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13 dicembre 2012

Siria: sì alla democrazia, no all’intervento straniero!

Noi sottoscritti, membri di una società civile internazionale sempre più preoccupata del terribile bagno di sangue del popolo siriano, sosteniamo un’iniziativa politica basata sui risultati di una missione d’inchiesta che alcuni nostri colleghi hanno condotto a Beirut e a Damasco nel settembre del 2012. Questa iniziativa consiste nel sollecitare una delegazione di personalità di alto livello con esperienze pubbliche internazionali a recarsi in Siria al fine di discutere la situazione attuale con i principali protagonisti politici e aprire la strada a una soluzione politica negoziata del conflitto armato in Siria che minaccia gravemente la pace mondiale e l’esistenza della Siria come nazione sovrana e indipendente.

In tale prospettiva appoggiamo pienamente la seguente dichiarazione:

Tutti gli occhi sono oggi puntati sulla guerra in corso in Siria che sta annegando nel sangue il suo popolo. Siamo molto preoccupati non soltanto perché il conflitto è andato acquistando una dimensione geopolitica. Il movimento legittimo e agli inizi anche pacifico del popolo siriano – assieme ai suoi fratelli arabi – per i diritti democratici è anch’esso a rischio di essere trasformato in una guerra civile settaria con enormi coinvolgimenti regionali e internazionali.

Siamo consapevoli che nessuna delle parti può vincere nel prossimo futuro una simile guerra di attrito, mentre la resistenza del popolo siriano e arabo al predominio occidentale e di Israele, nonché delle dittature regionali, è minacciata e alla fine potrebbe anche essere distrutta.

Al fine di salvare questi risultati e di continuare la lotta per la democrazia, la giustizia sociale e l’autodeterminazione del popolo, è indispensabile una soluzione politica al conflitto attraverso una soluzione negoziata. Solo in questo modo potrebbe essere frenato il settarismo religioso, evitato l’intervento straniero e potrebbe prevalere il movimento democratico di massa.

Noi pertanto assumiamo l’iniziativa di appoggiare una soluzione politica, per fermare il bagno di sangue, che abbia i seguenti criteri:

.                 1.      Appoggiamo totalmente l’inizio di un processo politico che dovrebbe avere inizio con negoziati e un cessate il fuoco. Ciò dovrebbe procedere parallelamente a un processo di inversione dell’intensificazione e di smilitarizzazione del conflitto che consenta al popolo siriano di ricevere l’aiuto di cui ha urgentemente bisogno e di esprimere la propria volontà pacificamente e, infine, alle urne.

.                 2.      Poiché ogni soluzione deve essere basata sulla volontà sovrana del popolo siriano, respingiamo categoricamente ogni genere di intervento militare, da qualsiasi parte provenga.

.                 3.      Rispettare il diritto sovrano all’autodeterminazione significa rispettare i diritti democratici e sociali della grande maggioranza della popolazione. Perciò nessuna delle forze politiche principali dovrebbe essere esclusa a priori. Una soluzione pacifica e sostenibile deve essere basata su un processo costituzionale che consenta libere elezioni organizzate da un governo transitorio che emerga dai negoziati.

.                 4.      Poiché il conflitto ha visto una crescente strumentalizzazione delle affiliazioni settarie, che ostacola l’unificazione politica del popolo basata sulla democrazia, noi appoggiamo tutte le iniziative e le tendenze in seno alle forze politiche e militari esistenti che promuovano la tolleranza inter-confessionale sulla base di diritti uguali per tutti i cittadini.

Firmando questa dichiarazione offriamo pieno appoggio alla delegazione internazionale che si recherà in Siria agli inizi del 2013 e speriamo che questa iniziativa costituirà un significativo contributo alla pace nell’area.

Elenco completo dei firmatari  <www.peaceinsyria.org/endorsers.php>

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