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Tienanmen, suicida padre di una vittima Chiedeva giustizia al governo ogni 4 giugno, giorno dell'anniversario. Le ferite di piazza Tienanmen non si sono ancora rimarginate. Lo dimostrano i tanti genitroi che ancora chiedono giustizia per i loro figli uccisi nella notte tra 3 e 4 giugno 1989. Il massacro è stato ricordato con una manifestazione per le strade di Honk Kong. Per Ya Weilin però l'attesa era ormai diventata insopportabile. Il 73enne, padre di Ya Aiguo, uno studente di 22 anni ucciso da un colpo di proiettile alla testa durante le proteste, si è suicidato giovedì 24 maggio. GRUPPO MADRI DI TIENANMEN. L'annuncio è stato dato solo il 28 maggio dal gruppo Madri di Tienanmen composto da familiari delle vittime del 1989, di cui era membro. L' uomo è stato trovato impiccato in un garage sotterraneo nei pressi della sua abitazione. La polizia ha confiscato la nota che Ya aveva lasciato prima di togliersi la vita. Nel necrologio pubblicato dalle Madri di Tienanmen si legge che «Ya già da alcune settimane aveva dato mostra di una crescente depressione a causa dell'inutile trascorrere degli anni, senza che nessuna luce sia stata fatta sulla morte del figlio e sulle responsabilità di chi ordinò ai militari di aprire il fuoco su studenti e manifestanti disarmati». VIETATE COMMEMORAZIONI. Ya Weilin faceva parte di quel gruppo di parenti delle vittime del 4 giugno che scriveva ogni anno alle autorità cinesi, chiedendo loro di investigare l'accaduto, e cambiare il verdetto sulle manifestazioni del 1989, solitamente descritte come sovversive. Fra le richieste inascoltate del gruppo, anche quella di provvedere per le vittime del massacro rimaste ferite e invalide, e per i familiari stessi. Molti dei componenti del gruppo, fra cui la fondatrice, Ding Zilin, sono regolarmente sorvegliati dalla polizia, ed hanno solo raramente potuto tenere delle commemorazioni all'aperto dei loro figli e parenti scomparsi.
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