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30 novembre 2012

È nata una nazione

Con 138 voti favorevoli, 9 contrari e 41 astenuti, l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato giovedì la richiesta palestinese di diventare stato non membro osservatore dell’Onu.

Prima del voto il presidente palestinese Abu Mazen ha rivolto un appello: “Oggi l’assemblea generale è chiamata a dare un certificato di nascita allo stato di Palestina. È l’ultima opportunità per salvare la soluzione dei due stati e portare la pace con Israele”.

Nell’aula del palazzo di vetro è stata immediatamente posta la bandiera palestinese e ora si aspettano i primi passi diplomatici del paese. Secondo Al Jazeera il nuovo status implica un riconoscimento indiretto della rivendicazione di uno stato palestinese in Cisgiordania, Gerusalemme est e Striscia di Gaza e consente la sua partecipazione a numerose agenzie delle Nazioni Unite oltre che alla Corte penale internazionale.

Secca la reazione di Israele e Stati Uniti, due dei paesi che hanno votato contro la risoluzione. La segretaria di stato statunitense Hillary Rodham Clinton ha definito la decisione dell’Onu “spiacevole e controproducente”. “Solo attraverso dei negoziati diretti, palestinesi e israeliani raggiungeranno la pace che entrambi meritano: due stati per due popoli”, ha spiegato.

Secondo il premier israeliano Benjamin Netanyahu “il voto alle Nazioni Unite non cambia niente sul terreno. Non servirà neppure ad aiutare il rafforzamento dello stato palestinese, anzi lo impedirà”.

“Per essere riconosciuto come uno stato, un vero stato, il voto dell’assemblea generale non serve”, scrive il Jerusalem Post. “In un modo o nell’altro i palestinesi devono avere il riconoscimento di Israele, e per ottenerlo dovranno mettersi intorno a un tavolo con i suoi rappresentanti”.