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«Le due italiane non sono in mano all’Isis», dalla Siria arrivano smentite al CorSera Il dissidente siriano Michel Kilo, intervistato dal Corriere, aveva fornito una versione dei fatti che contrasta con la ricostruzione del governo italiano e della stampa araba. Una fonte dell'Esercito siriano libero: «I rapitori non sono legati allo Stato islamico»
«Padre Paolo Dall’Oglio è vivo e sta bene». Esordisce così l’intervista di Michel Kilo dissidente siriano di lunga data, laico e di sinistra, che oggi vive a Parigi a Lorenzo Cremonesi del Corriere della Sera. Adesso sarebbe in mano a «jihadisti iracheni» dello Stato islamico: «Con lui, non nella stessa cella, potrebbero esserci anche le due italiane». Kilo dà quindi credito alla voce secondo cui anche Greta Ramelli e Vanessa Marzullo sarebbero nelle mani dell’Isis, una voce esplicitamente smentita dal governo italiano e che contrasta con quasi tutte le ricostruzioni filtrate sulla stampa araba e occidentale. Non più tardi della scorsa settimana Giampiero Massolo il direttore del Dis, i servizi segreti italiani ha sostenuto davanti al Copasir che non risulta che le due ragazze siano state cedute agli uomini dello Stato islamico. Anche sul rapimento di padre Paolo, Kilo fornisce una versione diversa da quella più accreditata finora. Il gesuita era sparito un anno fa a Raqqah, dopo aver fatto visita al quartier generale dello Stato islamico per trattare la liberazione di alcuni prigionieri. Secondo le ricostruzioni, uscito dall’edificio Dall’Oglio sarebbe stato caricato su una macchina da militanti dell’Isis stesso. Secondo Kilo, invece, il religioso «originariamente venne rapito da militanti dello Ahrar al Sham», un altro gruppo islamista e jihadista, ma rivale dello Stato islamico (sul Financial Times di oggi, tra l’altro, il ministro degli esteri del Qatar Khaled al Attiyah lascia intuire che il suo governo finanzia gli Ahrar al Sham, gli “uomini liberi del Levante”, inseriti nel novero dei ribelli “moderati”). Sarebbero stati gli Ahrar al Sham a cedere Dall’Oglio all’Isis. Secondo alcune versioni, tra l’altro, il gruppo degli Ahrar al Sham sarebbe stato sulle tracce delle due cooperanti italiane, rapite si diceva da una milizia locale della zona di Aleppo. Difficile verificare le fonti di Kilo, che vanno ad aumentare la confusione sul destino dei cittadini italiani scomparsi in Siria. Ma una fonte dell’Esercito libero siriano, l’organizzazione dei ribelli maggiormente legata all’Occidente, ha spiegato all’agenzia Adnkronos che «i rapitori delle due ragazze non sono legati all’Isis». «C’è uno stallo nelle trattative in corso per la loro liberazione», ha dichiarato l’ufficiale ribelle.
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