http://www.thedailybeast.com - Apr 17, 2014 L'esercito ucraino si sta sgretolando |
http://www.thedailybeast.com - Apr 17, 2014
L'Ucraina si arrende senza sparare un colpo
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Chi vince la guerra in Ucraina dell’est
I secessionisti si impossessano di mezzi blindati dell'esercito ucraino, una vittoria simbolica. La Russia arriva più forte ai negoziati di Ginevra
Bilancio della giornata di tensione di ieri nell’est dell’Ucraina: la Russia arriva ai negoziati di Ginevra, in programma per oggi, ancora più forte di prima. Il bollettino degli ultimi giorni è impietoso per Kiev: solo ieri si contavano più di venti mezzi corazzati ucraini passati al fronte dei filo-russi nelle cittadine di Slaviansk e Kramatorsk. Per i secessionisti è una vittoria simbolica, prima ancora che militare. Nei racconti dei cronisti stranieri presenti in loco, i mezzi sono stati bloccati da bande di gente del posto. I soldati ucraini si sono arresi, o secondo altri racconti hanno defezionato al fronte dei filo-russi. Secondo Kiev, in Ucraina orientale sono presenti gli uomini dei servizi di sicurezza russi. Ma la situazione non somiglia a quella della Crimea: le milizie in azione sembrano autoctone, e non “paracadutate” da Mosca. Se Kiev decidesse di ristabilire il controllo sulle regioni ribelli, dovrebbe farlo sparando contro dei cittadini ucraini. Martedì scorso, quando il goveno di Kiev ha diffuso la voce che la Russia volesse boicottare l’incontro di Ginevra, il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov ha replicato: non ci pensiamo nemmeno. C’è un dato paradossale nei colloqui di oggi: i separatisti filo-russi non avranno un proprio rappresentate. C’è la “madre Russia” a rappresentarli. In pratica si certifica il peso di Mosca nelle questioni interne ucraine. E il governo di Vladmir Putin ha già chiarito che in agenda ci sarà anche una eventuale riforma federalista della costituzione ucraina: una riforma che garantisca alle regioni orientali forme di autogoverno. Consentendo quindi un rapporto preferenziale con Mosca. «A Ginevra non discuteremo della federalizzazione dell’Ucraina», ha detto due giorni fa l’ambasciatore di Kiev alle Nazioni Unite, Yurii Klymenko. In altre parole: non consentiremo ai russi di decidere se l’Ucraina debba essere uno stato più o meno decentrato. Anzi, ieri la delegazione ucraina faceva sapere che a Ginevra chiederà la restituzione della Crimea. Nessuna concessione ai russi. E ieri la Nato ha fatto da sponda alla linea dura di Kiev, annunciando un potenziamento del dispositivo militare alleato nell’Europa dell’est. Ma al di là dei toni bellicisti di ieri lo spazio per un accordo esiste. Anche il premier ucraino Arseniy Yatseniuk, fedelissimo della “presidenziabile” Yulia Tymoshenko, ha ammesso che Kiev dovrà riconoscere diritti più ampi alle minoranze etniche presenti nel paese. E il segretario di stato americano John Kerry non ha mai chiuso la porta alla richiesta russa di federalizzare l’Ucraina. Sarebbe una vittoria per Mosca, un’altra vittoria. Ma l’alternativa il fallimento dei negoziati, la repressione manu militari dell’ondata secessionista rischia di condurre alla guerra.
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