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16 aprile 2013

Fao: «Il patrimonio genetico mondiale decisivo per la sopravvivenza dell'umanità»

Perso il 75% della diversità genetica delle specie agricole, il 22% delle razze animali a rischio estinzione

La Fao celebra il 30esimo anniversario della Commissione sulle risorse genetiche per 
l'alimentazione e l'agricoltura, sottolineando «L'urgenza di salvaguardare i geni chiave che 
aiuteranno a contrastare gli effetti del cambiamento climatico». Secondo Dan Gustafson, direttore 
generale aggiunto della Fao, «Conservare e fare il miglior uso della ricchezza delle risorse genetiche 
del pianeta sarà fondamentale per la sopravvivenza dell'umanità, che dovrà produrre cibo nutriente 
a sufficienza per una popolazione in continua crescita. La Fao ritiene che l'adattamento del settore 
agricolo non sia solo una delle opzioni possibili, ma piuttosto un imperativo per la sopravvivenza 
umana, e che le risorse genetiche saranno parte essenziale di qualsiasi strategia di adattamento. 
Garantire la sicurezza alimentare nonostante il cambiamento climatico è una delle sfide più 
impegnative che dovrà affrontare l'umanità».

La Commissione sulle risorse genetiche per 
l'alimentazione e l'agricoltura si sforza di arrestare la perdita di risorse genetiche per l'alimentazione 
e l'agricoltura, e garantire la sicurezza alimentare mondiale e lo sviluppo sostenibile, promuovendo 
la loro conservazione, il loro uso sostenibile, compreso lo scambio, e la ripartizione giusta ed equa 
dei vantaggi derivanti dal loro utilizzo. Si tratta dell'unico organismo intergovernativo che affronta 
specificamente tutte le questioni riguardanti il patrimonio genetico per l'alimentazione e l'agricoltura 
mondiale e si riunisce questa settimana a Roma in coincidenza con il suo 30mo anniversario 
presentando anche dati molto interessanti: «Le piante costituiscono più dell'80 % della dieta umana. 
Una trentina di colture coprono il 95% del fabbisogno energetico alimentare umano e solo cinque di 
esse - riso, grano, mais, miglio e sorgo - ne forniscono il 60%.  Eppure, più di 7000 specie di piante 
sono state raccolte e coltivate da quando l'uomo ha imparato a farlo molti millenni fa. E nel mondo 
esistono ben trentamila specie commestibili di piante terrestri».

La Fao stima che «Nel 
secolo scorso, circa il 75% ella diversità genetica delle colture sia andata perduta, quando gli 
agricoltori di tutto il mondo sono passati a varietà geneticamente uniformi, ad alto rendimento e 
hanno abbandonato molte delle varietà locali. Il ricorso a materiale genetico è tuttavia indispensabile 
per adattare e migliorare l'agricoltura di fronte a minacce quali le malattie o il riscaldamento del 
clima che possono alterarne le condizioni di crescita.  Ad esempio, una varietà di grano della 
Turchia, raccolta e conservata in una banca genetica di semi nel 1948, è stata riscoperta negli anni 
‘80, quando è stato trovato che possedeva geni resistenti a molti tipi di funghi patogeni.  
Selezionatori di sementi ora usano quei geni per sviluppare varietà di grano resistenti a molte 
malattie».

Secondo i più recenti dati Fao, il 22% delle razze animali sono a rischio di 
estinzione, ma l'agenzia Onu evidenzia che «Le razze locali, spesso le meno studiate, posseggono 
difese genetiche che consentono loro di percorrere lunghe distanze per raggiungere pozze d'acqua, 
sopravvivere con poca acqua e cibo combattere le malattie tropicali. Molte razze bovine "industriali" 
- ad esempio, gli animali da latte ad alto rendimento - spesso non ce la fanno in condizioni così 
difficili».  

Inoltre: «Gli ecosistemi acquatici del mondo sono costituiti da circa 175.000 
specie di pesci, molluschi, crostacei e piante acquatiche. Appena 10 specie costituiscono il grosso 
delle catture ittiche al mondo, ed altrettante specie rappresentano la 
metà della produzione mondiale di acquacoltura. Al mondo si calcola esistano 80.000 specie di 
alberi, ma solo l'1% è stato studiato in modo approfondito. Le foreste ospitano l'80% della 
biodiversità terrestre, ma vengono cancellate ad un ritmo allarmante - con gravi conseguenze per il 
riscaldamento globale. Gli invertebrati costituiscono il 95% dell'intera vita animale, e il tesoro 
nascosto della biodiversità dei microrganismi è incalcolabile»

Gustafson sottolinea che «Gli 
effetti del cambiamento climatico faranno ridurre la produttività agricola, la stabilità e il reddito in 
molte zone che già soffrono di alti livelli d'insicurezza alimentare. La produzione agricola mondiale 
dovrà aumentare del 60 per cento entro la metà di questo secolo,  meno di 40 anni da oggi, per 
stare al passo con il fabbisogno alimentare della crescente popolazione mondiale. Le risorse 
genetiche per l'alimentazione e l'agricoltura svolgono un ruolo cruciale nel garantire sicurezza 
alimentare, mezzi di sussistenza sicuri e servizi ambientali. Esse sono anche fondamentali nel far sì 
che colture, zootecnia, organismi acquatici e alberi nelle foreste riescano a resistere a condizioni 
associate al cambiamento climatico».

La Commissione prevede una 
prima fase fino al 2017 che prenderà in esame una road map su cambiamento climatico e 
risorse genetiche: «Le attività previste comprendono la sensibilizzazione, lo sviluppo di linee guida 
per l'integrazione delle risorse genetiche per l'alimentazione e l'agricoltura nella pianificazione 
dell'adattamento, individuando punti caldi dove la biodiversità è particolarmente minacciata, e la 
definizione di un piano d'azione per la proteggere le piante selvatiche apparentate a quelle coltivate 
dalla minaccia di estinzione».

Il lavoro della Commissione sembra più avanzato per quanto 
riguarda le risorse fitogenetiche e zoogenetiche, ma sta facendo anche importanti passi avanti nel 
campo delle risorse genetiche delle foreste, della vita acquatica, dei microrganismi e degli 
invertebrati, «Attività che riflettono il mandato ampliato della Commissione a partire dal 1995 - 
spiega la Fao -  I batteri, ad esempio, sono essenziali per la produzione di yogurt e formaggi, i 
lombrichi rivoltano il suolo e scompongono la materia organica in sostanze nutritive essenziali e una 
pletora d'impollinatori, come le api, consentono al 35% dei raccolti di riprodursi».

Ad 
essere più colpiti dal cambiamento climatico saranno i Paesi equatoriali e tropicali «L'aumento della 
temperatura sarà più netto ed i loro sistemi agricoli saranno meno preparati ad affrontarne l'impatto 
- spiega Linda Colette, segretaria della Commissione sulle risorse genetiche per l'alimentazione e 
l'agricoltura -  Le zone aride e semi-aride sono destinate a diventare più secche, mentre le 
precipitazioni in altre aree saranno più variabili e molto meno prevedibili. Con il riscaldamento del 
pianeta l'umanità sarà costretta a usare tutti gli strumenti a sua disposizione, al fine di affrontare la 
sfida di produrre cibo a sufficienza. Stiamo costantemente ampliando i già lunghi inventari di animali 
terrestri ed acquatici, di piante, di alberi, di invertebrati come gli insetti impollinatori e anche di 
organismi microscopici - e dei loro geni - alcuni di essi possiedono la chiave per adattarsi al 
cambiamento climatico.  Non solo dobbiamo conservare quella diversità genetica, ma dobbiamo 
anche garantirne l'accesso e assicurarne la giusta ed equa condivisione dei benefici derivanti dal loro 
uso». 

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