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Russia Today Esecuzioni di massa, tortura e bambini soldato. Rapporti Onu terribili sui crimini di guerra in Iraq Finora quest'anno più di 5.000 iracheni sono morti durante le violenze nel Paese, gran parte dei quali donne e bambini che hanno sofferto morti raccapriccianti per mano degli estremisti di ISIS e dalle, troppo zelanti, forze di sicurezza, scrive un nuovo rapporto dettagliato delle Nazioni Unite. "Ogni giorno riceviamo conto di una terribile litania di violazioni dei diritti umani commessi in Iraq contro la popolazione civile, bambini, donne e uomini iracheni, che sono stati privati della loro sicurezza, del loro sostentamento, delle loro case, istruzione, sanità e altri servizi di base" ha dichiarato l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Navi Pillay. "Deliberatamente e in modo indiscriminato i civili sono stati presi di mira, la loro uccisione, il loro uso come scudi umani, la limitazione di accesso all'assistenza umanitaria, potrebbero essere considerati crimini di guerra o crimini contro l'umanità. Le parti in conflitto sono richieste dalla legge internazionale sui diritti umani e del diritto umanitario internazionale di impedire tali violazioni e abusi." Il nuovo rapporto dice che giugno, che ha segnato l'escalation dell'offensiva da parte del gruppo jihadista sunnita ISIS, è stato il mese più caotico, con una stima prudente di oltre 1.500 persone uccise e più di 600.000 sfollati dalle loro case, la metà del numero totale degli sfollati iracheni interni. "ISIL (ISIS) e gruppi armati associati hanno effettuato molti di questi attacchi in maniera sistematica incuranti delle conseguenze sui civili, o contro i civili e le infrastrutture civili con l'intenzione di ucciderli e ferirne il maggior numero possibile. Gli obiettivi hanno incluso mercati, ristoranti, negozi, bar, parchi giochi, scuole, luoghi di culto e altri spazi pubblici dove i civili si riuniscono in gran numero" si legge sul rapporto. Tra le atrocità commesse dal gruppo è la sanguinosa esecuzione di 480 detenuti sciiti nel carcere di Badush, nella città di Mosul il 10 giugno “durante la quale alcuni detenuti sono riusciti a fuggire e altri sono sopravvissuti fingendosi morti sotto i corpi di altri detenuti". La relazione rileva inoltre le tattiche terroristiche usate sistematicamente contro coloro che non sono stati uccisi o contro santuari non distrutti durante gli assalti iniziali di ISIS, come la statua del Watheqat al Madina nella regione di Ninive. "Il documento autorizza l'esecuzione di tutte le persone che non riescono a rispettare le regole, distruggendo luoghi di culto di altre scuole di pensiero o di religione, e limitando gravemente il diritto alla libertà di movimento delle donne tra le altre disposizioni preoccupanti." Com'era prevedibile, i più vulnerabili in tempo di pace, le donne, i bambini, le minoranze e i disabili, sono stati sproporzionatamente colpiti da focolai di violenza. "Informazioni credibili sul reclutamento e impiego di bambini come soldati è stato ricevuto anche dalle Nazioni Unite, che hanno iniziato a documentare i casi, nonostante la sensibilità delle informazioni e i timori delle famiglie. I bambini vengono reclutati dai gruppi armati dell'opposizione, tra cui ISIL e altri gruppi armati associati, e utilizzati come informatori, addetti ai controlli e, in alcuni casi, come attentatori suicidi". Il governo sciita sostenuto dagli Stati Uniti, la cui rigidità e l'abbandono delle zone a maggioranza sunnita ha fornito un terreno fertile alla rivolta confessionale, è oggetto di critiche severe. "UNAMI ha documentato le violazioni commesse dalla forza di sicurezza irachena e dalle altre forze affiliate, tra cui esecuzioni sommarie ed extragiudiziali di detenuti, che possono costituire un crimine di guerra e, a volte, la mancanza di rispetto del principio di distinzione e proporzionalità o l’omissione di prendere le precauzioni necessarie per proteggere i civili dall’effettuare operazioni militari." In molti inconvenienti descritti, le azioni incontrollate di agenti della sicurezza e di nebulose milizie filo-governativi sono identiche nel loro stile e nell'impatto a quelle di ISIS. "Il 21 giugno, nove famiglie sfollate da Jalula hanno riferito che le loro case erano state bruciate dai miliziani sciiti per vendetta con l’accusa di essere simpatizzanti di ISIS", spiega una voce, in una litania di abusi che si basava in gran parte su prove di testimoni diretti e vittime. "E' stato riferito il 15 giugno, che il 14 giugno, 31 detenuti sono stati sottoposti ad esecuzione presso la stazione di polizia di al-Qalaa a Tal Afar dall’ISF durante la fuga dai loro posti poco prima che arrivasse l’ISIS. I rapporti affermano che è stato ordinato a 36 detenuti di lasciare le loro celle da un ufficiale e tre poliziotti che hanno poi proceduto ad aprire il fuoco" ha affermato un testimone. Mentre la relazione è concreta nel suo dettaglio dei problemi, sulle soluzioni proposte circa la necessità del rispetto dei diritti umani, rimane astratta e inapplicabile. Ma Nickolay Mladenov, che dirige la missione Onu nel paese, ritiene che un reale progresso può arrivare solo con la creazione di un governo di consenso che sostituisca Nuri al Maliki, al potere dal 2006. "E' di vitale importanza che i leader iracheni si muovano velocemente in avanti sulla nomina di un nuovo presidente e di un nuovo governo. Un processo politico inclusivo, la cooperazione tra Baghdad e Erbil (la capitale curda), così come un piano di sicurezza riconosciuto a livello nazionale sono elementi importanti nel ripristino dello Stato di diritto e nel riportare il paese lontano dal baratro del caos" ha detto Mladenov. Russia Today Mass executions, torture and child soldiers: UN reports terrible war crimes in Iraq More than 5,000 Iraqis have died in the violence in the country so far this year, a large proportion of them women and children suffering gruesome deaths at the hands of ISIS extremists and over-zealous security forces, says a detailed new UN report. “Every day we receive accounts of a terrible litany of human rights violations being committed in Iraq against ordinary Iraqi children, women and men, who have been deprived of their security, their livelihoods, their homes, education, healthcare and other basic services,” said UN High Commissioner for Human Rights, Navi Pillay. “The deliberate or indiscriminate targeting of civilians, the killing of civilians, the use of civilians as shields, the hindering of access for civilians to humanitarian assistance may amount to war crimes or crimes against humanity. Parties to the conflict are required by international human rights law and international humanitarian law to prevent such violations and abuses from taking place.” The new report says that June, which marked the escalation of the offensive by the Sunni jihadist group ISIS, has been the most chaotic, with a conservative estimate of more than 1,500 people killed and more than 600,000 displaced from their homes, half of the total number of internal Iraqi refugees. “ISIL (ISIS) and associated armed groups have carried out many of these attacks in a systematic manner heedless of the impact on civilians, or have systematically targeted civilians and civilian infrastructure with the intention of killing and wounding as many civilians as possible. Targets have included markets, restaurants, shops, cafes, playgrounds, schools, places of worship and other public spaces where civilians gather in large numbers,” said the report. Among the atrocities committed by the group is the execution of 480 Shia inmates in Badush prison in the newly-captured city of Mosul on June 10, which turned so bloody “that some detainees were able to flee and others survived by pretending to be dead under the bodies of other detainees.” The report also notes systematic terror tactics used against those not killed or shrines not destroyed in initial ISIS assaults, such as the ‘Watheqat al Madina’ statue in the Ninewa region. “The document authorizes the execution of any persons failing to abide by the rules, destroying religious sites of other schools of thought or religions, and restricting severely women’s right to freedom of movement among other preoccupying regulations.” Predictably, those most vulnerable in peace-time women, children, minorities and the disabled have been “disproportionately” affected by the outbreaks of violence. “Credible information on recruitment and use of children as soldiers was also received and the United Nations has started documenting cases despite the sensitivity of the information and fears of families. Children are recruited by armed opposition groups, including ISIL and associated armed groups, and used as informants, for manning checkpoints and in some cases as suicide bombers.” The US-backed Shia government, whose rigidity and neglect of Sunni-dominated areas is thought to have provided a fertile ground for a sectarian uprising, also comes in for severe criticism. “UNAMI has also documented violations committed by the Iraqi Security Force and affiliated forces including summary executions/extrajudicial killings of prisoners and detainees, which may constitute a war crime and, on occasion, lack of adherence to the principle of distinction and proportionality or failures to take necessary precautions to protect civilians in carrying out military operations.” In many incidents described, the unchecked actions of security officers, and nebulous “pro-government” militias are identical in their style and impact to those of ISIS. “On 21 June, nine internally displaced families from Jalula reported that their homes had been burned by Shia militiamen in revenge for their families allegedly being sympathizers of ISIS,” says one entry in a litany of abuses that relied largely on direct evidence from witnesses and victims. “It was reported on 15 June, that on 14 June, 31 detainees were executed at the al-Qalaa police station in Tal Afar by ISF when fleeing their posts shortly before the approach of ISIS. Reports state that 36 detainees were ordered to leave their cells by one officer and three policemen who then proceeded to open fire,” claimed another. While the report is concrete in its detailing of problems, its proposed solutions about the need for “respect for human rights” are abstract and unenforceable. But Nickolay Mladenov, who heads the UN mission in the country, believes real progress can only arrive with the creation of a consensus government to replace Nouri Maliki, who has been in power since 2006. “It is vital that Iraqi leaders quickly move forward on the nomination of a new President and a new Government. An inclusive political process, cooperation between Baghdad and Erbil (the Kurdish capital) as well as a nationally accepted security plan are important elements in restoring the rule of law and bringing the country back from the brink of chaos,” said Mladenov.
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