http://www.eilmensile.it Macao, il futuro a Milano Sono stato alla Torre Galfa per partecipare, per quanto mi è stato possibile, ai lavori dei primi 10 giorni ed organizzare lo scacco al Re. Ciò che ha fatto Macao è giusto, anche se non è legale. L’invasione della Torre, sottratta al tessuto urbano per più di 10 anni, ha dato speranza ad una generazione che pareva non avere una propria idea di futuro, addormentata nel torpore televisivo e nell’assenza di fantasia. Abbiamo fatto vedere a tutti che queste sono sciocchezze. Vorrei spiegare perché l’invasione della Torre è un atto giusto. La società moderna è costituita da una fitta rete di relazioni sociali, che si intrecciano e moltiplicano e rendono possibili altre relazioni sociali. L’esempio estremo di questa “catena di sant’Antonio” è la città metropolitana: milioni di persone che scambiano beni, servizi, abbracci … in un infinito teatro di comportamenti, azioni e reazioni. Alcune persone, grazie allo stratificarsi di queste relazioni, si ritrovano in posizioni privilegiate dalle quali compiere azioni che hanno forti conseguenze su tutta la comunità. Penso ad un amministratore delegato di una grande azienda: il fatto che decida se licenziare o assumere 5000 persone avrà un impatto sulla sua comunità molto importante. Penso ad un artista: il fatto che componga Imagine o che scriva I dolori del giovane Werther avrà un impatto assai differente. Se non ci fossero gli spazzini la città in cui l’amministratore ha concluso l’affare sarebbe andata in malora prima di rendere possibile l’accumulo di capitali necessario. Senza maestri e musei, senza i libri a casa difficilmente si potrebbe godere dell’arte e non sarebbe possibile vendere grandi best-seller. In una democrazia dovrebbero essere i cittadini a decidere cosa debba essere pubblico e cosa privato, e quali siano le esigenze collettive che determinano la natura pubblica o privata di un bene. L’acqua è un bene pubblico, le scarpe sono mie. L’impatto sul tessuto urbano che può avere un palazzo di 30 piani completamente vuoto, per anni, è una cosa seria. La proprietà di pochi, resa possibile dal complesso intreccio di relazioni sociali, viene usata in maniera feudale e quasi con capriccio; in maniera dannosa per la comunità. Penso al peso che tutti gli appartamenti sfitti della città hanno sul costo degli affitti. L’utilizzo a fini pubblici di beni che hanno un impatto profondo sulla società dovrebbe essere preso in considerazione in una moderna democrazia; sarebbe diverso se fossimo fermi a una situazione di tipo feudale. Credo che l’occupazione della Torre sia un atto giusto, un atto di riappropriazione, un gesto sociale che rammenta a tutti che i diritti sono garantiti (come la proprietà) se non lesivi dei diritti altrui. E’ normale che ciò che ha fatto Macao sia considerato illegale. Il futuro è spesso considerato illegale. Penso alle pellicole Kodak che hanno permesso a milioni di fotografi di stampare a basso costo e sperimentare così quest’arte; inizialmente erano illegali perché danneggiavano i privilegi di altre ditte. Penso alla radio, che come è noto è nata dalla pirateria; penso alla tv via cavo, che inizialmente era fuorilegge. Penso a internet, che con i suoi comportamenti sfaccettati e difficili da analizzare con le categorie giuridiche antiquate ed inadatte di cui disponiamo è spesso descritta come il luogo della pirateria per antonomasia. E penso anche a Macao, che ogni giorno porta a Milano il futuro.
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