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7 settembre 2012

Siria: Cresce il Numero dei Rifugiati, l’Unhcr Amplia Ulteriormente le Operazioni nel Paese e nella Regione

Siria

L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) sta ampliando la propria risposta d'emergenza in favore delle persone sfollate all'interno della Siria. Raddoppiano così anche i bisogni dell'Agenzia – che passano a 41,7 milioni di dollari USA – nell’ambito della revisione del Piano di risposta umanitaria per la Siria, presentata questa mattina ai donatori (un Piano questo distinto dal Piano di risposta regionale, che invece si applica ai paesi limitrofi). L'UNHCR chiede sostegno per fornire assistenza che comprende aiuti per le famiglie, assistenza finanziaria attraverso piccole somme di denaro per circa 200mila persone considerate vulnerabili, assistenza medica, counselling alla popolazione sfollata, ristrutturazione di alloggi e per incoraggiare i bambini rifugiati e sfollati siriani a tornare a scuola. 

Nella ultime due settimane il personale UNHCR ha visitato 29 alloggi collettivi, situati in 9 diversi quartieri di Damasco e nell’area della periferia rurale della cittá. Durante queste visite sono stati consegnati articoli per l'igiene, materassi e coperte ed è stata svolta attività di counselling. Questa settimana inoltre l’UNHCR ha preso parte a una missione inter-agenzie di 3 giorni a Homs. La prossima settimana la Mezzaluna rossa araba siriana consegnerà aiuti alle famiglie vulnerabili della città. 

L’UNHCR ha ricevuto decine di migliaia di chiamate dal mese di luglio sulle proprie linee telefoniche dedicate e migliaia di rifugiati si sono presentati nell'ufficio dell'Agenzia a Damasco. Solo durante la scorsa aettimana quasi 3mila rifugiati si sono rivolti all'ufficio esprimendo le loro preoccupazioni sulle condizioni di sicurezza, sulle loro difficoltà finanziarie e sulla necessità di essere reinsediati. Le attivitá di reinsediamento continuano a essere portate avanti, seppur lentamente, e le partenze verso i paesi di reinsediamento pianificate questa settimana non sono state effettuate a causa della cancellazione dei voli dall’aeroporto di Damasco.

Con l'inizio dell'anno scolastico previsto per la metà di settembre, diviene ancora piú urgente il bisogno di traferire le persone che ancora vivono nelle scuole. Questa settimana l'UNHCR ha assistito 200 rifugiati somali e sudanesi nelle operazioni di trasferimento in uno dei siti alternativi selezionati dalle autorità. Molti degli edifici identificati come alloggi collettivi alternativi necessitano di lavori di ristrutturazione prima di potervi trasferire persone. 

Iraq

La scorsa settimana sono entrati nella regione irachena del Kurdistan 4.165 rifugiati siriani, che vanno ad aggiungersi ai 14.410 siriani di etnia curda che già avevano cercato rifugio nell'area. Circa 1.100 di loro sono arrivati nella sola giornata di ieri, numero record per un solo giorno. Dall'inizio del conflitto 22.847 siriani sono fuggiti in Iraq, oltre l'80% dei quali nel Kurdistan.Il posto di frontiera di Al-Qaem è ancora chiuso. Data la precaria situazione di sicurezza in Siria, l'UNHCR continua a negoziare con le autorità l'apertura di questo confine per tutti i civili siriani. I valichi di Al Waleed e Rabhia sono invece aperti. 

Il governo ha in programma di fornire a tutti i rifugiati siriani di Al-Qaem pemessi di residenza validi per 6 mesi - ha appreso l'UNHCR dal Comitato permanente del ministero dell'interno per i rifugiati.Questo provvedimento positivo favorirà la protezione dei rifugiati, facilitando il loro accesso ai servizi e – auspica l'Agenzia – la loro libertà di movimento. 



Giordania

È drasticamente diminuito negli ultimi giorni il flusso degli arrivi dalla frontiera con la Siria al campo di Za'atri: solo 243 persone hanno attraversato il confine la scorsa notte, contro le 1.286 della notte di mercoledì. La diminuzione degli ultimi 2 giorni si deve al fatto che i rifugiati hanno incontrato problemi nell’attraversare il confine: coloro che sono arrivati la notte scorsa hanno riferito di  bombardamenti sul lato siriano e dell’ accesso limitato alle vie di fuga. 

A Za'atri sono state installate le cucine da campo e ora i rifugiati possono cucinare autonomamente il proprio cibo. Il Programma Alimentare Mondiale (PAM) conta di poter passare dalla distribuzione di cibi cucinati a quella di razioni asciutte a partire dalla metà di questo mese. Sono in costruzione anche punti di distribuzione del cibo. 

L'UNHCR sta inoltre allestendo una tenda per la ricarica dei telefoni cellulari, che sarà gestita da un comitato di 10 rifugiati – uomini e donne – in modo che i rifugiati possano tenere i contatti con le proprie famiglie, verificare lo stato delle proprietà e la situazione nelle aree d'origine. Queste sono le priorità principali indicate dagli stessi rifugiati al momento di istituire i comitati. Attualmente i rifugiati ricaricano i propri telefoni utilizzando le lampade solari distribuite a ogni famiglia. Sono 6 i comitati di rifugiati istituiti finora. I rappresentanti della popolazione del campo contribuiscono a gestire la distribuzione del cibo e le questioni relative a donne, bambini, sicurezza, cultura, media e salute. 

Questa settimana gli operatori UNHCR hanno formato 50 alti funzionari di polizia sul diritto internazionale dei rifugiati e le sue relazioni con il diritto giordano, i diritti e i doveri dei rifugiati e altre questioni che riguardano la sicurezza. Da lunedì prossimo il training verrà esteso a centinaia o migliaia di agenti di polizia di base a Mafraq/Za'atri. 

Il campo di Za'atri attualmente accoglie 26.664 persone. Con la previsione dell'arrivo di altre migliaia di rifugiati l'Agenzia sta valutando la possibilità di allestire ulteriori campi in Giordania e quindi cercando siti alternativi. 

In tutta la Giordania 81mila persone si sono registrate o hanno richiesto di registrarsi con l'UNHCR. Il 75% di coloro che sono già stati registrati è composto da donne e bambini. 



Libano 

In risposta al numero sempre crescente di siriani costretti alla fuga che si stanno stabilendo nel sud del Libano, l'UNHCR sta programmando di aprire un nuovo centro di registrazione nell'area. Una valutazione dei bisogni è in corso di completamento: l'Agenzia prevede di registrare almeno 7mila persone nel sud, principalmente a Saida e nei villaggi circostanti. In base ai primi resoconti molte persone che chiedono di registrarsi sono arrivate in Libano già in precedenza, ma non possono rientrare nel proprio paese poiché provengono da aree interessate dalle violenze. 

Questo gruppo nel sud andrà ad aggiungersi agli oltre 65mila siriani che già hanno chiesto di registrarsi in Libano. Il 55% della popolazione registrata si trova nel nord del paese, il 41% nella valle della Bekaa e numeri più limitati a Mount Lebanon, Beirut e nel sud. 

Circa il 79% dei rifugiati siriani che si trovano in Libano è composto da donne e bambini, molti dei quali considerati vulnerabili poiché presentano bisogni specifici. Tra loro è alto il numero di 11mila bambini. Nelle ultime settimane l'UNHCR e le agenzie partner sono stati impegnate in una campagna di sensibilizzazione sul ‘’ritorno a scuola’’ e hanno fornito ai rifugiati informazioni su come iscriversi. Ad Akkar e Tripoli, nel nord del paese, sono state distribuite borse e uniformi scolastiche ai bambini già iscritti. Durante la pausa estiva l'Agenzia ha svolto lezioni di recupero per aiutare i bambini ad affrontare i nuovi programmi in francese e inglese. 

Tra i nuovi arrivati c'è Amal, una donna di 25 anni giunta nell'est del Libano alcuni giorni fa. È fuggita dalla sua casa a Homs da circa un mese, in avanzato stato di gravidanza e con i suoi 3 bambini. Mentre viaggiava verso la frontiera con il Libano ha dato alla luce il bambino con l'aiuto di una ostetrica, anche lei in fuga dal conflitto in Siria. Amal non sa dov'è suo marito. Con il neonato, ha poi continuato il suo viaggio verso zone sicure, attraversando il confine e trovando riparo in una casa costruita solo parzialmente, senz'acqua né energia elettrica, nel villaggio di Majdel Anjar, vicino al posto di frontiera di Maasna, a circa 15 chilometri da Zahle. Il proprietario dello stabile però le ha chiesto di andarsene e volontari locali l'hanno aiutata a trovare una sistemazione temporanea presso una famiglia del luogo. Amal ha ancora urgente bisogno di trovare un alloggio più stabile. 

Quella dell'alloggio resta infatti la questione più urgente per un numero sempre crescente di rifugiati in Libano, in particolare nell'area della Bekaa. Con l'anno scolastico che sta per iniziare sempre piú famiglie vengono sfrattate dagli edifici scolastici in cui vivono, nell'est del paese. In questa area 111 famiglie alloggiano in 6 scuole funzionanti, mentre sono 25 le famiglie che vivono in 4 strutture nel nord. Ad Ain Ata e ad Al Aqaba, nell'est, 2 scuole non più utilizzate sono adesso pronte per accogliere le famiglie che vivono in scuole funzionanti. Il trasferimento dovrebbe cominciare all'inizio della prossima settimana. Il 1° settembre L'UNHCR ha avviato i lavori di riabilitazione di una scuola a Tekrit, nel nord, che dovrebbe essere pronta ad accogliere famiglie nel corso di questo mese. L'Agenzia sta poi offrendo alle famiglie vulnerabili l'opzione “cash-for-rent” (denaro per l'affitto) e prevede che sempre più famiglie in futuro possano utilizzare questa risorsa, considerando la scarsità di alloggi collettivi a disposizione. 

Nel nord del Libano, l'UNHCR e l'agenzia partner IMC hanno avviato sedute di sensibilizzazione sulla salute mentale nel centro di registrazione di Tripoli, per aiutare i rifugiati. Questi devono affrontare stress enormi che vanno dalla disoccupazione alle difficoltà di adattamento alla vita in Libao, fino ai traumi derivanti dalla perdita di famigliari in Siria e alle preoccupazioni sulle persone che sono rimaste nel paese. L'incertezza sul futuro si accompagna costantemente a tali preoccupazioni. 

Nel nord del Libano intanto le operazioni di registrazione sono ripartite a seguito del miglioramento delle condizioni di sicurezza. La scorsa settimana sono state registrate 2.400 persone, ben 1.000 in più rispetto alla settimana precedente. 

Cresce poi il numero di rifugiati che arriva nelle regioni settentrionali riferendo di difficoltà nella fuga verso zone sicure. Diverse famiglie hanno raccontato di essere state bersaglio di colpi di arma da fuoco mentre attraversavano la frontiera per entrare a Wadi Khaled. Una bambina di 11 anni sarebbe rimasta uccisa. Altri aggiungono di aver cercato di entrare in Libano attraverso i valichi di confine ufficiali, dove però le autorità siriane avrebbero consentito l'ingresso solo agli uomini e respinto le donne e i bambini. I rifugiati sarebbero quindi ricorsi all'attraversamento irregolare della frontiera pagando 1.000 dollari a miliziani dal lato siriano per attraversare un fiume. 


Turchia 

Col ritorno nel proprio paese di 2.750 siriani la scorsa settimana, si registra una leggera diminuzione del numero di siriani che vive nei campi e nelle scuole della Turchia. Ammonta a 78.500 – secondo le autorità turche – il numero totale di rifugiati che risiedono in 11 campi, scuole e in un centro di transito nelle province meridionali del paese. 

Allo stesso tempo alle frontiere di Kilis e Hatay sono oltre 10mila le persone in attesa di essere ammesse in territorio turco. Esse ricevono cibo, acqua e medicine. Vengono ammesse a piccoli gruppi – come le autorità assicurano all'UNHCR – e trasferite nei campi ogni volta che si rendono disponibili posti. Continuano poi i lavori in ulteriori 3 nuovi campi: Cevdetiye nella provincia di Osmaniye che dovrebbe aprire il 9 settembre, Nizip in quella di Gaziantep che dovrebbe aprire il 10 e Adiyaman, la cui apertura è prevista per il 20 settembre. Quando tutti i campi saranno completati la capacità d'accoglienza della Turchia raggiungerà le 130mila persone. 

L'UNHCR esprime preoccupazione per le notizie del decesso in mare di circa 60 persone – ritenute di nazionalità siriana, irachena e palestinese – a seguito dell'affondamento di un'imbarcazione al largo delle coste occidentali turche, nei pressi di Smirne. I presunti trafficanti – ha appreso l'Agenzia – sono sopravvissuti e sarebbero stati arrestati. 



Statistiche 

Il numero di rifugiati siriani registrati o in attesa di registrazione è adesso di 246.267. 

- Giordania = 81.456 (dei quali 33.142 in attesa di registrazione)

- Libano = 64.636 (dei quali 18.459 in attesa di registrazione)

- Iraq = 21.744 (dei quali 1.841 in attesa di registrazione)

- Turchia = 78.431 (tutti registrati e assistiti, in base alle statistiche governative) 


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Causale: Emergenza Siria
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