Originale: Truthout
http://znetitaly.altervista.org
7 novembre 2013

La Monsanto libera i cani a St. Louis
di Don Fitz e Barbara Chicherio e William Smith
traduzione di Giuseppe Volpe

Sono finiti i giorni in cui la Monsanto accoglieva i dimostranti presso la sua direzione mondiale (WMH) con palloncini e distributori d’acqua. Quando tra i 500 e i 700 manifestanti si sono presentati il 12 ottobre alla Marcia Contro la Monsanto (MAM), hanno trovato schiere di poliziotti provenienti da una dozzina di comuni, molti di loro con i cani.

Sono anche superati i tentativi della polizia di controllare i dimostranti uno per uno. Nel corso di una dimostrazione precedente la polizia aveva detto ai manifestanti di stare sul marciapiede e non sul prato della Monsanto. Nell’evento successivo i poliziotti hanno detto che il marciapiede era troppo vicino al traffico e ha ordinato alla gente di stare sul prato. Il 12 ottobre è stato notevole per l’assenza di ordini della polizia su dove stare. A tutta prima è sembrato che avessero rinunciato a controllare la folla sempre più vasta.

Dagli anni ’90 i dimostranti al MWH sono stati prevalentemente ambientalisti e veterani della guerra del Vietnam, radicalizzatisi negli anni ’60. Agli eventi della MAM di maggio e ottobre 2013 c’erano centinaia di attivisti che non erano nemmeno nati negli anni ’60.

Un misto di gioiosa esuberanza e di rabbioso rifiuto dei tentativi della società di controllare e contaminare il cibo permeava la folla, che si era riversata su entrambi i lati del traffico a ottanta all’ora che sfrecciava dall’ingresso del Boulevard Olive della Monsanto. Quando le auto rallentavano per leggere la moltitudine di cartelli, giovani attivisti si riversavano in strada distribuendo opuscoli. Le auto rallentavano fino a fermarsi, facendo affluire altri dimostranti sulla strada. La polizia e i cani avanzavano verso la folla. I dimostranti indietreggiavano e liberavano la strada. I poliziotti tornavano indietro. Nessun arresto.

Questo ciclo si è ripetuto per quattro o cinque volte nelle due ore della manifestazione. A un certo punto molti di noi hanno stilato una lista di richieste di risarcimento per il direttore generale della Monsanto. Non ci aspettavamo di superare lo schieramento della polizia che bloccava l’ingresso. Ma i poliziotti sono improvvisamente spariti quando, nel momento stesso in cui avevamo cominciato a muoverci, si è verificato un blocco stradale. La persona nella guardiola ha chiuso la finestra quando ci siamo avvicinati. Una squadra di otto o dieci addetti privati alla sicurezza della Monsanto si è rapidamente diretta verso di noi. Abbiamo presentato la lista al gorilla capo e ci siamo ritirati. Nessun arresto.

Dai PCB agli OGM

Per certi versi la protesta al MWH è stata simile ad altre che hanno coinvolto due milioni di persone in tutto il mondo. Il cibo è stato il grande tema del giorno. La gente era indignata per la spericolata ricerca della Monsanto di immettere organismi geneticamente modificati (OMG) nel cibo con effetti ignoti sui consumatori, specialmente sui bambini. Ha scatenato la propria rabbia contro i tentativi della società di manipolare l’offerta mondiale di cibo. Contro le sue aggressioni dei contadini. Contro il caos che gli OMG causano nella natura. E contro la complicità della società nell’accaparramento di terreni per piantare monocolture OMG in America Latina, Asia e Africa.

Nel corso della conferenza stampa prima della manifestazione, il coltivatore locale Mark Brown ha allertato la folla sul pericolo posto dalla brevettazione degli OGM e dalle cause legali aggressive della Monsanto contro gli agricoltori che conservano semi. Ha incoraggiato tutti ad appoggiare la conservazione dei semi e a coltivare il proprio cibo.

Ma l’evento di St. Louis è stato diverso da altre iniziative nel mondo. Poiché la Monsanto è nata a St. Louis, molte aree vicine continuano a essere contaminate dal suo passato chimico. Vi sono comprese St. Louis Est (Illinois), la Carter Carburetor a nord di St. Louis e il sito dell’inceneritore di Times Beach, che ha bruciato diossina (e probabilmente PCB della Monsanto) negli anni ’90.

Alla conferenza stampa Zaki Baruti, dell’Organizzazione Universale dei Popoli Africani e del Partito Verde del Missouri, ha parlato del coltivare a St. Louis Est all’ombra dell’impianto Krummrich della Monsanto che ha immesso rifiuti direttamente nel sistema fognario pubblico, inquinando l’acqua e il suono con PCB e altre tossine. I PCB sono stati banditi nel 1970; ma la Monsanto era a conoscenza dei loro rischi per la salute già nel 1940.

Romona Taylor-Williams ha raccontato la lotta condotta da M-SLICE (St. Louis Metropolitana per l’Inclusione e l’Uguaglianza) per ottenere il risanamento del sito della Carter Carburetor nel nord prevalentemente nero di St. Louis. La Monsanto ha venduto PCB alla Carter Carburetor pur sapendo che causano il cancro. Tuttavia il piano attuale di risanamento del sito della Carter Carburetor non prevede responsabilità della Monsanto.  

Il Partito Verde di St. Louis si oppone da più di vent’anni ai prodotti della Monsanto. Include molti membri neri che sono impegnati a ottenere risarcimenti per i discendenti degli schiavi. L’idea dei risarcimenti è ora divenuta un concetto centrale contro la Monsanto in molte organizzazioni di St. Louis.  

In cosa consistono i risarcimenti?

I risarcimenti per i discendenti degli schiavi, in preparazione al risarcimento economico e finanziario, comincerebbero con il riconoscimento del male fatto e con la presentazione di scuse per quel male. Analogamente i risarcimenti dalla Monsanto comincerebbero con il riconoscimento da parte della società di avere una storia di contaminazione di comunità di colore e di comunità a basso reddito in tutti gli Stati Uniti. Dovrebbe riconoscere di aver contribuito ad avvelenare veterani statunitensi e milioni di vietnamiti con l’Agente Arancio, prima di avviare la sua attuale crociata per monopolizzare il cibo del mondo con una Guerra ai Contadini. Dovrebbe chiedere scusa per questi crimini. E dovrebbe avviare una serie di discussioni con le sue vittime su come risarcirle.

Nel corso della conferenza stampa del 12 ottobre Zaki Baruti ha detto:

            ·         La Monsanto deve scusarsi per aver pratico un razzismo ambientale estremo a St. Louis Est, nel nord di St. Louis e nel sito della Carter Carburetor, a Anniston (Alabama) e in altre città e paesi;

            ·         La Monsanto deve assumersi la responsabilità di aver avvelenato i cittadini di St. Louis. La Monsanto deve risanare la città, liberandola dai PCB e da altre sostanze chimiche pericolose.

            ·         La Monsanto deve costruire un ospedale allo stato dell’arte che servirà gratuitamente tutti i residenti e curerà gli ammalati in conseguenza di esposizioni a sostanze chimiche della Monsanto.

            ·         La Monsanto deve creare un fondo fiduciario per garantire annualmente fondi adeguati per il sistema scolastico di St. Louis Est.

St. Louis non è in attesa con il fiato sospeso che la Monsanto faccia la cosa giusta. E’ successo esattamente il contrario con la sua risposta ufficiale alle azioni del 12 ottobre: “Anche se abbiamo rispetto per i diversi punti di vista che le persone possono avere, speriamo che i cittadini di St. Louis riconoscano il ruolo delle persone della Monsanto nella comunità e riconoscano la dedizione della  Monsanto a St. Louis.” Questa risposta debole evidenzia che la Monsanto ha un’immagine globale pericolante perché le sue menzogne sul porre fine alla povertà, sul vendere prodotti sicuri e sull’utilizzare pratiche ambientalmente sane non sono più credute.

La lotta contro la Monsanto si sta intensificando con l’emergere di una nuova consapevolezza che la società rimediare i danni che ha causato. Sarà questo il tema centrale dell’”Udienza Popolare sulla Monsanto: Reati e Risarcimenti” dell’8-9 novembre. Se desiderate unirvi a noi a St. Louis per l’Udienza visitate il sito gmofreemidwest.com o telefonate al 314-727-8554. La prossima Marcia Internazionale Contro la Monsanto avrà luogo il 24 maggio 2014. Incontriamoci a St. Louis all’ingresso di Olive Street del Quartier Generale Mondiale della Monsanto.

Le rivendicazioni di risarcimenti non faranno gioire la Monsanto. Con l’opposizione che si estende oltre la contestazione dei suoi crimini e include richieste di risarcimento per tutte le sue vittime, i dimostranti potranno vedere meno palloncini della Monsanto con faccine sorridenti e un numero maggiore di cani della polizia.


Don Fitz e Barbara Chicherio sono rappresentanti del Partito Verde di St. Louis e membri del Comitato Nazionale dei Verdi/Partito Verde USA. William Smith collabora con il Progetto  Comunitario delle Arti e del Movimento (CAMP) a St. Louis.


Questo articolo è apparso in origine su Truthout.  

Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: http://www.zcommunications.org/monsanto-calls-out-the-dogs-in-st-louis-by-don-fitz.html

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