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http://www.foreignaffairs.com
sept 21, 2014

ISIS Goes to Asia
di Joseph Chinyong Lio
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L'estremismo del Medio Oriente non si sta diffondendo solo in occidentale

Mentre gli Stati Uniti cercavano, nelle ultime settimane, di assemblare una coalizione internazionale per la lotta contro lo Stato Islamico d'Iraq e al-Sham, nemico soprattutto in Medio Oriente e in Europa, regioni che si confrontano direttamente con una minaccia diretta dal gruppo islamico. In altre parti del mondo sono altrettanto preoccupati per ISIS, soprattutto nel sud-est asiatico. I governi di quella regione non hanno pubblicizzato le loro preoccupazioni a voce molto alta, ma sono ben consapevoli che ISIS è una minaccia. La loro principale preoccupazione è che la sua ideologia estremista si rivelerà interessante per molti musulmani della regione, alcuni dei quali attirati in Medio Oriente a combattere come con il gruppo, e in ultima analisi, per la possibilità di essere reimportato nella regione quando questi militanti torneranno a casa.

Vi è un chiaro precedente per questo scenario. Durante il 1980, molti giovani musulmani provenienti dal Sudest asiatico sono andati in Pakistan per sostenere la cosiddetta jihad dei mujaheddin afghani contro l'occupazione sovietica. Molte di queste reclute successivamente alloggiate nella regione, si mescolarono con i musulmani che la pensavano come loro, esponendosi e approfondendo l'ideologia militante di al Qaeda. Molti alla fine tornò a Sud-Est asiatico a formare gruppi estremisti di loro, tra cui della famigerata organizzazione Jemaah Islamiyah, legata ad al Qaeda, responsabile di diversi attacchi terroristici di alto profilo nella regione nel corso degli ultimi 15 anni. Emergendo oggi nel sud-est asiatici tra le fila di ISIS, è naturale che i governi della regione provino un senso di déjà vu.


http://www.foreignaffairs.com
sept 21, 2014

ISIS Goes to Asia
By Joseph Chinyong Liow

Extremism in the Middle East Isn't Only Spreading West

As the United States sought in recent weeks to assemble an international coalition to combat the Islamic State of Iraq and al-Sham (ISIS, also known as the Islamic State), it looked mostly to the Middle East and Europe, regions that it said face a direct threat from the militant Islamist group. But other parts of the world are just as anxious about ISIS -- above all, Southeast Asia. The governments of that region have not publicized their concerns very loudly, but they are acutely aware that ISIS is a menace. Their top concern is that its extremist ideology will prove attractive to the region’s many Muslims, lure some of them to the Middle East to fight as part of the group, and ultimately be imported back to the region when these militants return home.

There is a clear precedent for this scenario. During the 1980s, many young Muslims from Southeast Asia went to Pakistan to support the Afghan mujahideen’s so-called jihad against Soviet occupation. Many of these recruits subsequently stayed in the region, mingling with like-minded Muslims from all around and gaining exposure to al Qaeda’s militant ideology. Many eventually returned to Southeast Asia to form extremist groups of their own, including the notorious al Qaeda­–linked organization Jemaah Islamiyah that was responsible for several high-profile terrorist attacks in the region over the last 15 years. With evidence now surfacing of Southeast Asians among the ranks of ISIS casualties, it’s only natural that governments in the region are feeling a sense of déjà vu.

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