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martedì 20 novembre 2012

Le comunità cristiane in Siria e Libano sono una ricchezza troppo preziosa perchè il mondo possa farne a meno
di Mario Villani

Qualcuno, purtroppo anche in ambiente cattolico, si è permesso di sostenere che i Cristiani in Siria sono attaccati perchè sostengono Assad. Verrebbe da rispondere che la verità è esattamente l'opposto: sostengono Assad perchè sono attaccati, perchè devono scegliere tra chi, in qualche modo, garantisce una pacifica convivenza tra le varie confessioni e chi progetta una drammatica pulizia etnica su base religiosa. In realtà però i Cristiani in Siria non sostengono un uomo o un regime ma, come ha ben precisato il Patriarca Maronita Bechara Rai (prossimo Cardinale di Santa Romana Chiesa), semplicemente sostengono lo Stato. Metterle sotto accusa per questo significa farsi complici dei loro persecutori.

Le comunità cristiane in Medio Oriente e segnatamente in Siria e Libano sono una ricchezza troppo preziosa perchè il mondo possa farne a meno. Sono comunità portatrici di un messaggio che hanno ascoltato per la prima volta, duemila anni fa, proprio direttamente da Cristo. Un messaggio di Amore, di Pace, di Giustizia, diffuso in una regione che sembra sempre più aver dimenticato il significato di tutte e tre queste parole.

Come Cristiani di questa Europa sempre meno cristiana abbiamo dei doveri morali nei confronti dei fratelli in Siria. Abbiamo l'imperativo di raccogliere il loro grido: “non abbandonateci”. Quindi di adoperarci per loro. Facile dire: cosa possiamo fare noi che non contiamo nulla, mica abbiamo le leve del potere. Verissimo, però possiamo pregare, possiamo testimoniare la verità, possiamo costruire legami con le comunità di religiosi e laici in Siria (sto pensando alle splendide suorine (italianissime) del convento di Azer. Solo il fatto di sapere di non essere stati dimenticati può costituire un sostegno morale poderoso. Infine potremmo inviare anche un aiuto economico che possa servire ad assistere chi non ha più una casa o a riscattare, salvandogli la vita, un rapito.

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