Fonte: Forum Palestina
http://www.palestinarossa.it/
25 feb 13

I Palestinesi da Cuba lanciano un appello per i prigionieri

Dichiarazione della Rappresentanza dell’Azione Nazionale di Palestina a Cuba
Solidarietà con i nostri eroi prigionieri in sciopero della fame e richiesta di liberazione per tutti i prigionieri politici e detenuti nelle carceri sioniste israeliane.

L’Avana - Cuba, 22 febbraio 2013

Ai figli del popolo palestinese:
A tutte le forze amiche della Palestina nel mondo:

Da oltre 200 giorni continua lo sciopero della fame dei quattro eroi prigionieri palestinesi Samer Al-Issawi, Jafar Azzedine, Ayman Al Sharawna, e Tarek Kaadan. È lo sciopero più lungo nella storia dell’umanità, e malgrado questi sette mesi continuano e mantengono una fermezza e volontà senza precedenti nel continuare fino alla fine la protesta contro la politica di detenzione amministrativa e i maltrattamenti.

Questo sciopero è battaglia di tutti, è la lotta del popolo palestinese contro l’occupazione e le prigioni sioniste. Centinaia di prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane (Eichel, Raymon y Nafhaa) hanno deciso di unirsi allo sciopero della fame in solidarietà con gli eroi prigionieri in sciopero.

Secondo l’Associazione dei Prigionieri Palestinesi, le autorità d’occupazione israeliane tengono in carcere 4800 prigionieri palestinesi, inclusi 250 detenuti amministrativi distribuiti in 21 prigioni e centri di detenzione.

La causa dei prigionieri continuerà ad essere la causa centrale del popolo palestinese e la sua prima priorità, continueremo con la nostra lotta per la liberazione di questi eroi prigionieri, finché continui l’occupazione. È necessario far diventare questa causa una questione dell’opinione pubblica internazionale.

Riteniamo responsabile l’Istituzione delle Nazioni Unite della vita degli scioperanti e delle pratiche di occupazione e repressione nelle carceri sioniste contro i nostri eroi.

Non si può tollerare il silenzio della comunità internazionale e delle Nazioni Unite e del suo segretario, signor Ban Ki-moon, di fronte ai gravi pericoli che minacciano la vita dei nostri coraggiosi prigionieri, mentre ripetono e ripetono la loro adesione a democrazia, libertà e diritti umani, e non fanno nulla per evitare la sofferenza umana dell’oppresso popolo palestinese; non hanno fatto niente neanche per chiedere la libertà immediata delle migliaia di prigionieri e carcerati palestinesi per l’ingiusta e illegale detenzione amministrativa per lunghi e ripetuti periodi senza neanche disturbarsi a portarli in “giudizio”. Questa aberrazione legale, giuridica e umana comprende la detenzione di centinaia di bambini, adolescenti, giovani e donne.

Riteniamo responsabili della vita degli scioperanti il presidente Barack Obama e la sua amministrazione, socio principale dello stato terrorista di Israele, che ha fatto fuggire dalla sua terra il popolo di Palestina e l’ha espulso nella diaspora come rifugiato distruggendo le case e rubando la terra e l’acqua palestinese, tutto questo succede mentre l’amministrazione degli USA chiude gli occhi davanti all’occupazione sionista.

In primo luogo e davanti al mondo, riteniamo totalmente responsabili della vita degli scioperanti le autorità dell’occupazione israeliana.

Noi, l’insieme del popolo e dei dirigenti palestinesi chiediamo a tutte le istituzioni che si occupano di prigionieri politici nel mondo, di lavorare con tutti i settori sociali, i partiti politici e attivisti internazionali di fare pressione su Israele per la liberazione immediata dei quattro scioperanti; lavorare in unità d’azione con gli amici della Palestina e le organizzazioni solidali per porre fine alla tragedia e alla sofferenza dei 4800 prigionieri e detenuti, per la liberazione di tutti, a cominciare dai leader palestinesi e i parlamentari eletti dal popolo: i compagni e fratelli Ahmed Saadat e Marwan Barghouti.

L’impegno di tutte le forze e partiti della resistenza, dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) e della Rivoluzione palestinese, è quello di mettere la causa dei prigionieri palestinesi in cima alle priorità e lavorare in tutte le forme possibili per liberarli e porre fine alla loro continua sofferenza.

Il modo migliore per esprimere questi sentimenti, la ferma volontà, la resistenza e la sfida all’ingiustizia, all’occupazione e all’aggressione, sono le parole di uno degli scioperanti, nella lettera scritta al suo popolo e al mondo, lui è il figlio di Gerusalemme e della Palestina: Samer Tariq Ahmed al-Issawi, di 33 anni, a capo dello sciopero della fame, insieme a tre suoi compagni, insieme a centinaia o forse migliaia del Nostro Popolo.

“Continuerò fino alla fine, fino all’ultima goccia d’acqua nel mio corpo, fino al martirio. Il martirio è un onore in questa battaglia. Il mio martirio è la bomba che mi rimane nello scontro con i tiranni e i carcerieri, contro la politica razzista d’occupazione che umilia il nostro popolo ed esercita tutti i mezzi d’oppressione e repressione.

Sono più forte dell’esercito di occupazione e delle sue leggi razziste, se cado come martire innalzate il mio spirito come un grido per tutti i prigionieri e detenuti, il grido della libertà, dell’emancipazione e della salvezza dall’incubo del carcere.

La nostra battaglia è al fine di essere padroni liberi e liberati nel nostro Stato e nella nostra sacra Gerusalemme.

Non un passo indietro fino alla vittoria, perché io sono nel diritto e la mia detenzione è illegale e nulla.

Sono ancora vivo, oggi e domani, e dopo la morte, perché Gerusalemme e la Palestina corrono nel mio sangue e nella mia fede.”

Libertà per tutti i prigionieri e detenuti nostri Eroi

Viva la Palestina, libera e araba

Patria o Morte vinceremo
 

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