The Epoch Times
24 maggio 2012

La paura di un leader cinese ha rivoltato il Paese
di Michael Young

Michael Young, uno scrittore sino-americano che vive a Washington D.C., scrive sulla Cina e sulle relazioni sino-statunitensi.

La gente si è chiesta come mai in Cina siano improvvisamente esplosi tutti questi scandali—l’ex peso massimo politico Bo Xilai caduto in disgrazia e spodestato, sua moglie accusata di omicidio e il potente Zhou Yongkang spogliato della sua autorità e messo sotto indagine. In effetti, questi eventi recenti sono solo la continuazione di un dramma iniziato 23 anni fa. Il punto culminante di tale dramma deve ancora giungere, ma non è lontano.

Un leader paranoico

Nel 1989, le richieste di democrazia e di libertà degli studenti cinesi e delle persone comuni spaventarono Deng Xiaoping, che stava provando a dirigere la Cina gradualmente in quella direzione a modo suo.

Nel contesto del movimento studentesco, i leader che Deng aveva scelto per compiere la riforma politica diventarono allora una minaccia al suo supremo controllo del potere. Egli dovette rimuoverli dall’ufficio usando l’autorità derivante dai suoi legami politici e dal controllo sull’esercito.

Prima di tutto Deng licenziò Hu Yaobang, l’allora Segretario Generale del Partito Comunista Cinese (PCC), che morì poco dopo essere stato tradito dai suoi amici ed alleati di lunga data.

In seguito Zhao Ziyang, che prese il posto di Hu Yaobang come capo del Partito, dovette seguirlo. Zhao fu epurato dopo aver espresso pubblicamente simpatia per gli studenti pro-democratici che avevano occupato Piazza Tiananmen. Zhao è rimasto agli arresti domiciliari sino alla sua morte, avvenuta tre anni fa.

Deng, dopo aver fallito per due volte nello scegliere la persona giusta per guidare il Partito, provò allora una persona della linea dura, Jiang Zemin, l’allora capo del Partito a Shanghai.

Jiang era estremamente nervoso per essere stato scelto, dato che poteva vedere chiaramente che ciò che era accaduto ai suoi predecessori sarebbe potuto accadere anche a lui.

E aveva ragione. Nel 1992, Deng era così scontento della mancanza di interesse di Jiang per l’avanzamento delle riforme economiche, che fece il suo famoso discorso durante il suo viaggio nel sud della Cina. Indicò che chiunque non fosse in linea con la Cina riformista sarebbe stato rimosso dal potere.

Deng pianificò con calma di rimpiazzare Jiang con Qiao Shi, l’allora Presidente del Congresso Nazionale del Popolo. Qiao è conosciuto come un leader dalla mente aperta ed orientato verso le riforme. Gli amici e alleati politici di lunga data di Deng, Yang Shankun e suo fratello Yang Baibin, che aveva il controllo dell’esercito, sostennero apertamente Qiao.

Jiang era sul punto di cadere in disgrazia e di essere spodestato. Tuttavia, il suo consigliere politico, Zeng Qinghong, riuscì a persuadere Deng del sospetto che i fratelli Yang fossero troppo potenti e avessero i loro piani personali. Deng epurò i fratelli Yang e tenne Jiang al suo posto, dopo che Jiang cambiò il suo atteggiamento nei confronti delle riforme.

Jiang evitò il licenziamento, ma si accorse di mancare di autorità e popolarità. Uno dei suoi pari avrebbe potuto rimpiazzarlo in qualunque momento Deng avesse voluto. Per sopravvivere, Jiang sentiva il disperato bisogno di ottenere il controllo dell’esercito e della polizia armata. Preparò quindi il successivo atto nella partita.

Lancio di una campagna politica

Mao si era occupato dei rivali politici e aveva consolidato il suo potere lanciando campagne di portata nazionale, come il Movimento Anti-Destra nel 1957 e la Grande Rivoluzione Culturale nel 1966.

Jiang lo imitò e scelse quello che sembrava un bersaglio semplice: la pratica spirituale del Falun Gong (anche conosciuta come Falun Dafa).

Il Falun Gong aveva rapidamente guadagnato popolarità a partire dalla sua introduzione al pubblico nel 1992. I cinesi erano disillusi dal dogma comunista e i principi del Falun Gong, verità compassione e tolleranza, avevano profonde connessioni con la cultura tradizionale e i credi della Cina.

La meditazione del Falun Gong e i suoi esercizi di qigong avevano aiutato la gente a ridurre lo stress e hanno migliorato i loro stili di vita, dato che abbandonavano le abitudini negative. Secondo un sondaggio fatto dall’Ufficio Nazionale degli Sport della Cina, da 70 a 100 milioni di cinesi provenienti da tutti gli strati sociali praticavano il Falun Gong.

Mentre alcuni maoisti criticavano gli insegnamenti del Falun Gong perché in contraddizione con il dogma comunista, Qiao Shi sostenne la pratica, basandosi sull’indagine condotta dal Congresso Nazionale del Popolo e dall’Ufficio Nazionale degli Sport.

Dopo che i praticanti del Falun Gong furono molestati ed arrestati per aver protetto i loro diritti costituzionali in una città a sud-est di Pechino chiamata Tianjin, oltre 10.000 praticanti andarono a Pechino il 25 aprile 1999, per appellarsi all’ufficio centrale degli appelli, l’Ufficio per le Lettere e le Visite.

Il Premier Zhu Rongji incontrò alcuni rappresentanti volontari e promise loro che il loro diritto alla pratica del Falun Gong sarebbe stato protetto. Zhu fu elogiato dai media mondiali per come gestì la questione.

Jiang colse l’opportunità. Seguendo l’esempio di Mao, che aveva lanciato la Grande Rivoluzione Culturale scrivendo lettere, Jiang scrisse una lettera a tutti i membri del Politburo e ai maggiori leader in pensione, insistendo sul fatto che il Falun Gong fosse manipolato da un manovratore politico e da forze occidentali anti-cinesi.

Sostenne il suo argomento creando dei rapporti di intelligence falsi secondo cui il governo degli Stati Uniti avrebbe dato milioni per sostenere il Falun Gong. Insistette sul fatto che il Falun Gong, con almeno 70 milioni di praticanti, fosse in competizione con il PCC, nonostante il fatto che il Falun Gong sia una pratica di auto miglioramento senza alcun interesse politico.

La maggior parte dei membri del Comitato Permanente del Politburo non furono d’accordo sul fatto che il Falun Gong costituisse una minaccia per il potere comunista, ma Jiang, in un gergo comunista, “unificò” le loro opinioni, cioè impose la sua volontà.

Jiang ottenne numerosi suoi obiettivi perseguitando i praticanti del Falun Gong.

Primo: ha reso sè stesso un vero leader comunista che protegge il marxismo e il leninismo più di altri leader in Cina.

Secondo: allo scopo di eliminare il Falun Gong, Jiang diede potere e risorse illimitati all’organo del Partito chiamato Comitato per gli Affari Politici e Legislativi (PLAC).

Il PLAC è al comando della polizia, della Polizia Armata del Popolo (con 1,7 milioni di membri, uguale in grandezza ad una forza militare) e degli altri dipartimenti giudiziari. I suoi fondi per “mantenere la stabilità” sono più grandi dei fondi destinati alla difesa.

Il capo del PLAC, prima Luo Gan, poi Zhou Yongkang, è diventato un membro del Comitato Permanente del Politburo, composto dai nove uomini che governano la Cina. La crescita nel potere del PLAC ha protetto Jiang dalle minacce provenienti dall’interno del Partito.

Sotto il PLAC, una squadra speciale del Partito conosciuta come Ufficio 610 ha ottenuto l’autorità ad ogni livello del Partito e del governo per “trasformare” i praticanti e “sradicare il Falun Gong”.

Terzo: Jiang è stato capace di identificare chi fossero i suoi veri sostenitori e alleati in base al loro atteggiamento e al loro pensiero riguardo alla persecuzione.

Conseguenze

Finché un funzionario era dalla parte di Jiang, la corruzione e i crimini erano problemi minori. I funzionari che hanno sostenuto Jiang hanno formato una fazione dalle mani insanguinate che ha portato avanti la sua campagna.

Come risultato, un’eredità del governo di Jiang è che la Cina sta soffrendo della peggiore corruzione e del peggior degrado morale nella sua storia.

Negli ultimi 13 anni, sono state confermate le morti per tortura di oltre 3537 praticanti del Falun Gong—il vero numero è probabilmente nell’ordine delle decine di migliaia. Milioni di praticanti sono stati arbitrariamente detenuti e hanno subito il lavaggio del cervello.

Jiang avrebbe detto ad un confidente di essersi pentito di due cose nella sua vita: non aver lasciato che lo staff dell’ambasciata cinese lasciasse Belgrado durante il bombardamento contro l’ex Jugoslavia da parte degli Stati Uniti e aver cominciato la campagna contro il Falun Gong.

Qualunque possa essere il pentimento di Jiang, i crimini contro i praticanti del Falun Gong sono così grandi che lui e i suoi sostenitori non possono sopportarne le conseguenze. Jiang è ossessionato da come poter mantenere attiva la sua campagna così da impedire che i crimini della sua fazione siano rivelati. Zhou Yongkang è l’attuale vertice in questa politica e si ritirerà quest’autunno. La fazione dalle mani insanguinate ha un disperato bisogno di qualcuno che prenda il suo posto.

Bo Xilai ha lavorato davvero duro nel perseguitare i praticanti del Falun Gong allo scopo di compiacere Jiang. Durante il suo mandato di governatore della provincia di Liaoning, la persecuzione subita dai praticanti nella zona è stata tra le peggiori in Cina.

La provincia di Liaoning è il luogo in cui Wang Lijun, un capo della polizia, stabilì un istituto per il trapianto di organi. È anche il luogo dove gli organi dei praticanti del Falun Gong pare sarebbero stati prelevati per profitto su larga scala.

Bo Xilai era il perfetto candidato per succedere a Zhou come capo del PLAC e nel Comitato Permanente. In quelle posizioni, Bo avrebbe potuto assicurare che la fazione dalle mani insanguinate non sarebbe stata chiamata a rispondere delle proprie responsabilità. Zhou ha sostenuto Bo sino all’ultimo minuto prima della sua caduta; è stato l’unico membro del Comitato Permanente a farlo.

Comunque, Jiang aveva promesso ancora di più a Bo in cambio della sua lealtà, fino a promettere che lo avrebbe aiutato nel percorso per arrivare a rimpiazzare Xi Jinping—il funzionario designato a sostituire Hu Jintao come capo del Partito. L’ambizione politica di Bo e il suo comportamento arrogante hanno costretto Hu Jintao a rimuoverlo.

Accuse criminali

La decisione di Hu Jintao di far cadere Bo in disgrazia inaugura un nuovo atto del dramma. Rimuovere Bo è il passo cruciale per fermare, alla fine, la disastrosa politica della persecuzione del Falun Gong—politica che ha portato la Cina ad essere sempre più disprezzata nel campo del rispetto dei diritti umani e ad essere sempre più instabile.

Da una parte, Hu non vuole prendersi la responsabilità per i crimini commessi contro i cinesi dalla fazione di Jiang. Dopotutto Hu ha avuto il titolo di principale leader negli ultimi 10 anni. Questa è l’ultima occasione per ripulirsi, prima del suo ritiro in autunno.

Da un altro lato, Hu non ha avuto altra scelta che rimuovere Bo. Altrimenti, se avesse permesso a Bo di rimanere al potere, e all’Ufficio 610 e al PLAC di rimanere sulla piazza, Hu e la sua famiglia sarebbero diventati loro stessi delle vittime.

I praticanti del Falun Gong hanno condotto una campagna di disobbedienza civile durata 13 anni per opporsi alla persecuzione e hanno cambiato i cuori e le menti dei cinesi. La persecuzione è profondamente impopolare.

I praticanti saranno presto visti come il palcoscenico centrale nel teatro della trasformazione della Cina. Essi hanno attentamente documentato i crimini commessi durante la persecuzione e i responsabili saranno processati e riconosciuti colpevoli. Jiang sarà il primo.

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