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14 gennaio 2012

El Baradei rinuncia alle presidenziali "C'è poca democrazia"

L'ex capo dell'Aiea e premio Nobel per la pace ha deciso di ritirarsi dalla corsa elettorale. Accusa il consiglio militare che guida il Paese e dice: "L'ancien régime non è finito". Sconcerto negli ambienti liberali e moderati 

IL CAIRO -  Il 25 gennaio si festeggerà il primo anniversario della rivoluzione che ha costretto all'addio l'allora presidente Hosni Mubarak. A dieci giorni da quella data, uno dei candidati alla successione dell'ex raìs  abbandona la corsa. Con una mossa a sorpresa, Mohamed el Baradei, ex capo dell'agenzia atomica internazionale (Aiea) e Premio Nobel per la pace, ha deciso di rinunciare denunciando la mancanza di un vero regime democratico in Egitto. Una mossa, la sua, che ha creato sconcerto tra i movimenti rivoluzionari e tra gli elettori liberali e moderati. Pochi giorni fa, d'altra parte, c'era stata un'altra defezione importante: il partito di Naguib Sawiris, 'Egiziani Liberi', boicotterà il voto per il rinnovo del consiglio consultivo, la seconda camera del Parlamento egiziano.

El Baradei annuncia che la sua coscienza gli impedisce di partecipare alla corsa per le presidenziali, perché resta la sensazione che 'l'ancien regimè non sia finito e che la rivoluzione non ci sia mai stata". E accusa il consiglio militare che guida il Paese, denunciando la brutalità dell'intervento delle forze dell'ordine, ma anche per una "cattiva gestione che allontana gli obiettivi della rivoluzione". "Ho passato in rassegna tutte le possibilità per servire questo Paese in forma ufficiale - dice - ma non ne ho trovata una, nemmeno come presidente", spiega el Baradei.

Secondo alcuni analisti, a spingere il premio Nobel al ritiro è stata anche la consapevolezza che probabilmente non ce l'avrebbe fatta a raggiungere l'obiettivo vista l'ascesa - sembra inarrestabile - dei Fratelli Musulmani che affermano di avere incassato il 46% dei voti nelle elezioni per l'assemblea del popolo, equivalente alla Camera dei deputati, mentre i salafiti del partito della luce viaggiano su una percentuale del 23 per cento. Sui social network, molti  reclamano una mossa analoga da parte di altri candidati alla presidenza.

Per Ayman Nour che si era presentato contro Mubarak nel 2005, il ritiro di Baradei fa uscire di scena una «parte sana» della rivoluzione egiziana. «Quelli che hanno creato il sogno se ne andranno e resteranno solo quelli che sognano il potere e il dominio», ha detto Nour  candidato del partito salafita, rappresentando bene il quadro attuale dell’Egitto.

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