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sabato 15 settembre 2012 09:04

Caro Papa, ecco la vera faccia del Libano multi-confessionale

Joumama Haddad scrive polemicamente al Papa in visita nel suo paese. Nena News pubblica la lettera della scrittrice libanese

Caro Papa, Lasci anche che le dia alcune nozioni sul paese che sta per visitare. Lei sarà contento di sapere che noi libanesi non siamo "cittadini", ma un insieme di confessioni. Sarebbe così orgoglioso di noi. Tra di noi, infatti, ci permettiamo ancora di chiederci: "Qual è la tua religione?" Continuiamo a diffondere il settarismo, a disprezzare "l'altro" e a praticare atti di sciovinismo e di discriminazione. La nostra vita politica continua ad essere regolata in base alle affiliazioni religiose dei nostri leader. Abbiamo una legge che si rifà all'età della pietra che consente la detenzione degli omosessuali solo per i loro stili di vita. Prendete me per esempio. Io sono una donna libanese, ma sono un cittadino libanese? No, non fino a quando la religione che mi è stata assegnata alla nascita è ciò che governa le situazioni della mia vita. No, in quanto sono stata ufficialmente registrata all'anagrafe come una cattolica, sposata per la prima volta in una Chiesa cattolica, e ho avuto figli la cui prima nozione che hanno imparato riguarda la loro fede cattolica. Vergogna nei confronti di un paese che pretende di essere una "repubblica democratica", ma non ha espresso una società civile laica libera dal dominio di figure e leggi religiose. E spero che tutti i buoni patrioti là fuori abbiano la decenza di non proferire quanto il Libano rappresenti una "illuminante moderna" eccezione nella regione; le persone che lo fanno tendono, in qualche modo, a paragonare il Libano a paesi come l'Arabia Saudita. Ma non è, il confronto con chi o con cosa è "peggio", una forma di codardia e di negazione? Non sarebbe più onorevole confrontare noi stessi con il "meglio" e quindi cercare di migliorarci, invece di provare un'illusoria illusoria soddisfazione? Inoltre, faciamo in modo che i buoni patrioti non parlino di tutti i "delicati equilibri" che dovrebbero essere presi in considerazione nel Libano multi-confessionale. Questo non è altro che una giustificazione del feudalesimo, divisionismo e immoralità. Non stiamo altro che permettendo alle religioni di monopolizzare le nostre vite e di legittimare la loro influenza politica, sociale ed economica su di noi. Abbiamo un bisogno urgente di aspirare a società civili che meritiamo, libere e secolari, e di lavorare per raggiungerle, lontano dal monoteista lavaggio del cervello a cui ci hanno sottoposti. Allora, e solo allora, si può cominciare a parlare di un vero cambiamento positivo in Libano e nel mondo arabo. Neanche un minuto prima.

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