Pepe Escobar, “Obama il Siriano”, da “Asia Times” del 4 agosto 2012, ripreso da “Megachip”

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Scritto il 09/8/12

Macelleria-Siria, la strana alleanza tra Israele e Jihad

La Reuters ha faticato parecchio prima di poter pubblicare che qualche mese fa il presidente americano Barack Obama aveva approvato una “intelligence” dalla quale risulta che la Cia, Central Intelligence Agency, doveva dare un appoggio ai “ribelli” armati, che si battono per un cambiamento di regime in Siria e che ora questo sostegno deve essere tolto. A questo punto anche i più sperduti pescatori delle isole Figi già saranno a conoscenza di questo “segreto” (per non tornare a ripetere che in tutta l’America Latina si conosce una cosetta o due su come la Cia si sappia destreggiare nel rovesciare un regime). La Reuters descrive con cautela questo sostegno, come «circoscritto». Ma questo è, ovviamente, il codice per “proteggersi le spalle”. Infatti ogni volta che la Cia vuole abbandonare qualche progetto si serve della stampa e di qualche scriba fedele, come David Ignatius del “Washington Post”.

Già lo scorso 18 luglio, Ignatius si stava ripetendo la lezione imparata, secondo cui «la Cia sta lavorando con l’opposizione siriana da diverse settimane per perseguire un  programma non-letale … Decine di agenti dei servizi segreti israeliani sono anche all’opera lungo il confine con la Siria, pur mantenendo un basso profilo». Ma che bella immagine. Cosa si può fare a basso profilo lungo il confine con la Siria? Avranno fatto una foto mentre sorridevano in mezzo a un gruppo di camionisti? Per quanto riguarda il “basso profilo” del Mossad, quello che si sa a Tel Aviv è che Israele è in grado di “controllare” lo sciame di estremisti  wahabiti, salafiti-jihadisti che stanno infestando la Siria. Anche se quello che sto per dire è una evidente stupidaggine, sembra proprio che Israele stia andando a letto con gli islamisti alla scuola di al-Qaeda. Questo  significa che l’esercito “non esattamente libero” siriano (Fsa) è pieno zeppo di irriducibili Fratelli musulmani e infiltrati salafiti-jihadisti che stanno seguendo l’ordine del giorno, non solo per ordine dei loro finanziatori e fornitori di armi – la Casa saudita e il Qatar – ma anche di Tel Aviv, oltre che di Washington, e dei suoi barboncini patentati di Londra e Parigi.

Quindi questa non è solo una guerra per procura – ma è una guerra multipla, una guerra con una procura concentrica: il triangolo della morte. L’agenda di Tel Aviv è chiara: un governo siriano indebolito, un esercito occupato su più fronti  e in confusione, che sente un odio settario tutto intorno, è un inarrestabile declino verso la balcanizzazione. L’obiettivo finale non è solo la libanizzazione, ma la somalizzazione di Siria e dintorni. L’agenda della Turchia rimane incredibilmente oscura – a parte il desiderio che il post-Assad in Siria diventi una versione mite e civile del regime Akp di Ankara (cosa che non accadrà). Come diciamo da mesi, la Nato fino a qualche tempo fa gestiva un centro di comando e controllo a Iskenderun, nella provincia turca di Hathay. Recentemente, è finalmente trapelata la notizia alla Reuters di una base “segreta” gestita da Turchia, Qatar, Arabia Saudita ad Adana, a 100 chilometri dal confine siriano. Casualmente, Adana è la sede di Incirlik, una immensa base Nato. Una fonte locale di “Asia Times” già da diverse settimane stava segnalando dei  movimenti frenetici di merci intorno a Incirlik.

È stato il vice ministro degli Esteri saudita Abdulaziz bin Abdullah al-Saud che ha chiesto, personalmente, che la base fosse collocata a Incirlik, per la gioia di Ankara. Ankara-Riyadh-Doha: parliamo di un triangolo della morte. Tuttavia, quello che fa il Qatar è ancora una volta la politica del “coprirsi le spalle”. La Turchia sta caricandosi la parte più sporca del lavoro militare, la Cia sta nascondendo la mano e il Qatar sembra essere solo un innocente turista di passaggio che scatta una foto (mentre ha diretto tutte le operazioni per mezzo della sua intelligence militare). I pezzi grossi sono diventati tutti  dei non meglio specificati “intermediari”. Obama non ha autorizzato una guerra con i droni, inoltre la Cia non è autorizzata ad armare i “ribelli”: eccolo, è questo l’affare del “triangolo della morte”. Una quantità enorme di granate russe, comprate sul mercato nero, è stata responsabile dei recenti massacri di “ribelli” di Damasco e Aleppo. Ora c’è da aspettarsi che una altrettanto enorme quantità di armi anticarro e missili terra-aria giunga ai ribelli; “Nbc News” ha già riferito di un “dono” di quasi due dozzine di missili terra-aria che è stato consegnato all’Fsa – ovviamente in arrivo dalla Turchia.

Qatar e Arabia Saudita non stanno facendo prigionieri. A Washington sembra che nessuno si stia preoccupando di guardare indietro, a quanto accaduto nel periodo dopo la jihad in Afghanistan, prima di prendere una decisione. A proposito, quello che sta succedendo ora in questi territori è ancora una volta quanto avvenne in Afghanistan nel 1980: l’Arabia Saudita e il Qatar oggi interpretano il ruolo del Pakistan, l’Fsa fa la parte dei gloriosi Mujahideen “combattenti per la libertà” e Obama fa come faceva Ronald Reagan. L’unico elemento mancante per replicare lo stesso copione è l’approvazione di Obama di un “memorandum di notifica preventivo” da inviare ai servizi segreti, per autorizzare Washington a militarizzare i combattenti per la libertà e comiciare a inviare uno sciame di droni.

Ora questa è la ricetta per realizzare un Blockbuster di Hollywood, garantito, modello 2013. Riyadh, da parte sua, sta costringendo il re di Giordania ad installare una zona cuscinetto nel suo territorio per le oltre 100 bande che formano l’Fsa – come rivela “al-Quds al-Arabi”, finanziato dai sauditi. E indovinate chi era il braccio destro che ha fatto concludere l’affare? Nientemeno che il principe Bandar, capo dei servizi segreti sauditi, ora introvabile e che può o non può essere stato ucciso in un attentato due settimane fa. La comare secca vince sempre: vale la pena ripeterlo fino quando arriverà per portarli via, come uno spettacolare ritorno di fiamma con una lingua lunghissima. Un prolungato assedio di Aleppo è a portata di mano. La “base segreta” della Nato – formata dal Consiglio di cooperazione del Golfo in Turchia insieme a tutti i non-armati – sta rafforzando un mix estremamente pericoloso di disoccupati e giovani siriani sunniti semi-analfabeti, fanatici, nati per uccidere disertori e criminali, salafiti- jihadisti di qualsiasi nazione.

Wahabiti sauditi vogliono un estremismo islamista sunnita in Siria – che prevede cristiani, alawiti, drusi e curdi, come cittadini di terza categoria (e candidati principali per la decapitazione). Gli emiri del Qatar vogliono un protettorato dei Fratelli Musulmani. Chi fa la politica estera dell’amministrazione Obama deve sintonizzarsi su questo (pessimo) canale. Proprio perché si sono infognati in una vera e propria guerra che non è solo contro l’Iran, ma anche contro tutti gli sciiti, non si capisce come fanno a scommettere su una somalizzazione della Siria, se non godono della compiacenza degli wahhabiti. La comare secca sogghigna e attende dietro le quinte.

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