http://nena-news.globalist.it Siria, Kofi Annan insiste: coinvolgere l'Iran L'inviato dell'Onu, in una intervista a Le Monde, spiega che la crisi siriana non può essere risolta escludendo Tehran dai colloqui, come impongono gli Usa e gli alleati arabi
Roma, 08 luglio 2012, Nena News - «La Russia ha influenza, ma sono sicuro che gli sviluppi non saranno determinati solo da Mosca...L'Iran è un attore. Dovrebbe far parte della soluzione, ha influenza e noi non possiamo ignorarlo». Si è espresso così ieri l'inviato speciale dell'Onu Kofi Annan in un'intervista al quotidiano francese Le Monde. Annan da tempo ripete che la crisi siriana può essere risolta solo con il coinvolgimento di tutte le potenze regionali, quindi anche di Tehran. Gli Stati Uniti e i paesi arabi del Golfo però impongono ed ottengono che rimanga escluso il principale alleato della Siria nella regione, temendo che il coinvolgimento dell'Iran possa allentare l'isolamento in cui quel paese viene tenuto. Annan, nell'intervista, ammette in qualche modo il fallimento del piano che porta il suo nome. «Questa crisi va avanti da sedici mesi, ho iniziato a lavorarci da tre mesi. Sono stati fatti sforzi importanti per cercare di risolvere questa situazione in modo pacifico. È un fatto che non ci siamo riusciti. E forse non c'è alcuna garanzia che ci riusciremo», dice l'inviato dell'Onu. «Ho spiegato - aggiunge - al Consiglio di sicurezza che dobbiamo mettere altre opzioni sul tavolo: questa missione non è infinita nel tempo, così come il mio ruolo». Intanto il rischio che la crisi siriana si estenda al vicino Libano, compromettendo i precari equilibri politici del Paese, è stato confermato ieri quando cinque persone, di cui due profughi siriani, sono morti sotto il fuoco di razzi e proiettili di mortaio nella regione di Wadi Khaled, dove si nascondono molti ribelli siriano. E' stato proclamato lo stato di massima allerta per le unità dell'esercito libanese nella zona. Il presidente Michel Sleiman ha espresso rammarico per l'accaduto. Ma i toni usati da Beirut sono stati prudenti. Sino ad oggi il governo libanese in carica, pur retto da una maggioranza filo-Damasco, ha cercato di astenersi da qualsiasi presa di posizione troppo decisa. Tuttavia negli ultimi mesi si sono ripetuti gli incidenti di frontiera, con l'uccisione di cittadini siriani e libanesi e il ferimento, lunedì scorso, di due agenti di polizia siriani provocato dal lancio di un razzo dal territorio libanese. Sarebbero 60 le persone morte ieri in Siria, a causa degli scontri e dei bombardamenti che hanno interessato le province di Aleppo e Deir Ezzor: 31 civili, 19 soldati e 10 tra ribelli e disertori. Nena News
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