|
Per sottoscrivere l’appello basta inviare una email all’indirizzo - osservatorio.diritti@tiscali.it - oppure un messaggio su Facebook alla pagina Osservatorio dei diritti Catania.
http://www.ilfattoquotidiano.it G8 di Genova, in rete una petizione per chiedere le dimissioni di De Gennaro L'iniziativa contro l'ex capo della polizia è nata dopo la sentenza della Cassazione sui fatti avvenuti alla scuola Diaz. A metterla in piedi l'avvocato catanese Goffredo D'Antona. La richiesta formale e le prime 100 adesioni sono già state inviate al presidente del Consiglio “E’ probabile che l’estensore della motivazione della sentenza della Corte di Cassazione, che confermava le condanne per i fatti della Diaz, non abbia letto l’appello che migliaia di cittadini italiani hanno mandato al presidente Monti per chiedere la revoca da sottosegretario di De Gennaro. Il fatto è che quando si comincia ad esprimere una idea a gran voce, con coraggio, a testa alta, in nome della democrazia, le parole si trasmettono lo stesso”. Così commenta l’ultimo giudizio della legge su quella che è stata ribattezzata la “macelleria messicana” del G8 del 2001 Goffredo D’Antona. Avvocato penalista catanese e portavoce dell’osservatorio cittadino dei diritti, a luglio ha lanciato una petizione per chiedere le dimissioni di Gianni De Gennaro. Capo della polizia ai tempi dei fatti della scuola Diaz e della morte di Carlo Giuliani, oggi promosso a sottosegretario alla Sicurezza. In migliaia, a poche ore dal lancio della petizione, hanno risposto all’appello del penalista catanese. “Tra di loro ci sono comuni cittadini, professionisti e pensionati spiega D’Antona . Pochi però giornalisti e docenti”. Oggi i firmatari sono circa 3500 solo dal web. La richiesta formale e le prime 100 adesioni sono già state inviate a Monti. Ma la petizione non si ferma. “Non siamo neanche all’inizio di una battaglia democratica, fino a quando in un governo ci sarà una persona che esprime solidarietà a dei macellai”. Proprio come ha fatto De Gennaro all’indomani della sentenza di luglio della Corte di Cassazione che ha definito la polizia “sadica e cinica”. Le stesse forze dell’ordine allora guidate dall’attuale sottosegretario alla Sicurezza a cui i giudici non hanno dedicato parole tenere. “Non siamo contro i poliziotti, figuriamoci spiega D’Antona . Ma crediamo che sia antidemocratico che il responsabile di un tale massacro ricopra un incarico tanto importante di uno Stato democratico”. Nonostante De Gennaro non sia stato mai condannato né interdetto per i fatti di Genova, i firmatari si aspettavano almeno delle scuse, come quelle del suo successore Antonio Manganelli. E non di certo una promozione. “Non accettiamo che in Italia ci sia la negazione del diritto al dissenso continua l’avvocato . Negazione che puntualmente avviene con la violenza”. Così è nata l’idea della sottoscrizione per chiedere al presidente del Consiglio Mario Monti di ritirare la promozione di De Gennaro. Tra le firme, diversi nomi noti. Legati ai fatti di Genova, come la famiglia di Carlo Giuliani, morto negli scontri durante il G8 il 21 luglio del 2001. Attivisti della legalità come Dario Montana, fratello di Beppe, il commissario di Polizia ucciso dalla mafia a Santa Flavia, nel Palermitano, nel 1985. Politici come l’eurodeputato di Rifondazione Comunista Vittorio Agnoletto. Ma a spendere il suo nome per la petizione è anche un personaggio la cui adesione pesa come una condanna: Agatino Pappalardo, capo della Direzione investigativa antimafia dal 2001 al 2002. Ruolo ricoperto in passato dallo stesso De Gennaro. “La sua firma è importante, certo commenta D’Antona Ma Pappalardo ha subito precisato che la sua è una adesione da privato cittadino, una tra le migliaia presenti”.
|