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04 febbraio 2012

Offensiva del regime, massacro a Homs
Attivisti: "217 vittime". Ma il regime nega

L'attacco dell'esercito con artiglieria e mortai. Decine di case completamente distrutte. La maggior parte delle uccisioni nel quartiere di Khalidiya.

DAMASCO - È stata una notte di sangue a Homs, la roccaforte della protesta anti Assad. L'esercito del regime - secondo quanto raccontano gli attivisti antigovernetivi, smentiti dal regime - avrebbe lanciato una pesante offensiva, bombardando più zone della città con artiglieria e mortai, facendo una strage. Secondo i gruppi di attivisti che sostengono la protesta, i morti sono almeno 217, con centinaia di feriti. Queste vittime si sommano alle 28 registrate nel corso della giornata.

L'offensiva sarebbe iniziata intorno alle otto di sera. Preso di mira soprattutto il quartiere di Khalidiya, dove si sono contati oltre 130 morti. Secondo i testimoni, almeno 26 abitazioni sarebbero state rase al suolo, con le famiglie al loro interno. I corpi vengono ammassati in due moschee della zona.

"E' il peggior attacco dall'inizio della protesta, lo scorso marzo", fa sapere Rami Abdul-Rahman, capo dell'Osservatorio siriano per i diritti dell'uomo, una delle organizzazioni anti regime. Il Consiglio nazionale siriano, che raccogli gli oppositori di Assad, ha definito l'attacco "un massacro terrificante", chiedendo alla Russia "di condannare il regime".

Ma il regime si affretta a nega responsabilità nell'attacco: "Smentiamo la notizia del bombardamento da parte dell'esercito di diversi quartieri di Homs, divulgata dalle emittenti televisive che incitano alla violenza".

La strage arriva alla vigilia del voto del Consiglio di Sicurezza contro Assad. Raggiunta, superando le diffidenze della Russia, l'intesa su una risoluzione nella quale si esclude un intervento militare ma si garantisce pieno appoggio al piano della Lega Araba che prevede le dimissioni del presidente siriano.

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