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http://www.rainews.it L'Ucraina di Igort: il Paese della corruzione e dei morti di freddo
Per lavorare alla graphic novel ha vissuto due anni in Ucraina. Racconta la vita quotidiana di un Paese alla fame: non si trova già la farina, il costo della vita è altissimo. "Ho amici che sono entrati nella reggia di Yanukovich: piangevano, non potevano credere che si potesse vivere in una tale ricchezza quando loro vivevano nella miseria" Ogni anno ci torna, per vedere con i suoi occhi cosa sta succedendo. Perchè Igort - autore di fumetti e saggista - in Ucraina ha vissuto per due anni, dal 2008 al 2010. Vorrebbe partire anche adesso nella ex repubblica sovietica di cui, nei suoi Quaderni Ucraini, ha raccontato il passato e il presente. Il passato sono gli anni Trenta, gli anni dell'Holodomor, la carestia artificiale ordinata da Stalin per sterminare i kulaki, colpevoli ai suoi occhi di essere contrari alla collettivizzazione delle terre. Non riconosciuto ufficialmente come genocidio, si calcola che abbia sterminato un quarto della popolazione ucraina. Il presente è la vita quotidiana di un Paese - spiega - "dove il gas è razionato e ogni giorno alla radio c'è il bollettino dei morti di freddo". Da quando l'Ucraina ha visto la rivoluzione di Maidan e la caduta di Yanukovich, Igort è sempre in contatto con le persone conosciute negli anni in cui ha vissuto e viaggiato nel Paese. Cosa le raccontano? Ho amici che sono entrati nella reggia di Yanukovich, quella con il galeone. Piangevano. Non credevano che si potesse vivere in una tale ricchezza quando loro affogavano nella miseria. E' stato un trauma. Lì un'infermiera guadagna 90 euro al mese e lui aveva le maniglie d'oro alle porte. L'Ucraina è un Paese dove il costo della vita è paragonabile a quello europeo e, ad esempio, le cuffie per parlare con Skype costano 60 euro ma gli stipendi sono di un decimo. Quali sono i timori di chi oggi vive in Ucraina? C'è il terrore della guerra. Hanno letteralmente svaligiato i negozi, nella steppa gli empori sono stati svotati quasi in modo isterico, non si trovano farina, riso, persino le patate sono diventare una merce preziosa. Il rischio è che la situazione non migliori dal punto di vista delle persone comuni. Oggi ad Akimovka, nella steppa ucraina una donna urlava disperata, diceva che non era possibile che aumentassero i prezzi ogni giorno. Un uomo si è offerto di aiutarla, di darle dei soldi, ma lei era esasperata e ha detto che non era per i soldi ma perchè “qui non si capisce più come vivere”. Avendo viaggiato in tutto il Paese come descrive la spaccatura tra le zone russofone e il resto dell'Ucraina? Esiste una divisione culturale e linguistica, ora la Russia spinge perchè diventi geopolitica. In Crimea, a maggioranza russofona, l'istanza ad andare verso la Russia è molto più forte e accompagnata dalla speranza di migliorare le condizioni economiche. Io ho amici a Kiev, Yalta, Odessa: tutti temono la guerra civile, la spaccatura. Ci sono ovviamente gli ucraini che vogliono vedere riconosciuta la loro identità in quanto ucraini, non dimentichiamo che è un Paese complesso, che le divisioni non sono così nette, ci sono famiglie con madre ucraina e padre russo. Dei conoscenti si sono trasferiti a Sinferopoli, che è la capitale della Crimea, sperano ardentemente di poter avere il passaporto russo per andare a Mosca. "Là - dicono - troveremo lavoro, un lavoro vero”. Maidan ha portato in piazza migliaia di persone, per mesi. Che lettura ne dà? C'è una realtà ufficiale e una concreta. In pochi anni il costo della vita è aumentato tanto da essere simile a quello europeo ma con stipendi che sono un decimo. Chi non dispone di un orto non sopravvive, forse era prevedibile che arrivasse prima o poi una sollevazione. La situazione è molto complessa a quelle latitudini, per resistere a temperature glaciali occorre essere nutriti, un pasto caldo, delle coperte per dormire, delle tende. Corre voce, non solo a Kiev, ma in tutta l’Ucraina che chi manifestava, all'inizio, fosse pagato con 300 grivnas, l’equivalente di 30 euro, al giorno. Una piccola fortuna. Non bisogna con questo demonizzare la protesta, la gente è alla fame e per manifestare rinunciava ad andare al lavoro, La domanda casomai è chi li abbia finanziati. D'altra parte va detto che anche Yanukovich ha pagato a sua volta per organizzare delle contro-manifestazioni. La corruzione in Ucraina è dilagante, sia a livello di potere ma anche nella vita di tutti i giorni. Che Paese è l'Ucraina? Noi parliamo di Primo e Terzo Mondo. L'Ucraina fa parte di un ipotetico Secondo Mondo. Sembra tutto come da noi, ma non funziona niente, per semplificare. Il gas era razionato ai tempi della guerra del gas con la Russia, le tubature spesso esplodono, ogni giorno veniva trasmesso alla radio il bollettino dei morti di freddo. Le infrastrutture sono fatiscenti, e per cambiare i soldi ad un prezzo onesto devi girare mezza città. Anche nelle grandi città ci sono tram degli anni Cinquanta, ridipinti con il pennello, pur di cercare di dare loro un aspetto decente. In alcune zone della steppa, invece, sembra di essere nel Settecento: io facevo la doccia in una cabina di legno in mezzo all'aia, senza acqua corrente. La corruzione è ovunque. Mi è stato raccontato che i brogli elettorali ci sono stati, nei villaggi della steppa dicevano: se non votate per Yanukovich vi tagliamo l'acqua, vi diamo l'elettricità a singhiozzo. Oppure pensiamo agli uffici pubblici: chiudono, se gli dai soldi riaprono. E' una corruzione spicciola. l'Ucraina, poi, è un enorme Paese che si è spopolato, chi può scappa, la vita è durissima. Il segretario di Stato John Kerry ha appena promesso un miliardo di dollari. Pensa che gli aiuti in arrivo dall'Europa e dagli Usa possano migliorare anche la vita quotidiana? Magari potranno salvare il Paese dal default ma dubito - proprio a causa della corruzione - che gli aiuti arrivino alle persone comuni e possano migliorare le loro condizioni di vita. La speranza, con un avvicinamento all'Europa, è che sia più facile la circolazione delle persone e delle merci. Come vede il futuro prossimo dell'Ucraina? La tragedia dell'Ucraina è che non ha la forza di rimettersi in piedi, è in un vicolo cieco. Deve per forza dipendere da qualcuno, dall'Europa o dalla Russia. Yulia Tymoshenko che adesso è acclamatissima in Occidente, gode di molto meno stima in patria. Anche se è un politico abile non so quanto potrà avere fortuna ora. Il vero problema comunque è che non ci sono nomi nuovi, in grado di riformare lo stato. - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/ucraina-igort-crisi-racconto-kiev-fame-9eaa6b4f-fd8b-430c-ac69-efafe46b180a.html#sthash.xb33lSXI.dpuf
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