22 gennaio 2014

Intervento del Prof. Drago Antonino,
primo presidente del Comitato per la Difesa Civile Non armata e Nonviolenta, docente del corso di Peacekeeping and Peacebuilding della Transcend Peace University di Johan Galtung.

--- Grazie per aver organizzato su questi temi una audizione nazionale che non è escludente (per soli inviti), come invece è avvenuto nei passati dieci anni.

--- Augurio che i 9 milioni oggi disponibili non siano vanificati come il milione (cumulativo su dieci anni 2004-2012) a disposizione del Comitato difesa civile non armata e non violenta per la sperimentazione di missioni di pace dei servizio civilisti all’estero; né siano impiegati, come fu per il finanziamento 2008 della Vice-Ministra AAEE on. Sentinelli, in una formazione soprattutto di giovani delle scuole superiori.

Proposte per il 1° punto all’odg:

            + Convenzione tra il Min. PI il Min. Difesa e il Min. dell’Integrazione affinché la visita degli Ufficiali nelle scuole superiori sia trasformata in una presentazione qualificata di tutte le tre proposte ai giovani: militare, servizio civile (interventi civili di pace) e cooperazione.

            + Lancio dell’iniziativa di albi comunali che indichino coloro che tra gli appartenenti alle liste di leva facciano richiesta di dichiararsi obiettori di coscienza alla guerra.              

Intervento e proposte per il punto 2° all’odg:

1)             E’ finito il tempo dello spontaneismo su questo tipo di iniziative.

a) Da una dozzina di anni tra le ONG esiste una organizzazione semi-professionale (Nonviolent Peaceforce) che opera a livello mondiale con un bilancio di decine di milioni di dollari provenienti anche da Stati.

b) Da circa dieci anni l’intervento dell’ONU è sostenuto da una serie di studi politici accademici che, sulla base delle esperienze di 60 anni di interventi di pace nel mondo, hanno definito (anche statisticamente) le loro capacità, i fattori sia di riuscita che di fallimento e un inizio di teoria specifica.

2)             Quando il Parlamento invia personale in missioni pericolose si assume una responsabilità collettiva della quale esso risponde direttamente alla cittadinanza e agli organi di controllo. Questa sarà la prima volta che il Parlamento dovrà rispondere della vita e della morte di personale civile in missioni solo civili di pace. Occorre quindi che l’intervento sia di tipo robusto, capace di sopportare ogni tipo di critica, specie dei militari.

3)             I giovani da inviare sono Servizio civilisti tra 18 e 28 anni.

a) Essi debbono appoggiarsi a strutture (minimo ONG) stabilmente stanziali all’estero, gestite da personale che segue progetti di lungo termine.

b) A questi giovani non possono essere proposte le esperienze di mediazioni internazionali, di manifestazioni di pace internazionali, di interventi intrusivi in Stati esteri, ma quelle che le ONG e le istituzioni internazionali hanno compiuto continuativamente:

o presso una ONG:

i) “sicurezza umana”: accompagnamento protettivo, protezione civile, tutela dei soggetti esposti;

ii) “lavoro di pace”: confidence building, dialogue building, community building ed empowerment;

iii) “diritti umani”: tutela dei diritti umani, monitoraggio civile ed elettorale, primato del diritto.

o presso il DPKO dell’ONU a Brindisi:

per qualsiasi compito di sostegno delle sue iniziative logistiche di PK nel mondo.

L’ultimo caso è particolarmente importante perché creerebbe un precedente internazionale, che favorirebbe una prima attuazione dell’art. 43 della Carta dell’ONU (devolvere all’ONU parte delle forze di difesa di ogni Stato): in altri termini, questa destinazione fa di per sé e da subito politica internazionale di pace.

Top