repubblica.it - 03 ottobre 2012 - I colpi di mortaio caduti oggi in territorio turco, che hanno provocato cinque vittime tra cittadini turchi e feriti molti altri, "costituiscono una causa di grande preoccupazione e sono fortemente condannati da tutti gli alleati", si legge nella nota. "Nello spirito della indivisibilità della sicurezza e della solidarietà che deriva dal trattato di Washington, l'Allenza sta al fianco della Turchia, chiede l'immediata cessazione di questi atti così aggressivi contro un alleato e urge il regime siriano a cessare queste flagranti violazioni della legge internazionale", aggiungono i 28 alleati.

La rappresaglia di Ankara è scattata in serata, dopo che cinque persone tra cui una madre e le sue tre bambine sono rimaste uccise e tredici ferite da colpi di mortaio sparati dalla Siria e caduti sul villaggio di Akcakale, nella provincia di Sanliurfa, Turchia sudorientale. Altri colpi sono stati sparati poi nella notte dalle postazioni turche. Secondo quanto riporta l'Osservatorio per i diritti umani siriano, sarebbero molti i soldati di Damasco uccisi.

Giovedì 4 ottobre il parlamento di Ankara discuterà della situazione e potrebbe autorizzare al governo a ordinare azioni militari in zone del territorio siriano a ridosso della frontiera comune.

Su richiesta della Turchia, il Consiglio atlantico si è riunito a Bruxelles per discutere dell'accaduto sulla base dell'articolo 4 del Trattato dell'Alleanza. L'articolo 4 prevede l'obbligo di consultazioni tra alleati su richiesta di uno Stato membro che si senta minacciato da un intervento esterno. Non si tratta quindi dell'articolo 5, che considera un attacco ad uno degli alleati come un attacco a tutta l'Alleanza, con conseguente risposta comune. E la Nato ha immediatamente risposto alla richiesta turca, inviando un monito a Damasco affinché faccia cessare immediatamente qualsiasi azione contro "un paese membro dell'Alleanza Atlantica".

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