine delle vittime dell’Isis. La tribù Albu Nimr è stimata in 10mila persone e vive in gran parte nei pressi di Ramadi, nella provincia di Anbar. Nel 2007 i suoi leader si erano già opposti alla branca di Al Qaeda in Iraq, difendendo il processo democratico in corso, seppure con le note difficoltà. La resistenza contro Isis è stata altrettanto eroica, ma i miliziani di Abu Bakr al Baghdadi hanno a disposizione armi migliori. Così hanno conquistato le aree controllate dai capi tribali, che per settimane avevano chiesto un sostegno dell’esercito regolare iracheno. Gli appelli sono finiti nel nulla, spalancando la strada al massacro.
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