http://nena-news.globalist.it Unicef: 400 Bambini Uccisi da Marzo 2011 Roma, 07 febbraio 2012, Nena News - La crisi siriana si aggrava con il passare delle ore, sul terreno e a livello diplomatico. E’ di stamani una grave denuncia fatta dall’Unicef, l’agenzia dell’Onu che assiste l’infanzia nel mondo. Sono almeno 400 i bambini uccisi in Siria dal marzo scorso, quando sono cominciate le proteste contro il regime siriano. E’ stata la portavoce dell’Unicef, Marixie Mercado, a riferirlo nel corso di una conferenza stampa tenuta a Ginevra. «Sono 400 i bambini morti e oltre 400 sono stati arrestati, sono dati che abbiamo raccolto da marzo 2011 fino alla fine di gennaio», ha detto Mercado. Già qualche giorno fa Rima Salah, vice direttore esecutivo dell’Unicef, aveva espresso «forte preoccupazione» sulla situazione in Siria, ricordando alle parti in conflitto in Siria l’obbligo di proteggere i bambini e salvaguardare i loro diritti. La portavoce dell’Unicef ha aggiunto che da informazioni credibili emerge che anche a Homs la città roccaforte della rivolta (anche armata) contro Assad dove negli ultimi giorni, secondo l’opposizione siriana, i bombardamenti avrebbero fatto molte decine di morti i bambini e minori sono coinvolti nelle violenze. Sulla situazione in Siria l’Unicef parla di bambini e minori «arrestati (dalle forze di sicurezza del regime) arbitrariamente, torturati e sessualmente abusati durante la detenzione. Negli ultimi giorni, i bombardamenti intensi da parte delle forze governative di quartieri civili nella città Homs stanno sicuramente causando ulteriori sofferenze ai bambini». Da parte sua il direttore esecutivo dell’Unicef, Anthony Lake, si e’ rivolto direttamente a Bashar Assad: «Deve cessare. Anche un solo bambino ucciso nelle violenze è troppo. Esortiamo le autorità siriane a consentire gli aiuti a coloro che ne hanno bisogno». La denuncia dell’Unicef è giunta mentre il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov è in visita ufficiale a Damasco, accompagnato dal responsabile dell’intelligence, Mikhail Fradkov. La Russia, assieme alla Cina, sabato scorso ha bloccato con il veto una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, che, tra le altre cose, chiedeva l’uscita di scena immediata di Bashar Assad. «Ogni leader di ogni paese deve essere consapevole della sua parte di responsabilità. Lei è consapevole delle sue», ha detto Lavrov rivolgendosi al presidente siriano Assad, secondo quanto riportato dall’agenzia Itar-Tass. «È nel nostro interesse che i popoli arabi vivano in pace e in armonia», ha proseguito Lavrov. Sul piano diplomatico la tensione è alta. Dopo gli Stati Uniti anche la Tunisia, dando seguito a quanto annunciato nei giorni scorsi, ha ritirato il proprio ambasciatore a Damasco. Italia e Francia invece hanno richiamato per consultazioni il proprio ambasciatore in Siria. Da parte sua Bashar Assad ha replicato portando oggi in piazza a Damasco decine di migliaia di sostenitori in una manifestazione ufficiale in occasione dell’arrivo di Lavrov. Tra la folla si scorgono anche le bandiere della Russia e della Cina. La tv statale parla di «una marcia di sostegno all’indipendenza nazionale e di rifiuto dell’intervento straniero». Invece per l’opposizione molti dei partecipanti sarebbero sono impiegati dello Stato e di aziende legate al regime, di fatto costretti a prendere parte al raduno. Nena News
|