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Un’altra Europa è scesa in piazza Oggi è stata una giornata straordinaria, non solo perché tantissimi studenti e lavoratori sono scesi in piazza in Italia, ma perché era lo Sciopero Generale Europeo. In 23 paesi lavoratori e studenti, di 40 diverse organizzazioni, sono scesi in piazza contemporaneamente per chiedere un’Europa diversa, un’Europa dei diritti e delle possibilità, un’Europa fondata sul Lavoro, sulla Ricerca, sulla Scuola e l’Università. Oggi è stata un data straordinaria perché gli studenti, italiani e non, hanno deciso di essere al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici in lotta contro le politiche d’austerity. In Italia da Venezia a Bologna, fino ad arrivare a Terni, capitale europea dell’acciaio in crisi e dei lavoratori in difficoltà. Oggi, un po’ meno soli, non solo per il colore e il calore della piazza della CGIL, ma anche per la presenza numerosa degli studenti al loro fianco. Oggi è una data straordinaria perché anche gli studenti di tutta Europa hanno unito le loro battaglie. I maggiori sindacati studenteschi europei hanno firmato un appello comune, promosso dalla Rete degli Studenti Medi e dall’Unione degli Universitari (http://www.17novembre.it/?page_id=19) per dire che siamo stanchi, stanchi di essere sempre l’ultima ruota del carro, per chiedere di investire in scuola, università e ricerca, per dire che “Siamo noi il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo”. Oggi è stata una data straordinaria perché già da oggi siamo già pronti a riprenderci immediatamente la parola. ll 16 Novembre nella Notte Bianca dell’Istruzione Pubblica che si terrà in molte città italiane e il 17 Novembre per la Giornata Internazionale degli Studenti ci saranno cortei, iniziative ed assemblee, dentro e fuori le aule delle nostre scuole e università. Oggi, purtroppo, tutto questo è stato oscurato sulla stampa dalla rilevanza data alle violenze di piazza, senza realmente ascoltare le voci della protesta. In tante città d’Italia si sono verificati scontri tra polizia e manifestanti, in alcuni casi con una violenza inaudita. Le forze dell’ordine, la cui professione dovrebbe essere quella di tutelare gli individui e i loro diritti, compreso il diritto di manifestare, si sono trovate di fronte studenti pacifici, inermi e per la maggior parte minorenni. Le violenze di oggi non possono che venir condannate. Come studenti, ma anche come cittadini, chiediamo che vengano abbassati i manganelli e venga aperto con noi il dialogo, che i ministri di questo governo continuano ad offrirci, senza la reale volontà di trovare soluzioni condivise. Come studenti non ci fermeremo. Siamo proprio oggi più determinati che mai a portare avanti le nostre idee e la nostra mobilitazione europea. Non smetteremo di urlare a voce alta la nostra richiesta di un futuro possibile e di un’altra Europa. Siamo il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo. www.17novembre.it
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