Fonte: http://vaticaninsider.lastampa.it
«Un miliardo di esseri umani è migrante» Cardinale Vegliò: circa un miliardo di esseri umani sperimenta oggi il fenomeno della migrazione. 27 Milioni vivono in condizioni di schiavitù.
Lo ha detto il Cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, parlando agli studenti dell’Istituto teologico di Leopoli in Ucraina. «Secondo le Nazioni Unite, i migranti internazionali sarebbero circa 232 milioni, cioè il 3% della popolazione mondiale, mentre l’Organizzazione mondiale per le Migrazioni (Oim) calcola che il numero dei migranti interni sia di circa 740 milioni di persone. Sommando le due cifre, risulta che circa un miliardo di esseri umani, cioè un settimo della popolazione globale, sperimenta oggi la sorte migratoria». Senza contare i marittimi, i pescatori, gli studenti, i senza fissa dimora. Vi sono poi «oltre 27 milioni di persone che vivono in condizioni di schiavitù. Un dato atroce in costante crescita: il traffico di donne, uomini e bambini è un fenomeno che ormai interessa quasi tutti i Paesi del mondo, coinvolti in quanto terra di origine, di transito o di destinazione delle vittime». E’ la terza fonte di reddito per la criminalità organizzata, dopo la droga e le armi. La Chiesa, ha spiegato il cardinale Vegliò, si occupa da sempre di migrazioni. Oltre alla Santa Sede, anche Conferenze episcopali, diocesi e parrocchie hanno dato vita a tante iniziative di accoglienza, accompagnamento, aiuto concreto, mentre «Istituti di vita consacrata e Società di vita apostolica sono in genere ben disposti nel mettere a disposizione i loro membri per l’assistenza pastorale di gruppi etnici specifici». Importante anche la collaborazione con i Governi e le istituzioni statali e civili. «In tale processo ovviamente non si deve sottovalutare la formazione degli operatori pastorali, soprattutto nelle diocesi con elevati indici di immigrazione». Il cardinale ha ricordato che nel suo Messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che si celebrerà il prossimo 19 gennaio, papa Francesco ha scritto che «le nostre società stanno sperimentando, come mai è avvenuto prima nella storia, processi di mutua interdipendenza e interazione a livello globale, che, se comprendono anche elementi problematici o negativi, hanno l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita della famiglia umana, non solo negli aspetti economici, ma anche in quelli politici e culturali. Ogni persona, del resto, appartiene all’umanità e condivide la speranza di un futuro migliore con l’intera famiglia dei popoli». Ha infine citato il beato Giovanni Paolo II, che disse nel 2004 all’ambasciatore ucraino: «Posta a crocevia dell’Oriente e dell’Occidente, l’Ucraina potrà meglio assolvere alla sua missione di incontro fra i popoli e culture differenti, se manterrà intatta la propria peculiare fisionomia cristiana (…) fedele al Vangelo, che ne ha plasmato la vita, la cultura e le istituzioni, le quali non sono state intaccate neppure dalla funesta dittatura del comunismo».
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