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Fonte: http://www.lastampa.it/
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Giovedì, 28 agosto 2014

Isis: Le Foto del Sen. Mc Cain, Obama, i Neocon e altri retroscena
di Maria Grazia Bruzzone

Si legge un po’ di tutto sui finanziatori dell’ISIS, ma sempre “all’insaputa dei governi”, come ha affermato persino la signora Merkel  (qui lastampa.it).  Eppure tante analisi convergono nel rimproverare al presidente Obama di essere oggi riluttante a un maggiore coinvolgimento degli Stati Uniti in Siria, così come lo fu negli ultimi mesi nell’inviare armi ai cosiddetti “ribelli moderati” e laici, così come gli chiedevano i falchi, il suo ex segretario di stato Hillary Clinton e il senatore repubblicano John McCain in testa. Mc Cain del quale circolano (ancora una volta) sul web fotografie sorprendenti, e compromettenti. 

E se Obama fosse semplicemente restio ad appoggiare l’avventurista linea dei Neocon, che tanti danni già fece ai tempi di G.W. Bush, se resistesse a farsi coinvolgere nelle loro più o meno celate iniziative? In fondo da senatore nel 2003 Obama votò contro la guerra in Irak, al contrario di Hillary, e  in campagna elettorale promise di chiudere con quel conflitto; i suoi primi discorsi erano tutti volti a un’opera di pacificazione tanto da valergli un anticipato Nobel per la Pace; non da ultimo, stando ai sondaggi gli americani sono sempre più ostili anche solo ad immischiarsi in fatti esterni, si tratti di Ucraina o Medio Oriente.   

Che diverse linee si confrontino nell’establishment americano, in quel che alcuni chiamano lo "Stato profondo, non solo sul Medio Oriente, sembra dimostrarlo l’articolo di Foreign Affairs su Usa/Ucraina e Russia che Underblog ha sintetizzato nel suo ultimo post.  

LE FOTO Di Mc CAIN. Segnalate anonimamente su twitter, circolano sul web, riprese anche da siti “alternativi” italiani (qui e qui  e qui) foto che ritraggono il senatore insieme a giovani arabi, a quanto sembra. E fin qui. Il fatto è che in una foto si vedrebbe sullo sfondo Mohammad Nour, portavoce di Jahabat- al-Nusra, il gruppo Qaedista poi in gran parte assorbito dall’ISIS; in un'altra, in cui il senatore americano è ritratto in una folta riunione, il secondo giovane a sinistra, con gli occhiali, sarebbe Salem Idris, capo del Free Syrian Army – i cosiddetti “ribelli moderati”. Ma il primo a sinistra, il più visibile, a cui Mc Cain sembra rivolgersi, sarebbe addirittura Ibrahim al-Badri, poi noto col nome di battaglia al-Bhagdadi. Il capo del sanguinario ISIS, insomma, il famigerato autoproclamato Califfo. Sul quale pende del resto una taglia da $10 milioni da parte dell’anti-terrorismo americano e presente nella lista nera dell’ONU (altre foto, del ricercato). Come è possibile?  

PRECEDENTI. Il sito di Mc Cain già a luglio si è preoccupato di segnalare che il senatore è stato fatto bersaglio dai terroristi che lo considerano “nemico” e "crociato”.

E però dell’anziano ma sempre attivissimo senatore rep sono già circolate altre foto del genere (qui e qui, e qui Underblog) che lo ritraevano insieme al leader di Svoboda Oleh Tyahnybok e al futuro primo ministro Arsenij Yatsenyiuk  in un evento in Ucraina nel dicembre 2013,  ben prima della “rivolta” che di lì a qualche settimana avrebbe travolto il presidente Yanukovich.  All’evento era presente anche l’assistente alla Segreteria di Stato per Europa ed Eurasia Victoria Nuland (per inciso, moglie di Robert Kagan, giornalista, saggista e consulente della Difesa vicino ai Neocon), la stessa che in quei giorni aveva dichiarato che gli Usa avevano speso $5 miliardi per “aiutare” l’Ucraina e di cui poi vennero intercettate telefonate indiscrete con l’ambasciatore americano in Ucraina (Nuland imponeva Yats, e "F...ck the EU").  

A cercar bene di foto del senatore se ne troverebbero molte altre, legate a varie “insurrezioni” o colpi di stato più o meno riusciti, in Venezuela, Haiti, Kenia, per non dire  alle “rivoluzioni  colorate” e primavere arabe di cui il senatore si è occupato, come risulta anche a Wikipedia. Del resto Mc Cain è dal 1993 presidente dell’IRI – International Repubblican Institute, specie di ramo repubblicano della NED – agenzia intergovernativa, ufficialmente una Ong, creata da Ronald Reagan per estendere le attività della CIA - in collegamento coi servizi di Gran Bretagna, Canada, Australia -  e “diffondere la democrazia” nel mondo (qui elenco  finanziamenti della NED in Ucraina nel solo 2012) 

Mc Cain ringrazia Qatar, Sauditi e Bandar.

Grazie a Dio per i Sauditi, e il principe Bandar”, ha detto il senatore alla CNN nel Gennaio 2014. “… e per i nostri amici del Qatar” ha aggiunto durante una conferenza a Monaco, un mese dopo (Feb 2014). Così esordiva lo scorso giugno un interessante post sul sito di the Atlantic, storica rivista politico-letteraria.  

Il principe è  , allora capo dei potenti servizi segreti dell’Arabia Saudita, già ambasciatore negli Stati Uniti (e molto amico dei Neocon e del clan Bush tanto da essere stato soprannominato “Bandar Bush ” dai blog alternativi ai tempi dell’ex presidente Usa, ndr). “Mc Cain  insieme al senatore Lindsey Graham, entrambi repubblicani,   aveva incontrato il principe per incoraggiare i Sauditi ad armare le forze ribelli”, scrive the Atlantic.  Ma poco dopo (Feb/Marzo 2014) il re dell’Arabia Abdullah ha tolto a Bandar l’incarico delle operazioni coperte. E due settimane dopo l’incontro del 28 marzo fra il presidente Obama il re Abdullah, Bandar è stato anche sollevato dall’incarico di capo dell’intelligence (pur restando a dirigere il National Security Council).   

“Si parla molto del Free Syrian Army, l’opposizione armata ‘moderata’ (anche the Atlantic usa le virgolette) ma le fazioni che mietono più successi sono Jabhat-al-Nusra e ISIS. Un successo dovuto al sostegno ricevuto da Qatar e Arabia Saudita”.   Il Qatar si è occupato di al-Nusra , dice a un funzionario qatarino. Ma “ l’ISIS è stato un progetto Saudita” , dichiara un altro funzionario. ‘L’ISIS può essere stato in larga parte opera della strategia coperta di Bandar in Siria’, si dice. Conclusione: Mc Cain avrà avuto anche uno scopo ammirevole, liberarsi di un brutale dittatore (Assad) ma affidandosi a Bandar ne è uscito un mostro e non ne valeva la pena. 

Enfatizzato il ruolo di Qatar e Sauditi in collegamento coi Neocon l’articolo - scritto nei giorni in cui l’ormai autoproclamato Califfato avanza in Irak - mostra l’amministrazione Obama su un’altra linea, preoccupata dell’effetto boomerang del sostegno dato a quei due gruppi.  Al punto che a febbraio 2014 Susan Rice, consigliere per la Sicurezza Nazionale, aveva incontrato i capi intelligence di Turchia, Qatar, Giordania e altri racomandando di non aiutare più quei gruppi  ma i “moderati” del FSA, come hanno poi fatto anche i vertici di Pentagono e Difesa, d’accordo con Obama. A preoccuparsi sarebbero gli stessi sauditi –   aggiunge la rivista - “ sebbene non si possa escludere che sotto sotto gli aiuti di Qatar e Arabia Saudita continuino”. 

“I moderati in Siria non c’erano già più nel maggio 2013”.

Lo afferma Emma Bonino, che come ministro degli Esteri italiano del governo Letta, in una riunione delle diplomazie si batté affinché non venissero fornite armi ai “ribelli” siriani che ne avevano fatto richiesta (chissà se quella posizione ha pesato sulla sua non conferma agli Esteri da parte di Renzi). Analoga richiesta era stata avanzata nel 2012. Obama si era opposto, e oggi Hillary Clinton glielo rimprovera nel suo recente libro. 

La presa di posizione della Clinton si riferisce al dibattito del 2012 in cui lei, con alcuni altri, spingeva per armare la parte - tra virgolette - moderata e Obama sostanzialmente si oppose” – dichiara intervistata dalla Stampa.  

Non ho dettagli sul 2011-2012. Ma quello che so per certo è che nel maggio-giugno 2013, all’epoca fra l’altro in cui in Siria vengono allo scoperto i tagliagole (l’ISIS ndr) era ormai chiarissimo, evidente e noto,  che i cosiddetti moderati e laici tra i ribelli siriani erano stati tutti epurati. Anche il Free Syrian Army era infiltrato da al-Nusra e dall’ISIS. E dunque proprio non era il caso di fornire loro armi ”. Non è andata proprio così.  

“Il Congresso Usa approva segretamente l’invio armi ai ribelli siriani moderati”.  

Così un take dell’agenzia Reuters, 27 gennaio 2014, e nel titolo ancora una volta ci sono le virgolette.  Reuters cita funzionari Americani ed Europei, dice che le armi “leggere”(compresi razzi anti-tank ma esclusi i missili antiaerei a spalla) saranno inviate a milizie “non islamiste”. via Giordania. E precisa che l’invio di armi è stato approvato in una seduta “a porte chiuse” – vale a dire  in segreto - alla fine dell’anno fiscale 2013.  

Stranamente la notizia Reuters non è stato ripresa dai media, annota un blog.  

Era stata sempre la Reuters il 1°agosto 2012 a scrivere che Obama autorizzava un supporto segreto ai ribelli Siriani, cioè aiuto da parte CIA e altre intelligence, ma NON invio di armi letali, “anche se alleati li mandano”. Riferiva delle critiche di Mc Cain e Graham a Obama. E aggiungeva che gli Usa collaborano con un centro di comando operato da Turchia e alleati.  Riferimento a un take precedente, secondo il quale Turchia con Arabia Saudita e Qatar hanno installato una base operativa al confine con la Siria. ‘Centro nervoso’ sarebbe la città di Adana, vicina al centro di Incirlik dove c’è una base aerea Usa. 

Tra Istambul, Ankara e Washington.

“Secondo un insider dell’ex primo ministro libanese Saad Hariri gli Stati Uniti dirigono le operazioni dell’ISIS dall’ambasciata di Ankara. Il piano di imbrogliare l’Irak e accendere una guerra regionale in Medio Oriente è stato architettato dall’Atlantic Council”, è la sintesi brutale e alquanto sommaria che un post di Infowars  fa di un articolato, intrigante colloquio con una fonte vicina al libanese/saudita Hariri (forse lui stesso) postato da un blog che Underblog non conosceva ma appare indipendente e assai informato. 

Il sito nsnbc.me, fondato nel 2011 e diretto da uno psicologo-traumatologo tedesco, Christof Lehmann, che è stato amico e consigliere di Arafat e di Nelson Mandela, per reagire alla disinformazione su Libia e Siria, racconta lui stesso  in un altro suo blog, 4thmedia.org. Hariri invero, nato a Ryad, lo ricordavamo amico degli occidentali. Però è vicino ai Sauditi, e  secondo Wiki  è  appena tornato in Libano dopo due anni passati tra Francia e Arabia Saudita.  

La fonte vicina ad Hariri sostiene che “il tocco finale al piano di balcanizzazione della regione che prevede (piano della Rand Corporation per un Greater Middle East che risalirebbe al 1996) è stato dato all’ Energy Summit dell’Atlantic Council fondato da George Soros  tenuto a Istambul nel novembre 2013”, scrive ancora Inforwars. Il 20 e il 21, esattamente, aggiungiamo.  

Guardiamo a questo periodo come a un punto di svolta, come nel 1918 e nel 1945. La Turchia è in ogni caso un paese centrale, in quanto creatore di stabilità regionale. Tuttavia Usa e Turchia possono lavorare molto all’unisono, ed è così che saranno efficaci”, ha dichiarato il presidente del Council Frederick Kempe in occasione del summit. 

Tra i partecipanti il presidente della Turchia Abdullah Gul, il ministro delle Risorse Naturali del governatorato Curdo e il ministro Usa dell’Energia Ernst Monitz, l’ex Segretario di Stato Usa Madeleine Albright e Brent Scowcroft, membri del Council, l’ambasciatore americano ad Ankara Ricciardone . Tema dell’incontro, gli Sviluppi Regionali, compresi gli Sviluppi nel Nord Irak (da altro post nbnbc del 2013, che riprendeva un giornale turco, e parlava del piano di balcanizzazione che prevederebbe la creazione di uno stato Curdo, con territori presi a Siria, Irak e Iran).  

Un ipotetico retroscena.

L’insider di Hariri dà una sua lettura dei fatti. Turchia, Arabia, Qatar e Kuwait avrebbero lavorato con gli Stati Uniti per rovesciare il regime alauita di Bashar al Assad in Siria. Ma il governo iracheno avrebbe poi frustrato gli sforzi dei mercenari in Siria, cominciando a intercettare e bloccare i rifornimenti di armi dal confine Saudita. 

“Se Bagdad fosse stato più collaborativa sui campi petroliferi siriani di Deir-Ez-Zor all’inizio del 2013 e sull’autonomia del Nord [il governatorato Curdo che aspira all’indipendenza] non  si sarebbero rivolti contro al-Maliki”, racconta la fonte. Vale a dire contro l'Irak via ISIS, par di capire. Un'offensiva che alla fine ha favorito i Curdi, che si sono presi Kirkuk col suo giacimento da 10 miliardi di barili (vedi già Underblog qui).  

Era previsto che l’ISIS in Siria prendesse il controllo della zona di Deir-Ez-Zor in agosto 2013, ma il voto del parlamento inglese contrario ai bombardamenti aerei americani sulla Siria hanno fatto sì che l’esercito di Assad avesse la meglio e riprendesse il controllo del campo petrolifero di al Thayem”. 

La situazione era un disastro, a giugno tutti erano pronti a come dividersi il petrolio, 27 ministri degli Esteri Europei  su 28 avevano tolto il veto all'importazione di petrolio dai territori della Siria in mano all'opposizione , ai primi di novembre al-Maliki e Barzani (il leader dei Curdi irakeni ndr ) sono stati invitati a Washington. Il summit di Istambul avrebbe dovuto prendere atto di un fatto compiuto.  

Certi circoli a Washington facevano un sacco di pressioni su Obama, perché facesse fuori al-Maliki, il tempo passava e Obama esitava . Barzani stava perdendo la presa al Nord.  

“Chi premeva su Obama? "Non so esattamente chi. Più importante è da dove provenisse il messaggio, dagli Scowcroft, Nuland e il clan Kagan, Stavridis, Petraeus, Ricciardone e i Neocon all’Atlantic Council. Gli facevano sapere che sarebbero andati avanti, con o senza di lui”.  

Alla domanda diretta su chi abbia dato la luce verde finale alla campagna dell’ISIS la fonte glissa, indicando quegli stessi ambienti e incontri, presente  lo stesso Hariri (mah!).  

ISIS: le foto del sen.Mc Cain, Obama, i Neocon e altri retroscena.

E comunque, “da quanto ne so nulla si muove senza l’ambasciatore Ricciardone” risponde, quando gli si chiede se è vero quel che si dice, che a comandare le brigate dell’ISIS sarebbe il principe saudita della famiglia reale Abdul Rachman al-Faisal, fratello del ministro degli Esteri (che le avrebbe anche rifornite di armi ucraine nuove di zecca). La fonte conferma, ma l'ambasciatore conterebbe di più. 

Gran carriera, quella di Francis J. Ricciardone, ambasciatore Usa ad Ankara nominato su input della Clinton, cinque lingue fra cui l’italiano: da settembre guiderà il Rafik Hariri Center for the Middle East dell’Atlantic Council, intestato al padre di Saad, primo ministro libanese assassinato nel 2005. Lasciando l'ambasciata, a quanto pare,  probabilmente per limiti di età. 

Fondato nel 1961 da George Soros per rafforzare la NATO, l’Atlantic Council è un think-tank basato a Washington assai influente, e potente, associato ad altri “pensatoi” di rilievo come American Enterprise Institute,  Rand Corporation - conservatori - Aspen Institute, CFR, Carnegie Endowment. Il suo sito è ricco di news, comunicati stampa e analisi, naturalmente anche dell'ISIS. Fra i suoi  membri figurano grandi corporations e megabanche. 

Pressioni pesanti, anche per un presidente degli Stati Uniti d'America. 
 


Maria Grazia Bruzzone

Link: http://www.lastampa.it/2014/08/28/blogs/underblog/isis-le-foto-del-senmc-cain-obama-i-neocon-e-altri-retroscena-PX0lTKSMjngBesC1x9t0JI/pagina.html

28.08.2014

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