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L'inestimabile ricchezza della 'povera' Grecia Grecia, Italia, Portogallo, Spagna. Sono paesi "poveri" e "deboli", in base a quali parametri? "I paesi 'poveri' sono i veri paesi ricchi, i paesi 'ricchi' saranno i paesi poveri quando alla resa dei conti della natura, con la loro economia del nulla e della finanza di carta, ci faranno ben poco". I cosiddetti paesi poveri europei, o PIGS (come vengono dispregiativamente e razzisticamente chiamati), sono a mio avviso tra i più ricchi. Portogallo, Italia, Grecia, Spagna. Questi paesi sono "poveri" e "deboli" in base a quali parametri? Ai parametri della Banca Centrale Europea? A quegli stessi parametri che vedono qualsiasi paese del sud del mondo essere strangolato da una economia di rapina? Un'economia per la quale se non si aderisce ai parametri schizofrenici e suicidi della crescita si è considerati poveri? Chi stabilisce che questi parametri sono quelli che ci fanno veramente ricchi o veramente poveri? Quale economia deve essere seguita? Quella del più forte economicamente, ovvero quella che ci sta trascinando tutti verso il baratro o quella della nostra sopravvivenza e della difesa dell'ambiente in cui viviamo? Italia, Spagna, Portogallo, Grecia sono paesi ricchissimi di vere risorse. Hanno energie rinnovabili da vendere. Nelle loro terre ci cresce qualsiasi cosa ci pianti. Ho visto alberi di squisiti avocado in Calabria. In Italia abbiamo una terra fertilissima, abbiamo ricchezze artistiche e naturali eccezionali. Per quale assurdo e folle motivo dobbiamo inginocchiarci a paesi e regole che si basano su economie della devastazione e finanze di carta e che vorrebbero imporre a tutti il loro credo indiscutibile? La Grecia in fallimento? Uno dei paesi più belli del mondo con così tanto vento e sole che potrebbe fornire energia a mezza Europa. Andate a vedere il meraviglioso lavoro di Panos Manikis e poi venitemi a raccontare se la Grecia è povera . L'Italia con la sua varietà morfologica e geoclimatica è considerata non a torto l'Arabia Saudita delle energie rinnovabili. Lo stesso si può dire per la penisola Iberica. E invece noi e i nostri cugini 'poveri' dobbiamo chiedere l'elemosina ai paesi 'forti', dobbiamo andare con il piattino negli Stati Uniti a mendicare dagli 'investitori', sperando che vengano ad inquinare e distruggere ancora un po' il Bel Paese, che ne abbiamo tanto bisogno. Il vero investimento oggi è un pezzo di terra dove coltivare. La vera ricchezza è salvaguardare e valorizzare tutto il nostro patrimonio naturale e artistico. Non richiamare investimenti per inquinare ancora di più aria, terra e acqua e lasciare allo sfacelo un patrimonio artistico unico al mondo. I paesi poveri sono i veri paesi ricchi, i paesi ricchi saranno i paesi poveri quando alla resa dei conti della natura, con la loro economia del nulla e della finanza di carta, ci faranno ben poco. Non possiamo e non dobbiamo competere in questa gara al suicidio che non ci porta da nessuna parte, che mette la gente dello stesso paese gli uni contro gli altri, che mette contro le genti di paesi diversi. Basti pensare alle assurde guerre fra poveri quando si trattava di scegliere sulla pelle della gente se tenere qui in Italia o trasferire nei paesi dell'est le fabbriche della Fiat. Bisogna uscire da questa logica perversa che vuole la ricchezza nei soldi e non nelle vere risorse che sono quelle ambientali. Non aspettiamoci leggi, non aspettiamoci provvedimenti da chi non concepisce altro che i soldi come inizio e fine della propria e altrui esistenza, faremmo la fine della Grecia, dell'Argentina. Prepariamoci in tempo a farci la nostra economia della terra, la nostra economia dell'energia, la nostra economia della speranza, la nostra economia della vita.
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