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venerdì 22 marzo 2013 09:11

World Water Day, UNRWA: Gaza senza acqua nel 2020
di UNRWA Italia 



Allarme ONU: tra poco la Striscia e il suo milione e mezzo di abitanti resteranno senza acqua a causa dell'eccessivo sfruttamento della sola falda acquifera presente.

Roma, 22 marzo 2013, Nena News - Come ogni anno, il 22 marzo si celebra la Giornata Mondiale dell'Acqua per sensibilizzare sulla gestione razionale di questa preziosa risorsa: uno studio delle Nazioni Unite prefigura il futuro prossimo della Striscia di Gaza, dove nel 2020 le falde acquifere saranno irreparabilmente danneggiate se sfruttamento e inquinamento continueranno a questi ritmi. UNRWA, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati Palestinesi, è attiva sul campo con interventi per la gestione dell'acqua e dei servizi sanitari che contribuiscono a creare una sostenibilità di lungo periodo. 

A Gaza, acqua e igiene sono due criticità che necessitano di una soluzione di lungo periodo prima che la situazione divenga irreversibile. Una popolazione di 1,6 milioni di abitanti, di cui 1,2 rifugiati registrati, attinge quasi esclusivamente alla falda acquifera sotterranea che attraversa la Striscia e che si ricarica annualmente alla portata di 50/60 milioni di metri cubi tramite le precipitazioni atmosferiche e gli acquiferi confinanti delle colline di Hebron. La domanda corrente, 160 milioni di metri cubi all'anno che rappresenta un consumo pro capite di 70/90 litri al giorno a seconda della stagione e comunque al di sotto dello standard di 100 litri fissato dall'OMS, supera in maniera consistente la portata della falda. 

Lo sfruttamento eccessivo e il successivo abbassamento dell'acquifero richiamano acque salate marine che si infiltrano dal Mediterraneo e che in combinazione con i nitrati residui dei fertilizzanti hanno reso il 90% dell'acqua di Gaza inadatta sia al consumo umano che all'uso agricolo. A questo ritmo la falda diventerà inutilizzabile entro il 2016 e senza un intervento sostanziale, entro il 2020 il danno sarà irreversibile, mentre di contro la crescita della popolazione farebbe aumentare la domanda nello stesso periodo del 60%. Se per un'ipotesi irrealistica, da oggi si cessasse completamente l'approvvigionamento ci vorrebbero comunque decine di anni per ripristinare la potabilità dell'acquifero. 

L'altra criticità riguarda il peso ambientale del trattamento delle acque di scarico: solo il 25% delle acque reflue, 30.000 metri cubi, viene quotidianamente trattato e riutilizzato per scopi agricoli; mentre 90.000 metri cubi (33 milioni di metri cubi all'anno) vengono riversati nel Mediterraneo, inquinando e causando problemi per la salute pubblica, l'ecosistema e l'industria ittica.

L'UNRWA - l'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati Palestinesi - è attivamente impegnata, di concerto con le altre entità presenti sul campo, nello sviluppo di soluzioni sostenibili che prevedono la costruzione di impianti di desalinizzazione e trattamento delle acque reflue e di impianti fognari che coprano tutto il territorio, la creazione di una rete idrica che garantisca l'accesso diretto a scuole, centri di salute e abitazioni private, e la gestione funzionale dei rifiuti solidi e speciali (come quelli medici). 

In un mondo interconnesso, la sfida alla conservazione dell'ambiente e delle risorse non rinnovabili è complessa e non può essere affrontata nell'isolamento: le soluzioni locali hanno un impatto globale. Nena News

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