http://ilmondodiannibale.globalist.it La tragedia siriana in uno schiaffo In un villaggio una madre si ritrova davanti l'assassino del figlio. Lui dice: " l'ho ucciso, stavo lavorando..."
Villaggio di Salchin, nella zona di IDLIB . Un assassinio incontra la madre della sua vittima. Si tratta di uno dei tanti SHABBIHA, e aveva ucciso il figlio della donna che ora lo rivede, ma quando assassinò suo figlio non la degnò neanche di uno sguardo. E' accaduto infatti che l'esercito Siriano Libero abbia catturato alcune persone al servizio del regime di Assad , i cosiddetti "SHABBIHA", e fin qui niente di particolare , ogni giorno possiamo trovare notizie simili, che poi ne comportano altre: le persone catturate vengono utilizzate per gli scambi tra le parti in conflitto, soprattutto se il regime ci tiene ai suoi uomini catturati dal nemico: altrimenti. Nel caso di cui parliamo però lo SHABBIHA è stato catturato in presenza della madre della sua vittima. Lei l'ha cercato e l'ha chiamato per nome, dicendo: " Io sono la madre di Samer Bashi e non ho paura di nulla! " Quindi l'ha schiaffeggiato sul volto dicendolo " voi non siete timorati di Dio". In questi schiaffi c'è tutto il dolore e la tragedia della madre, la sua angoscia, così simile al desiderio e alla rabbia delle mogli che attendono invano notizie dei loro mariti. Poco dopo L' "assassino di suo figlio" ha confessato la sua colpa, spiegando che quando l'ha ucciso "ero in servizio, stavo lavorando". In effetti assassinare in Siria è diventato un lavoro per molti, e la morte è il destino degli altri. Gli "SHABBIHA" spesso sono della stessa città delle loro vittime, conoscono la gente e la gente conosce loro. E li teme, perché sono degli assassini col mandato di uccidere e basta, tanto che causano più morti bombardamenti stessi. La mamma di Samer è una delle molte madri che sono state impotenti e disperate testimoni dell'assassinio dei loro figli, ma a differenza di lei molte altre non sono riuscite a rivedere l'assassino dei loro figli, schiaffeggiandolo.
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